Manager per il Sociale di Manageritalia Lombardia: 300 super esperti a servizio del volontariato
L’associazione aderisce al progetto RigeneraETS.net. Dirigenti, direttori generali e amministratori delegati offrono gratuitamente le proprie competenze ed esperienze professionali. “ Il ruolo del Manager è anche quello di contribuire al bene comune” dice Giancarla Bonetta, coordinatrice del Gruppo Manager per il Sociale
Una crescita straordinaria: partito con un drappello di una decina di volontari nel 1999, ora ne conta oltre 300. È anzitutto nei numeri il successo del Gruppo Volontariato “Manager per il Sociale”di Manageritalia Lombardia. Dirigenti, amministratori delegati, direttori generali e altre figure professionali di alto profilo che mettono a disposizione (gratuitamente e disinteressatamente) tempo, competenze ed esperienze per la promozione e lo sviluppo del sociale e del bene comune. Non solo consulenze al bisogno, ma un vero proprio accompagnamento e una formazione manageriale alla soluzione di problemi strutturali, o all’avvio di progetti di imprenditoria sociale. Al punto che hanno avviato anche una collaborazione con ALTIS – Università Cattolica -al Master per l’Imprenditorialità Sociale, per aiutare i partecipanti a tradurre la teoria in pratica.
Manageritalia Lombardia è una delle associazioni che costituiscono la Federazione nazionale di rappresentanza dei Dirigenti e Quadri di commercio, trasporti, turismo, servizi e terziario avanzato. «Il numero dei soci aderenti al nostro gruppo è in continuo aumento – afferma Giancarla Bonetta, coordinatrice del gruppo – soprattutto negli ultimi anni, è cresciuta la sensibilità su questi temi, non solo da chi ha chiuso la sua esperienza lavorativa, ma anche da parte di coloro che sono ancora in servizio, aiutati dallo dalla possibilità di svolgere alcune attività di supporto da remoto».
Quali sono le principali problematiche che vi sottopongono gli enti di Terzo settore?
Le esigenze degli ETS spesso nascono da problemi specifici che vanno dall’amministrazione dell’ente stesso alla redazione del suo bilancio, dalla comunicazione al marketing, arrivando anche alla richiesta di un’analisi e revisione strutturale dell’organizzazione non profit medesima. Un ventaglio variegato a cui cerchiamo di rispondere con le tante professionalità volontarie di cui disponiamo al nostro interno.
Se rimboccarsi le maniche è stato il primo comandamento del Terzo settore durante la pandemia, quale sarà secondo lei la parola d’ordine per il futuro?
Le organizzazioni hanno bisogno di ripensare la propria attività, rivolgendosi verso vecchi o nuovi bisogni, in ogni caso rivisti alla luce dei cambiamenti in atto. Mutare la visione del futuro comporta una riorganizzazione, la necessità di ristrutturarsi e di ridarsi un assetto diverso. L’esperienza manageriale offerta da tanti colleghi, provenienti dai diversi settori imprenditoriali, è in grado di aiutare le organizzazioni non profit non solo ad analizzare la propria struttura attuale, ma anche a valutare come poter intervenire per migliorare, per crescere, per rispondere al meglio ai bisogni sociali emergenti. Quindi l’assetto organizzativo degli enti di Terzo settore è ciò che contraddistingue il nostro supporto al volontario.
La pandemia ha innescato un aumento esponenziale della domanda di servizi. Così come c’è stato un brusco calo delle entrate in alcuni segmenti del Terzo settore. Quali potrebbero essere le prime azioni che la classe dirigente del non profit dovrebbe mettere in pratica?
Affrontare la riorganizzazione vuol dire anche utilizzare al meglio i fondi. Per esempio, nella nostra associazione c’è un team dedicato al tema del fundraising. A questo proposito, abbiamo organizzato delle sessioni interne per un approfondimento sugli strumenti che gli ETS potrebbero utilizzare per incrementare la visibilità della propria reputazione, della propria mission, dei propri progetti e, di conseguenza, la loro raccolta fondi. Si tratta a volte di operazioni semplici come mantenere aggiornata la propria mailing list, rinfrescare il proprio sito web, o come utilizzare al meglio gli strumenti digitali, come i social media per esempio. Certamente un aspetto fondamentale è quello delle sinergie, unirsi e fare rete per ottenere migliori risultati. Un altro progetto sul quale stiamo lavorando è lo sviluppo della collaborazione tra i mondi profit e non profit. Coniugare gli obiettivi di sostenibilità delle aziende con i progetti messi in campo dal Terzo settore. E infine, ma non ultimo promuovere la co-progettazione con le istituzioni.
Perché avete aderito a RigeneraETS.net
Con CSV abbiamo una collaborazione molto stretta che si è consolidata negli anni. E quando ci è stato proposto di aderire a questo progetto abbiamo subito accettato. È un progetto ambizioso e impegnativo, ma cruciale per il futuro del Terzo settore, sia perché il non profit fa i conti con le modifiche avviate dalla Riforma, sia perché le associazioni attraversano una fase di difficoltà dopo la pandemia. E poi di fronte alle numerose emergenze sociali ed economiche, di fronte alle nuove povertà che avanzano, il Terzo settore riveste oggi, e rivestirà domani, un ruolo sempre più importante. Ecco perché è indispensabile unire le forze di tanti per portare avanti il benessere della comunità.