Ban The Bomb: percorso online di informazione e sensibilizzazione sulla questione delle armi nucleari con Pax Christi
Ban The Bomb è un percorso online di informazione e sensibilizzazione sulla questione delle armi nucleari e il Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari entrato in vigore il 22 gennaio 2021, non ancora ratificato dall’Italia e dai Paesi Nato.
Il percorso si svolgerà tra marzo ed aprile 2022, (in quattro incontri) rivolti ad insegnanti, educatori e persone interessate a promuovere nei contesti giovanili la comprensione della questione nucleare nel mondo globalizzato e presentare le iniziative da mettere in atto perché l’Italia sottoscriva questo Trattato che rende illegale, la produzione, l’acquisizione, il possesso o il dispiegamento di armi nucleari.
Tra i relatori figurano il vescovo di Cremona Antonio Napolioni, il vescovo Giovanni Ricchiuti, presidente di Pax Christi, Lisa Clark rappresentante italiana della Campagna ICAN, Francesco Vignarca della Rete Pace e Disarmo e don Fabio Corazzina, formatore. Tra gli strumenti operativi proposti, anche un laboratorio interattivo per giovani.
Il percorso è promosso da Pax Christi e dalla Diocesi di Cremona sollecitati dalla forte leadership di papa Francesco che ha definito “illegale e immorale la produzione e il possesso di armi nucleari” ed ha auspicato più volte l’urgenza del disarmo nucleare.
In allegato, il programma e la scheda di iscrizione da inviare entro il 31 gennaio a paxcremona@gmail.com
A 75 anni dalla distruzione atomica di Hiroshima e Nagasaki, purtroppo, si è continuato a produrre nuove armi nucleari con potenzialità distruttive di gran lunga superiori a quelle impiegate in Giappone.
Oggi, sono circa 14mila le testate nucleari presenti nel mondo e si stanno realizzando nuovi vettori, gli F35, per rendere più facile il loro utilizzo.
Anche in Italia, nelle basi di Ghedi (Brescia) e di Aviano (Pordenone) sono depositati circa 40 ordigni nucleari.
La presenza di tante testate nucleari genera a livello globale, un “fragile equilibrio del terrore” perché legato ai rischi di un errore, di un possibile incidente, anche di natura terroristica, con conseguenti terribili catastrofi.
Specialmente oggi che l’umanità intera si trova ad affrontare le difficili sfide della pandemia, del cambiamento climatico e della povertà, il papa ricorda che “la spesa per le armi nucleari sperpera la ricchezza delle nazioni e che assegnare una priorità a tale spesa è un errore e una cattiva collocazione delle risorse, che sarebbe molto meglio investire nei settori dello sviluppo umano integrale, l’istruzione, la salute e la lotta contro la povertà estrema.” Il disarmo nucleare è dunque anche una questione di giustizia. E questo tema è stato affrontato dalla Diocesi in un dibattito lo scorso aprile.
Un segnale positivo sulla via del disarmo nucleare è rappresentato proprio dal Trattato Onu di Proibizione frutto del lavoro intenso della società civile internazionale attraverso la Campagna “ICAN“ (International Campaign to Abolish Nuclear Weapons), che raggruppa 400 organismi di società civile e che è stata insignita del premio Nobel per la pace proprio per l’importante lavoro svolto.
Oggi, tante Associazioni, Enti locali, realtà culturali e religiose, attraverso la Campagna “Italia Ripensaci” si sono attivate per chiedere al nostro paese a rivedere la propria posizione e di sottoscrivere il Trattato.
E’ un obiettivo che si può raggiungere solo creando una diffusa presa di coscienza e una seria mobilitazione che diventi capace, come ha fatto la campagna ICAN, di raggiungere i livelli istituzionali.
Una strategia che ha bisogno, tra l’altro, di formatori, educatori, insegnanti che sappiano trasmettere la cultura della pace alle nuove generazioni ed essere sempre più nei loro contesti dei veri “artigiani di pace”.