ETS e PA insieme nei Piani di Zona
“ETS e PA insieme nei Piani di Zona: strumenti ed esperienze” è il titolo del secondo appuntamento del percorso dedicato ai Piani di Zona – promosso da CSV Milano insieme ad ATS Milano Città Metropolitana e i Forum del Terzo settore Adda Martesana, Alto Milanese e Città di Milano – che si è tenuto online martedì 28 settembre 2021, durante il quale sono state presentate alcune esperienze di collaborazione tra Pubblica Amministrazione e Terzo settore realizzate nell’ambito metropolitano a sostegno dello sviluppo sociale del territorio.
I lavori si sono aperti con i saluti e il messaggio dal presidente CSV Andrea Fanzago. Sono intervenuti come relatori: Aurelio Mosca, direttore sociosanitario ATS Milano; Rossella Sacco, portavoce Forum TS Milano; Guido Ciceri, direttore Sercop; Paolo Nicolodi, vice portavoce Forum TS Adda Martesana; Alberto Fedeli, portavoce Forum TS Alto Milanese; Ennio Ripamonti, docente Università Cattolica di Milano e Metodi. L’incontro è stato moderato dal direttore CSV Marco Pietripaoli.
«La fotografia, ad oggi, delle interlocuzioni nei Piani di zona – premette il presidente di CSV Milano, Andrea Fanzago – è a macchia di leopardo. Nei 16 ambiti territoriali metropolitani troviamo percorsi molto differenti tra loro. C’è chi ha organizzato Tavoli tecnici; chi manifestazioni di interesse; chi sta ancora scegliendo quali strumenti adottare». Uno scenario in cui «Il Terzo settore deve pretendere il diritto di partecipazione alla programmazione – continua Fanzago – in virtù della sua specifica funzione pubblica e della natura dei soggetti che ne fanno parte. Un ruolo riconosciuto e valorizzato dalle istituzioni, soprattutto durante la pandemia, che anche in questa occasione è pronto per fare la sua parte con risposte adeguate e in tempi certi».
Nella prima parte dell’incontro, Aurelio Mosca, direttore sociosanitario ATS Milano, ha presentato la mappa degli uffici di piano della Città metropolitana, mentre Rossella Sacco ha illustrato gli ambiti territoriali dove sono presenti i Forum del Terzo settore.
A seguire la presentazione di quattro esperienze di collaborazione tra Enti Pubblici e Terzo settore.
Guido Ciceri, direttore di Sercop, ha spiegato che nel Rhodense, da diversi anni, c’è un clima politicamente favorevole che ha dato vita a proficue collaborazioni e ha portato come esempio il progetto “Oltre i perimetri”. Un percorso iniziato fin dal primo Piano di Zona dove si è costruito un sistema che consentisse un elevato livello di partecipazione sia del Terzo settore sia degli altri attori coinvolti nel processo di programmazione. «La partecipazione attiva dei diversi soggetti nel tempo – spiega Ciceri – ha modificato anche il loro modo di agire, predisponendoli ad un “gioco cooperativo”, costituito da alleanze durature verso una visione strategica della comunità locale». In particolare, la presenza di organismi di partecipazione, in una accezione molto ampia (tavoli di coprogettazione, organismi di rappresentanza, laboratori di comunità e workshop tematici) ha contribuito in modo essenziale alla rappresentazione e all’analisi dei bisogni e dei problemi sociali, in quanto strutturalmente più vicini al territorio. «La circolarità – afferma il direttore di Sercop – tra la fase di emersione dei bisogni, la loro lettura e analisi e la definizione delle politiche, e di conseguenza delle scelte da parte del decisore politico, è un’essenziale premessa per una programmazione sociale efficace, in grado cioè di mettere in campo misure che effettivamente rispondano ai bisogni ed incidano sui problemi sociali del territorio. Il progetto Oltre i perimetri – generato e sviluppato all’interno del Pdz – è diventato il motore generativo delle progettualità territoriali. La sua forza – continua – è stata quella di rigenerarsi e modificarsi in relazione al progressivo scompaginamento di ruoli tra Terzo settore a e Pubblica amministrazione. Si è passati quindi dalla committenza alla partnership con un progressivo ridisegno del welfare locale: una parte dedicata al welfare dei servizi tradizionali e l’altra al welfare di comunità».
Per l’ambito Martesana, Paolo Nicolodi, vice portavoce Forum TS Adda Martesana, il punto di svolta nel dialogo con gli enti pubblici «è avvenuto con gli Stati generali della comunità generativa del 2019: un percorso di promozione della cultura della corresponsabilità e dei legami sociali a presupposto di un nuovo modello di welfare, più efficace, più sostenibile, più generativo». Frutto di questa esperienza è il Comitato della Comunità Generativa, formato da: responsabili degli ambiti territoriali di Pioltello, Cernusco sul naviglio, Melzo e Trezzo d’Adda; rappresentanti del Forum del Terzo settore della Martesana; delegato di ATS Milano; delegato di CSV Milano, referenti di Fondazione di Comunità Milano. «L’obiettivo – continua Nicolodi – è quello di favorire il radicamento sul territorio di pratiche generative nella costruzione e gestione delle politiche sociali. Si pone quindi come promotore di occasioni progettuali, di dialogo con i territori ed i loro organismi per stimolare sinergie, economie di scala e esercizi di governance diffusa. Una metodologia di lavoro e allo stesso tempo un’azione con un respiro più culturale, perché rispondere ai bisogni è importante ma, lo è altrettanto condividere tra diversi soggetti una visione di processo e direzione comune. Questa esperienza – continua – rischia di non essere efficace se non è seguita da una prassi continuativa che sfocia in una vera e propria coprogrammazione e verifica dei risultati e coprogettazione di interventi. Io la definirei coprogettazione di sistema, non su un singolo servizio ma stabile e aperta alla rete territoriale».
Alberto Fedeli, portavoce Forum TS Alto Milanese, ha ammesso che nel Legnanese e Castanese non ci sono esperienze strutturate come le precedenti: «In questa nuova programmazione, per la prima volta, è presente anche il Forum del Terzo settore che ha partecipato al primo tavolo di programmazione e progettazione condivisa con gli enti pubblici. In questo luogo, in cui abbiamo condiviso le regole di processo, abbiamo portato il nostro contributo indicando linee e obiettivi da perseguire nei singoli ambiti territoriali. A settembre è stato pubblicato un avviso di manifestazione d’interesse per la costituzione di un elenco di soggetti interessati a partecipare ai tavoli tematici per la progettazione partecipata della programmazione zonale 2021/2023».
«A Milano – racconta Rossella Sacco – il Forum ha concretizzato un rapporto formale con il comune attraverso la sottoscrizione di un protocollo d’intesa che definisce la coprogrammazione congiunta. Per il momento abbiamo collaborato solo con la direzione delle Politiche sociali attraverso la partecipazione ad alcuni tavoli tematici per la programmazione degli interventi. Speriamo che, in futuro, di aprire il dialogo anche con le altre direzioni dell’amministrazione comunale».
Ha chiuso l’incontro Ennio Ripamonti, docente all’Università Cattolica di Milano e formatore per Metodi, secondo il quale «Queste esperienze mostrano come la coprogrammazione e la coprogettazione stanno cominciando a ingranare, a trovare delle architetture e delle forme di collaborazione stabili e non più estemporanee». Questi i punti salienti del suo intervento.
«Ma che cos’è la coprogettazione e la coprogrammazione? È solo un dispositivo amministrativo o una forma per superare il rapporto fornitore/cliente, di welfare prevalentemente erogativo?» si chiede Ripamonti, «io direi che è il passaggio da erogatore a partner. Quindi questi percorsi sono dei veri e propri dispositivi che possono rinnovare le politiche pubbliche, che tolgono gli enti dall’ansia di vincere l’appalto, magari in concorrenza con altri. E qui in Lombardia lo sappiamo bene, perché è la regione che in Italia ha più esternalizzato i servizi sociali creando così pezzi di Terzo settore “ammalati” di dinamiche competitive e di aziendalismo. Questi esempi, invece, ci dimostrano che il Terzo settore ha voglia di fare politiche pubbliche e questi paradigmi di bene comune ne sono l’esempio. Secondo me questi sono gli anni buoni tenendo conto di quello che abbiamo davanti».
Ma come saranno gestiti questi processi di welfare nel futuro?
«Questa (immagine a destra) è una frase del Presidente Mattarella che ben rappresenta che cos’è la coprogettazione e la coprogrammazione: forme per produrre democrazia. E su questo mi permetto di suggerire il libro di Roberto Esposito “Pensiero istituente”, che spiega come le istituzioni nascono attraverso esperienze che si consolidano attraverso percorsi intersoggettivi in cui sono i singoli a tenerli in vita modificandoli, senza crearli da zero, né ricevendoli da altri o restituendoli ad altri. Quindi anche il Terzo settore è una istituzione e i processi di coprogrammazione e coprogettazione sono progetti istituenti, cioè istituiscono un’idea di ciò che sono oggi i beni comuni.
«Come vediamo nell’immagine (a sinistra) oggi il benessere della nostra società è un gioco a due fra Pubblica amministrazione e Terzo settore dove quest’ultimo ha la funzione di allargare e includere anche altri soggetti al di fuori dei propri confini: cittadinanza attiva non organizzata, estemporanea, pezzi di imprese che, con la responsabilità sociale d’impresa, hanno voglia e desiderio di partecipare al bene comune. Occorre quindi osare, avere l’ambizione di allargarsi, cioè fare welfare di comunità. Le tante cose dette oggi mostrano come i processi sono maturi, esistono le architetture istituzionali, ci sono soggetti altri che hanno voglia di contribuire al welfare per fare sviluppo di comunità».
Riportiamo di seguito il video integrale della serata.