La Tavola della Pace di Cremona chiede la revoca del sostegno alla guardia costiera libica
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato della Tavola della Pace di Cremona:
Il parlamento italiano ha votato e respinto la risoluzione a firma di Erasmo Palazzotto, e sottoscritta da una trentina di deputati che proponeva di non autorizzare la missione bilaterale di cooperazione con la Guardia costiera libica. Il velo sull’orrore in Libia, a pochi chilometri dalle nostre coste, è stato strappato da tempo, eppure Governo e Parlamento confermano il sostegno finanziario alle attività delle milizie che gestiscono la cosiddetta guardia costiera libica e i lager in cui vengono rinchiusi i migranti. Dal 2017, anno della firma da parte del nostro Governo del Memorandum con la Libia, assistiamo all’ intervento della cosiddetta Guardia Costiera libica, finanziata con risorse italiane e dell’UE, che ha operato respingimenti riconducendo più di 60mila persone nei centri di detenzione governativi e soprattutto, fatto ancor più grave, in quelli gestiti dalle milizie paramilitari. Non è accettabile che si parli di “salvataggi dei naufraghi”, quando nelle sedi istituzionali europee e nazionali è ben noto che essere riportati in Libia significa essere condannati a violenze, torture e abusi di ogni tipo. Per questo le associazioni del Tavolo Asilo e Immigrazione, la coalizione della società civile che promuove e tutela i diritti dei migranti e dei rifugiati, hanno scritto al presidente del consiglio, Mario Draghi, chiedendogli di invertire la rotta e di revocare ogni sostegno alla cosiddetta guardia costiera, per avviare una nuova stagione dei diritti, in Italia e in Europa.
“La cronaca di queste settimane in più occasioni ha dato conto di stragi e tragedie che continuano a consumarsi sotto i nostri occhi nel Mediterraneo, sulle coste italiane e su quelle libiche” si legge nella lettera presentata oggi dalle associazioni del Tavolo Asilo e Immigrazione. Si legge ancora nel testo: “Se si vuole realmente promuovere il processo di pace in quel Paese e sottrarre la principale arma di ricatto alle milizie e alle bande che continuano a controllare il territorio libico e le sue coste, è necessario metter fine a ogni sostegno alla cosiddetta guardia costiera libica ed evacuare velocemente le persone rinchiuse nei centri di detenzione ufficiali e non ufficiali verso Paesi dove i loro diritti, in particolare il diritto a richiedere asilo, siano garantiti. Devono altresì cessare i finanziamenti ai centri di detenzione per i migranti, prevedendo al loro posto strutture di prima accoglienza che abbiano standard minimi e garantiscano il rispetto dei diritti fondamentali delle persone che vi sono accolte, a partire dalla libertà di movimento, con uno status di soggiorno legale, anche temporaneo, in Libia, in modo da evitare che i migranti siano esposti a costanti abusi. Pensiamo che sia necessario promuovere un’azione politica con l’UE per un intervento di ricerca e soccorso ed in particolare riteniamo urgente che l’Italia, in quanto Stato costiero, torni a coordinare le attività di SAR nel Mediterraneo e supporti attivamente il lavoro ad oggi svolto dalle ONG. Chiediamo infine una riforma delle politiche europee d’asilo che vada nella direzione di una ripartizione equa tra gli stati, salvaguardando la dignità delle persone che arrivano alle nostre frontiere, nel rispetto dei principi della nostra Costituzione (ex. Art 10), della legislazione europea e internazionale”.
È sul fronte del salvataggio delle vite umane che ci piacerebbe veder impegnata l’Italia, non su quello del sostegno alle bande che si contendono il controllo della Libia. Il nostro paese deve invertire la rotta e cessare di essere corresponsabile per le violazioni e gli abusi commessi in Libia.
La Tavola della Pace di Cremona.