#italiakiama, intervista a Giuseppe Mazzara di Kia motors
«Stiamo vivendo un momento delicato, in cui è importante pensare al prossimo e aiutare chi è in difficoltà». Esordisce così, Giuseppe Mazzara, marketing communication di Kia motors company Italy, per illustrare le ragioni che hanno spinto la casa automobilistica coreana a contribuire a fornire un aiuto concreto alle fasce più sensibili, come gli anziani o coloro che soffrono di patologie pregresse, per cui uscire di casa comporta rischi maggiori.
Cosa ha spinto Kia Motors Company Italy, in un momento molto difficile per il comparto automotive, a mettersi in gioco direttamente sul campo superando ogni “endorsement a distanza”, al fianco dei volontari e delle volontarie che combattono gli effetti sociali del Covid-19?
La decisione è presa perché sentivamo, in qualità di grande azienda, il dovere di fare qualcosa di concreto in un momento di grande bisogno per la comunità. Sicuramente il periodo per il comparto automotive non è dei migliori, tuttavia è anche da iniziative come queste che gettano le buone basi per runa sana ripartenza.
Kia Motors è conosciuta come realtà industriale attenta alla Corporate social responsibility o Crm con moltissimi progetti all’attivo sia in campo internazionale che locale, pensate che l’esperienza #italiakiama possa essere un acceleratore di tali esperienze per un futuro ancora più votato allo sviluppo di progetti nell’ambito sociale, della ricerca e dell’innovazione scientifica?
Kia motors Italia ha voluto supportare in questi anni svariate iniziative che hanno come principale protagonista la tutela dei bambini. Abbiamo cercato di supportare questa categoria che rappresenta il futuro della nostra civiltà sotto svariati punti di vista: dalla loro educazione, ad esempio con i progetti costruiti con l’Associazione italiana calciatori piuttosto che con Lifegate per l’educazione ambientale, alla cura di problemi di natura genetica come fatto con la Città della speranza di Padova o quest’anno con il reparto di neuropsichiatria infantile dell’Ospedale di Desio. Ma visto la situazione attuale, dove gli anziani rappresentavano la categoria più esposta nei confronti di questa devastante malattia, abbiamo deciso di scendere in campo grazie all’aiuto dei volontari, motore fondamentale di questa iniziativa. Non ci poniamo quindi limiti a supportare il nostro tessuto sociale nel momento del bisogno.
Qual è la marcia in più che un brand dell’automotive può portare in un progetto, a più voci, di Corporate social responsibility?
Sicuramente l’auto, specialmente nel nostro Paese, ha un valore iconico ed emozionale molto forte, L’auto rappresenta libertà di viaggiare, rappresenta liberta di raggiungere le proprie mete e quindi è un oggetto profondamente legato nel contesto della nostra vita di tutti i giorni e quindi deve essere anche riferimento di supporto e di aiuto alla collettività dando vita a dei progetti mirati ed integrati.
Bilanci, utili, quotazione in borsa, strategie industriali, come la Crm può inserirsi in questi delicati equilibri portando linfa al proprio brand dialogando in maniera proficua e coerente con l’animo industriale?
Credo che la risposta venga proprio data dall’analisi della situazione che stiamo vivendo adesso. Il Covid-19 ci ha fatto capire come noi tutti siamo uguali di fronte a situazioni come queste e come dobbiamo essere uniti per aiutarci insieme. Questo deve essere lo scopo delle attività di Csr, è ovvio un azienda deve per sopravvivere fondarsi sulle variabili aziendali che citavi prima, ma non può esimersi dal considerare il contesto in cui vive ed aiutarlo per farlo crescere oppure supportarlo nei momenti di difficoltà.
Kia motors company Italy ha operato la propria Crm spesso tramite i propri ambassador o sostenendo raccolte fondi delle non profit. Vedete possibile in un futuro, grazie anche all’esperienza #Italiakiama, la progettazione d’azioni di volontariato “sul campo” che chiamino in causa direttamente, come volontari, la grande famiglia dei dipendenti KIA?
Assolutamente sì e già ora i dipendenti Kia sono coinvolti in progetti in prima persona grazie alla collaborazione con il dipartimento delle risorse umane della nostra azienda.
Nella co-progettazione d’attività di Corporate Social Responsibility, cosa il vostro brand profit si porta a casa dalla vicinanza con realtà del non profit e cosa vorreste che le associazioni portassero a casa dalla vicinanza con la vostra storica realtà industriale?
Profit e non profit sono realtà che in progetti come #Italiakiama sono complementari. Da un lato c’è la sensibilità e l’attenzione alle esigenze del prossimo, la capillarità dell’azione sul territorio e la capacità di analisi delle situazioni di bisogno: tutte prerogative fondamentali del mondo no profit. Dall’altro ci sono il pragmatismo, la velocità e la disponibilità di mezzi che sono i capisaldi di una grande azienda. Credo che il segreto per la buona uscita di un progetto come #Italiakiama, sia la fusione di queste due realtà.
Per aggiornamenti, notizie, indicazioni su cosa fare e come aiutare vai alla rubrica Emergenza Coronavirus