Spazi di lavoro condivisi
Un esempio virtuoso di coworking tra volontariato e impresa è quello di Vitamina C, nato, nel 2016, in seno al Centro di Servizi per il Volontariato di Varese (oggi Csv Insubria, che comprende anche il territorio di Como) e fondato sul concetto di contaminazione tra il terzo settore e l’imprenditorialità: hubspazi di lavoro condiviso in cui la collaborazione tra diverse realtà è fucina di innovazione, impegno, relazioni e reciprocità. «L’idea alla base, frutto di un progetto più ampio finanziato da Fondazione Cariplo – racconta la referente Paola Provenzano – è stata quella di recuperare uno spazio, all’interno della nostra sede, e farne un vero e proprio luogo di incontro tra il profit e il no profit, che i liberi professionisti potessero utilizzare per il loro lavoro a titolo gratuito, ma mettendo a disposizione parte del loro tempo e delle loro competenze per progetti legati al volontariato e al terzo settore. Una proposta basata sul concetto di reciprocità e sullo spirito di condivisione che è stata accettata dalla maggior parte delle persone che si sono avvicinate alla nostra realtà ed ha visto nascere progettualità davvero interessanti. Ad esempio, durante la pandemia, molte associazioni si sono trovate in difficoltà nell’utilizzare i device per la comunicazione a distanza, così abbiamo lanciato una sorta di richiesta d’aiuto ai nostri hubspazi di lavoro condiviso in cui la collaborazione tra diverse realtà è fucina di innovazione, impegno, relazioni e reciprocità. «L’idea alla base, frutto di un progetto più ampio finanziato da Fondazione Cariplo – racconta la referente Paola Provenzano – è stata quella di recuperare uno spazio, all’interno della nostra sede, e farne un vero e proprio luogo di incontro tra il profit e il no profit, che i liberi professionisti potessero utilizzare per il loro lavoro a titolo gratuito, ma mettendo a disposizione parte del loro tempo L’esperienza Spazi di lavoro condivisi in cui la collaborazione tra diverse realtà è fucina di relazioni e reciprocità Un esempio virtuoso di coworking tra volontariato e impresa è quello di Vitamina C, nato, nel 2016, in seno al Centro di Servizi per il Volontariato di Varese (oggi Csv Insubria, che comprende anche il territorio di Como) e fondato sul concetto di contaminazione tra il terzo settore e l’imprenditorialità: E poi c’è “Vitamina C”: dove l’alleanza funziona collaborazioni importanti nascere alla macchinetta del caffè, scambi di opinioni e conoscenze in pausa pranzo, come accade
tra colleghi affiatati che fanno lo stesso lavoro. Una volta, una grafica freelance che doveva andare in maternità ha passato temporaneamente i suoi clienti ad un’altra professionista conosciuta qui, che glieli ha riconsegnati al suo rientro, senza che si creasse alcuna conflittualità. Tutto questo succede e si può fare, ma ci vuole la volontà di farlo succedere». A. Rov. so, creando una rete viva e sensibile, capace di tenere insieme elementi diversi e stimolanti. «La pandemia ha un po’ rallentato le cose, ma adesso stiamo ripartendo e, di certo, quello che abbiamo costruito fino a qui proseguirà. È un processo complesso, che richiede un enorme investimento di tempo ed energie e si basa su equilibri delicati e sul lavoro in sinergia, ma che porta a risultati confortanti. Tra le cose che ci fanno più piacere ci sono sicuramente i rapporti che si instaurano tra i nostri hubber: abbiamo visto bers per chiedere la loro disponibilità a dare una mano a chi ne aveva bisogno e a tenere piccole lezioni sull’argomento. La risposta è stata molto positiva e, anche se sembra una piccola cosa, in quel momento il loro supporto è stato decisamente prezioso». Una partecipazione importante, quella dei professionisti in coworking, ai tavoli dedicati, ad esempio, al lavoro e alla disabilità, un coinvolgimento entusiasta e creativo con la possibilità, anche, di raccontare il proprio lavoro e il proprio percorso, creando una rete viva e sensibile, capace di tenere insieme elementi diversi e stimolanti. «La pandemia ha un po’ rallentato le cose, ma adesso stiamo ripartendo e, di certo, quello che abbiamo costruito fino a qui proseguirà. È un processo complesso, che richiede un enorme investimento di tempo ed energie e si basa su equilibri delicati e sul lavoro in sinergia, ma che porta a risultati confortanti. Tra le cose che ci fanno più piacere ci sono sicuramente rapporti che si instaurano tra i nostri hubber: abbiamo visto collaborazioni importanti nascere alla macchinetta del caffè, scambi di opinioni e conoscenze in pausa pranzo, come accade tra colleghi affiatati che fanno lo stesso lavoro. Una volta, una grafica freelance che doveva andare in maternità ha passato temporaneamente i suoi clienti ad un’altra professionista conosciuta qui, che glieli ha riconsegnati al suo rientro, senza che si creasse alcuna conflittualità. Tutto questo succede e si può fare, ma ci vuole la volontà di farlo succedere».
di Alessia Roversi
Per gentile concessione della redazione de La Provincia