Il Centro europeo del volontariato chiede un cambio di rotta
Il Centro europeo del volontariato – il network che raduna oltre 60 reti di volontariato europee – nel documento Road to Recovery lancia un appello alle Istituzioni del continente per un “cambio di rotta”. È quello che racconta Nicolò Triacca, corrispondente da Bruxelles di CSVnet, nell’articolo Festa dell’Europa, il volontariato chiede un “cambio di marcia”.
In questi mesi di emergenza, infatti, nei Paesi europei colpiti dalle misure di contrasto e diffusione del Coronavirus, le organizzazioni di volontariato hanno dato un contributo eccezionale nel rispondere ai bisogni dei cittadini più vulnerabili, nel disinteresse generale degli Organismi nazionali ed europei. «Dal primo giorno della crisi pandemica – afferma la presidente di Cev, Lejla Sehi Crelic – i cittadini hanno lanciato numerose iniziative di volontariato spontaneo e organizzato che ci dimostrano come la società civile sia viva e reattiva nel riaffermare lo spirito di una comunità resiliente e premurosa». Il volontariato ha giocato, ovunque, un ruolo chiave nel rispondere al periodo d’emergenza: «Nonostante il lockdown – continua la presidente Crelic – i volontari hanno trovato coraggio e nuove modalità per raggiungere e aiutare i più vulnerabili. Questo piccolo virus ci ha ricordato quanto siamo fragili e quanto sia importante in queste circostanze avere tutti gli stessi diritti. Povertà, accesso limitato alle cure sanitarie, atteggiamenti discriminatori verso gli emarginati, populismo e fake news sono solo alcuni dei fenomeni che hanno reso la vita molto più difficile ad alcuni. Ecco perché è importante per la società civile poter agire e coinvolgere i volontari per promuovere valori di solidarietà e di uguaglianza sociale e rispetto dei diritti umani. Questo è il il contributo che il volontariato può dare alla vitalità e alla resilienza della società».
Per questo il Centro europeo richiama all’attenzione dei policy makers locali l’importanza del lavoro di tenuta sociale fatto in questi mesi da milioni di volontari europei e a non dimenticarsene. Questo “cambio di marcia” dovrebbe includere maggiore attenzione e sviluppo di partnership con le organizzazioni di volontariato per il benessere dell’Europa del futuro.
Anche se è presto per fare un’analisi più esaustiva, dalle prime ricognizioni, emergono tre fenomeni importanti: la riconversione dell’attività di molte associazioni per poter continuare a operare in sicurezza, la nascita di molte iniziative spontanee che, a partire dalla cittadinanza, si sono autorganizzate per rispondere ai bisogni immediati (raccolte di cibo, supporto emotivo, distribuzione di beni ecc.), un incremento significativo delle persone che si sono messe a disposizione per fare volontariato.
Le esperienze sono state raccolte nella pubblicazione “Volunteers In Solidarity Covid-19”.