Innesti Inattesi/8. Pavia, quando i vincoli diventano opportunità
Nei momenti più critici esiste la creatività, frutto del desiderio di mettersi insieme per risolvere i problemi e attivare legami.
Una partnership virtuosa si è consolidata nel periodo del lockdown tra Servizi Sociali, Scuola ed Enti del Terzo Settore e ha posto le premesse e la promessa per un lavoro serio e profondo di rete come luogo di ascolto dei bisogni, formulazione e ri-formulazione di risposte collettive ai bisogni dei minori e delle famiglie.
Innesti Inattesi ha incontrato alcuni rappresentanti del progetto Fare #BeneComune: Maria Chiara Bartocci Assistente Sociale dell’Area Ufficio di Prossimità Sociale del Comune di Pavia, Elisabetta della Vigna educatrice dell’associazione di volontariato Babele onlus e Chiara Giordanengo educatrice e psicoterapeuta della Cooperativa Aldia.
Fare #BeneComune è un progetto triennale di Welfare di Comunità finanziato da Cariplo che anima il territorio di Pavia e pavese da circa un anno e mezzo, progetto che durante il lockdown ha saputo trasformarsi con intelligenza e rapidità, andando a concentrare risorse, competenze e azioni di tessitura e coordinamento, per rispondere al grande bisogno di supporto, cura e sostegno che le famiglie e i minori esprimevano per riuscire a stare dentro al nuovo sistema scolastico della DAD – didattica a distanza, con tutte le difficoltà che la chiusura delle scuole e dei centri di aggregazione e di supporto allo studio causavano.
Il Covid ha interrotto improvvisamente un sistema di sostegno, protezione e prevenzione che si era costruito intorno ai minori fragili. Con la DAD si è interrotta anche la relazione che è una dimensione fondamentale per l’apprendimento.
Il Tavolo tra Scuola, ETS e Servizi Sociali ha saputo attrezzarsi rapidamente e con creatività facendo un grande lavoro di rete, grazie anche alle energie che il Progetto Fare #BeneComune ha messo a disposizione, attraverso la messa in comune di competenze e professionalità di tutti gli attori coinvolti.
La Scuola ha avuto la forza di condividere subito con la rete le criticità che stava mappando, sia di ordine materiale che di ordine relazionale, che colpivano i bambini e le famiglie.
Il primo bisogno rilevato era quello della strumentazione: alle famiglie mancavano pc, tablet e connessione internet. Tante scuole stavano fornendo aiuti alle famiglie in questo senso, ma non tutte le famiglie riuscivano a capire come presentare le domande al contempo gli strumenti messi a disposizione delle scuole non erano sufficienti. Da un lato quindi la rete ha supportato le famiglie a interloquire con le scuole, dall’altro la rete si è adoperata per mettere al servizio della scuola supporti che potessero raggiungere le famiglie, attraverso dispositivi e giga, facendo anche una campagna di crowfunding ad hoc con cui sono stati acquistati laptop e schede sim.
“Da un giorno all’altro non abbiamo potuto più vedere i ragazzi, senza nessun tipo di preparazione sia dal punto di vista psicologico sia pratico. La prima preoccupazione è stata rivolta al rischio di dispersione e di abbandono scolastico dei ragazzi già fragili”.
La rete di Fare #BeneComune ha permesso di mettere in condivisione idee e risorse. I vincoli hanno promosso fantasia ed inventiva, si è aperto un approccio creativo impensato, e si sono realizzate pratiche che hanno permesso l’ottimizzazione delle risorse per raggiungere oltre 200 nuclei famigliari, con un approccio che ha richiesto molto impegno, flessibilità e cura per sostenere i ragazzi sia nella didattica, che da un punto di vista sociale e relazionale.
Un grande lavoro di emersione dei bisogni, mediazione e connessione sia a livello di Enti tra associazioni, istituzioni e scuole, sia a livello di progetto individuale tra insegnante, famiglia/minore e operatore che lavorava direttamente sul nucleo. C’è stata la premura di dover creare alleanza, fiducia e relazione con la famiglia e i bambini in tempi rapidi, per garantire ai bambini il diritto allo studio e alle famiglie di rimanere collegate con la scuola nonostante le difficoltà.
L’emergenza ha richiesto una corsa contro il tempo ma questa esperienza ha permesso forse di costruire le basi per la rete per un percorso più duraturo e profondo anche di prevenzione.
I soggetti coinvolti si sono riconosciuti nell’esigenza di condividere un linguaggio comune: riconoscendo ruoli e responsabilità reciproche si è validato un sistema nel quale la circolarità delle informazioni e delle risorse sia un continuum che andrà oltre l’emergenza.
I vincoli imposti dal Covid hanno quindi mosso tante risorse ed energie e reso più immediata la comunicazione tra i tanti soggetti, al contempo non è venuto meno l’aspetto riflessivo e di sistema.
Gli Assessorati di riferimento del Comune di Pavia, Istruzione e Servizi Sociali, hanno dato la disponibilità a creare spazi riconosciuti a livello istituzionale dove Scuola, Terzo Settore, Servizi Sociali e Istruzione, possano ritrovarsi e dove si possano creare connessioni e sinergie stabili per lavorare insieme.
“Non ci immaginiamo più di lavorare senza creare spazi di condivisione: tornare al tavolo quale luogo per discutere, chiedere e analizzare insieme le questioni. Una grande opportunità di cooperazione che resta e si è consolidata”.
Per chi volesse entrare in contatto con il progetto Fare #BeneComune può scrivere a farebenecomune@consorziosocialepavese.it – oppure visitare la pagina facebook @farebenecomune.pv.
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