Storie – Quando il tesseramento è di solidarietà
Cosa significa essere un punto di riferimento di una comunità quando viene meno lo spazio fisico in cui la comunità si trovava? A un anno dal primo lockdown cerchiamo una risposta parlando con Mauro Sabbadini, presidente di Arci provinciale e Simone Grillo vicepresidente provinciale Arci e alla guida del circolo Gagarin di Busto, uno dei più attivi del territorio. La risposta? La si vede da una raccolta fondi e dal desiderio di riunire virtualmente la comunità…
Varese – A Crosio della Valle c’era chi al circolo ci passava i pomeriggi, al circolo “Cascina Mentasti” c’era chi ci andava in coppia – marito e moglie – per fare due chiacchiere tra amici, mentre a Busto al Gagarin c’erano i ventenni per un concerto e per studiare in compagnia. Sempre, da qualche parte sulla soglia o su di un tesserino, l’inconfondibile rosso e la grande A dentro la stella di Arci.
Bastano questi ricordi per dire che Arci ha sempre declinato nello spazio fisico la sua anima “ricreativa e culturale” e in provincia di Varese lo ha fatto per anni con i suoi diciassette circoli, tre sale cinema e le attività di “mutualità della conoscenza” fatte di corsi di fotografia, cucina e benessere.
È difficile immaginare qualcosa di più devastante – per una realtà simile – di un anno di lockdown come quello che ci siamo appena lasciati alle spalle. Eppure una raccolta fondi appena lanciata ed il progetto di una newsletter per ritesse i legami ci dicono che la risposta è ancora una volta nella parola comunità. Il valore che ci si porta in pancia? Quello delle relazioni.
La comunità che fa la differenza
È un dato di fatto: al circolo, al cineforum, alle lezioni di pilates o di cucina targate Arci ci vai perché “ti trovi e ti ritrovi”, condividi e partecipi. La dimensione per intenderci non è quella del bar, del multisala o dal corso in palestra. «Quello che fa la differenza – dice Mauro Sabbadini, presidente di Arci Varese – è che io dentro al circolo o al cinema, sono protagonista, mi sento dentro una comunità dove posso dare il mio contributo. Questo fa la differenza e rappresenta il nostro modo di essere da sempre. Nei luoghi si crea comunità, nascono relazioni, si condivide e si attua un principio di mutualità che fa la differenza». A lui fa eco Simone Grillo, da poco alla guida del circolo Gagarin di Busto Arsizio: una realtà giovane ma che da sola rappresenta oggi il 50% del tesseramento individuale sul nostro territorio. «I ragazzi che hanno cominciato a frequentare il nostro circolo erano in cerca di uno spazio dove trovarsi, di un luogo accogliente e sicuro. Prima ancora di cercare concerti o intrattenimento hanno cercato un luogo dove stare insieme. Lo stesso accade per tante altre piccole comunità al nostro interno: il gruppo di yoga, ad esempio o chi frequenta altri corsi da noi: non viene da noi solo per il corso, ma perché si riconosce e si trova con altre persone».
Le risposte: la raccolta fondi e la newsletter
Il lockdown ha privato queste comunità del loro luogo fisico, mettendo in crisi il sistema anche dal punto di vista economico: affitti da pagare, bollette, spazi da mantenere. «Spesso – spiega Sabbadini – il rinnovo delle tessere avveniva in occasione di un appuntamento al circolo, al cinema, per una serata. Da qui è nato il bisogno di organizzare la nostra campagna di raccolta fondi e il “tesseramento di solidarietà “, una azione di crowdfunding su di una piattaforma on line che va a favore dei nostri circoli e vede impegnato nell’organizzazione Arci a livello provinciale». Sbarcata sulla piattaforma Produzioni dal Basso con gli hashtag #resistenzavirale e #arcivarese la raccolta fondi ha in poco tempo trovato il favore di una sessantina di sostenitori (qui il link: https://www.produzionidalbasso.com/project/tesseramento-di-solidarieta-resistenzavirale-arcivarese/). Tra loro non c’è solo chi ha rinnovato la tessera, ma anche sostenitori che credono nel valore culturale di una realtà consolidata come Arci: ancora una volta quella che risponde è una comunità e sono le relazioni a spingere la raccolta fondi. «Stiamo anche preparando una newsletter – racconta Grillo – che possa raccogliere storia, contenuti, valori ma anche le attività di tutti i circoli quando riprenderanno. Sarà un modo per tenere unita virtualmente la nostra grande comunità e per condividere la ricchezza delle tante iniziative sul territorio». I progetti non mancano: da “generazioni in circolo”, dedicato al ricambio generazionale e allo scambio tra generazioni, ad un progetto sulla lettura costruito attorno a spettacoli teatrali letture animate e l’inclusione di chi ha problemi di vista attraverso agli audiolibri. Ancora una volta progetti che parlano il linguaggio dell’inclusione, della comunità e delle relazioni.