L’ottava edizione del Festival ORLANDO invita ad allenarsi allo spaesamento. Dal 14 al 23 maggio a Bergamo
Torna il Festival ORLANDO con la sua ottava edizione, in programma dal 14 al 23 maggio, organizzata da Associazione Culturale Immaginare Orlando APS e Laboratorio 80 con il sostegno di Comune di Bergamo e con il patrocinio di Provincia di Bergamo, Tavolo Permanente contro l’Omolesbobitransfobia e Università degli Studi di Bergamo.
Un’edizione che vuole essere un laboratorio collettivo, una ricerca condivisa di nuovi modi per ricostruire comunità a partire dalla cultura. Nonostante le difficoltà l’obiettivo è portare contenuti ricchi, preziosi, pieni di stimoli, di visioni nuove e inconsuete, scegliendo di fare di questo momento di confusione il punto di partenza e di crescita. Allenarsi allo spaesamento è, infatti, il tema dell’ottava edizione. Viviamo un momento in cui abbiamo perso i nostri punti di riferimento, è richiesto molto impegno per affrontare questo tempo sottosopra, eppure aiuta a guardare le cose con occhi nuovi, a ribaltare le prospettive, dà la possibilità di abbandonarsi alla corrente e lasciarsi stupire da quello che incontreremo nel nostro fluire. Uno spaesamento che sia un atto di pazienza e speranza condivisa.
ORLANDO, il festival queer bergamasco, punta in alto, e anche quest’anno propone un palinsesto che si sviluppa nell’arco di 10 giorni, coinvolge luoghi e partner diversi della vita culturale, e non solo, della città, e presenta proposte differenti: performance, film, laboratori e incontri.
Inaugura l’ottava edizione, venerdì 14 maggio, Sparks 2021 di Francesca Grilli, promosso da Contemporary Locus in partnership con Corpoceleste, in collaborazione con GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo e realizzato grazie al sostegno dell’Italian Council. La performance si costruisce a partire da un ribaltamento della relazione di potere tra infanzia e mondo adulto nell’immaginare il futuro. In programma anche Sorry, But I Feel Slightly Disidentified… di Benjamin Kahn con Cherish Menzo, il 19 maggio al Teatro Tascabile di Bergamo, primo pezzo di una trilogia dedicata al ritratto, alla costruzione e decostruzione dello sguardo sul corpo, organizzato con il sostegno dell’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi.
Dialogo terzo: In a Landscape di CollettivO CineticO e Alessandro Sciarroni, organizzato in condivisione con Festival Danza Estate, terzo capitolo del progetto Dialoghi della compagnia CollettivO CineticO, guidata da Francesca Pennini, Alessandro Sciarroni compone una coreografia il cui titolo prende ispirazione dall’omonimo brano di John Cage.
Ti voglio un bene pubblico di e con Elisabetta Consonni in collaborazione con Sara Catellani, è un gioco urbano che attraversa gli spazi pubblici e riflette su infrastrutture di divisione quali cancelli, muri, recinti, si svolgerà nel quartiere di Celadina ed è realizzato in collaborazione con la Rete di Quartiere di Celadina. Perdersi per ritrovarsi, guardare le strade e gli spazi urbani con occhi diversi. Tristano è il nuovo spettacolo di marionette di e con Sophie Hames, un’anteprima assoluta, co-produzione Festival ORLANDO.
Gli appuntamenti per la sezione cinematografica sono pensati per una proiezione in modalità mista, in parte in sala, all’Auditorium di Piazza della Libertà, in parte online, sulla piattaforma OpenDDB.
In programmazione 9 film più uno, evento speciale programmato per settembre, tutte prime visioni bergamasche e di cui 4 anteprime nazionali, propongono un’ampia rosa di tematiche, che rappresentano il queer in senso ampio e che seguono il filo conduttore del Festival, l’allenarsi allo spaesamento, al cambiamento di punto di vista, di cultura, di area geografica, di sguardo: due film raccontano storie con protagoniste persone trans, in ambiti e contesti storici diversi, il primo Tengo miedo torero di Rodrigo Sepúlveda racconta la storia di una donna trans e di un attivista politico nel Cile di Pinochet, Lola vers la mer di Laurent Micheli è il racconto di un lutto e di una relazione complicata tra una figlia e suo padre; due titoli hanno protagonista la giovinezza, uno segue l’estate di una giovane coppia aperta e poliamorosa di Berlino, Heute oder Morgen (Before We Grow Old) di Thomas Moritz Helm e l’altro, sempre tedesco, che si interroga sulle migrazioni, l’amore e l’identità come senso di appartenenza culturale, Futur Drei (No Hard Feelings) di Faraz Shariat presentato al Berlino Film Festival 2020. Non mancano i temi legati agli orientamenti sessuali in Kapana di Philippe Talavera, ambientato in Namibia dove l’omosessualità è ancora un reato penale e in La Nave del Olvido di Nicol Ruiz Benavides, che racconta un viaggio di rinascita e liberazione di una donna, non più giovane, rimasta vedova. Ma anche le relazioni e le identità fluide, come in Vagli a spiegare che è primavera di Sara Luraschi e Lucio Guarinoni o i social network e la loro influenza nella vita relazionale, come in Fucking with Nobody di Hannaleena Hauru. In collaborazione con Bergamo Film Meeting viene anche presentato il corto di animazione Toomas Beneath the Valley of the Wild Wolves di Chintis Lundgren.
A completare la programmazione 5 laboratori, 3 incontri e una rassegna di cortometraggi queer, ORLANDO SHORTS, curata da un gruppo di ragazze/i under 25 che ne hanno gestito la direzione e la selezione dei cinque titoli, provenienti da una rosa di proposte suggerite da Pink Screens Film Festival e Sardinia Queer Film Festival.
Nei laboratori tornano due progetti cari al Festival: Over60 un laboratorio di creazione destinato a signore over 60 alla scoperta del corpo, in movimento e mutamento, nelle sue molteplici forme espressive, curato da Silvia Briozzo e Barbara Boiocchi, in collaborazione con Festival Danza Estate e Dance Well con Michela Negro e Simone Baldo. La pratica nasce per persone con Parkinson, aprendosi poi a tutte e tutti in modo trasversale, inclusivo, intergenerazionale, proposta in collaborazione con Festival Danza Estate e Accademia Carrara. E ancora: Abracadabra #LoveinProgress di e con Irene Serini, quinto e ultimo studio teatrale dell’artista, indaga i legami tra identità di genere ed educazione infantile traendo spunto dal pensiero di Mieli, e Macchie diventano cose di Stefania Visinoni, un laboratorio artistico per bambini e bambine, adulti e adulte.
Un’ultima, preziosa proposta laboratoriale si rivolge a operatori, operatrici e enti culturali della città: Praticare alleanze del collettivo di artiste/i con disabilità Al. Di. Qua. Artists, con Diana Anselmo, Dalila D’Amico, Aristide Rontini, vuole proporre un cambio di sguardo sull’accessibilità dei progetti culturali, sia nella parte della loro fruizione che produzione. Questa iniziativa è realizzata con il sostegno di Confcooperative Bergamo e Associazione In-Oltre, in collaborazione con Officine Tantemani, e segna il primo passo di un percorso che si desidera approfondire nei prossimi mesi, perché davvero la cultura sia uno spazio di trasformazione per tutti e per tutte.
Infine gli incontri: Giocare gli spazi per intessere percorsi con Elisabetta Consonni, Adolescenze Fluide con Giuseppe Burgio e Viaggio nel cinema queer con Andrea Inzerillo e in collaborazione con Fondazione Brescia Musei – Nuovo Eden, Brescia.
Le prenotazioni agli eventi, richiesta per tutte le iniziative in programma.