“Radici di comunità – Indagine su bisogni e risorse dei territori e sullo sviluppo degli ecosistemi collaborativi” presentata a Lodi
“Radici di comunità”, in una nuova ricerca la fotografia della collaborazione fra reti di organizzazioni non profit in provincia
Nata da un progetto di CSV Lombardia Sud, la ricerca è stata presentata presso la Sala della Musica della Fondazione Cosway a Lodi
Enti di Terzo settore, istituzioni e cittadini che sanno organizzarsi, mettersi in rete e rispondere con progetti anche inediti a bisogni sociali nuovi. È quanto emerge da “Radici di Comunità – Indagine su bisogni e risorse dei territori e sullo sviluppo degli ecosistemi collaborativi”, la ricerca realizzata da CSV Lombardia Sud (Centro di Servizio per il Volontariato di Cremona, Lodi, Mantova, Pavia) e presentato ieri nella sala della Musica della Fondazione Cosway a Lodi. La ricerca ha reso evidente come le dinamiche di collaborazione presenti all’interno di percorsi progettuali e collaborativi nelle quattro province in cui CSV Lombardia Sud è presente siano capaci di mitigare gli effetti delle crisi e di rinforzare i fattori protettivi delle nostre comunità. Dopo l’introduzione della presidente di CSV Lombardia Sud Maria Luisa Lunghi letta dal Vice Presidente Nicola Cappabianca, di Duccio Castellotti presidente della Fondazione Banca Popolare di Lodi e di Mauro Parazzi presidente della Fondazione Comunitaria della Provincia di Lodi, le motivazioni e i contenuti della ricerca sono stati presentati dal direttore di CSV Lombardia Sud Paola Rossi, mentre Alice Moggi, per conto del gruppo di ricerca, ha illustrato gli elementi di maggior interesse per il territorio provinciale.
Durante l’incontro Lorenzo Tornaghi – ha spiegato le conclusioni della ricerca di Ennio Ripamonti attraverso le quali è emerso che la collaborazione sociale funziona come le foreste: entrambe necessitano di cura e di attenzioni, spesso negli aspetti meno visibili e più sotterranei; nel caso delle comunità umane questo lavoro di cura chiama in causa il paziente lavoro di tessitura sociale (fra individui, famiglie, gruppi e organizzazioni) che consente la crescita di società locali sane, solidali e resilienti.
GLI ESITI DELLA RICERCA IN PROVINCIA DI LODI. In provincia la Ricerca di Comunità ha intercettato 7 esperienze progettuali, che coinvolgono complessivamente 145 Enti del Terzo settore e istituzioni; si tratta di quattro esperienze sviluppate nell’ambito del Bando Volontariato 2020, una sostenuta dalla Fondazione con i bambini, una sostenuta da Fondazione Cariplo, alle quali si aggiunge un percorso costruito a prescindere da linee di finanziamento specifiche. Complessivamente sono state coinvolte nelle interviste 20 persone tra volontari e operatori dei servizi, di cui 14 donne e 6 uomini.
L’ATTIVAZIONE DELLE RETI. Nel territorio lodigiano sicuramente uno dei fattori principali che ha promosso attivazione è stata la REAZIONE (alla pandemia) Una reazione sviluppata da tre diverse dimensioni: emersione di nuovi bisogni legati all’emergenza sanitaria, l’aggravamento delle problematiche già esistenti e l’esigenza di sviluppare – in fretta – nuove modalità di risposta. Non una reazione “impulsiva” e “scomposta” ma “CONSAPEVOLE”. Altro fatto principale quindi è stata la CONSAPEVOLEZZA (del cambiamento) Nella consapevolezza che la pandemia stava cambiando radicalmente il contesto e nella presa d’atto della chiara difficoltà dei servizi di rispondere ai bisogni, sia in presenza di richieste esplicite che no, si è sviluppata una RIFLESSIONE CONDIVISA, fondata su una sensibilità comune sui problemi sociali, una condivisione di valori, ma anche su esperienze pregresse, che hanno permesso di ripartire subito “più forti di prima”.
COINVOLGIMENTO NELLA RETE I processi di coinvolgimento di altri soggetti, pubblici e privati, nella rete si sono fondati principalmente su un sistema di relazioni consolidare e di rapporti di fiducia tra soggetti che operano sullo stesso territorio e su problematiche simili.
Le reti si sono allargate e consolidate grazie a: esperienze pregresse, condivisione di valori e ideali, affinità di temi trattati e modalità di lavoro, ma anche dalla credibilità dei soggetti coinvolti che hanno permesso di sviluppare un processo virtuoso di integrazione di diverse competenze e di possibilità di condividere anche le problematiche incontrate. Cioè la volontà di condividere esperienze ha permesso anche di condividere i problemi.
FUNZIONAMENTO DELLA RETE
I processi collaborativi hanno funzionato bene quando le reti sono state capaci di adottare un metodo di lavoro ed un’organizzazione chiara e definita; ed in particolare quando hanno definito in modo chiaro ruoli e competenze di ognuno; valorizzando l’apporto di tutti.
Un altro importante fattore di successo per le reti è stato il DIALOGO (e confronto stabile) come STRUMENTO DI RELAZIONE In un contesto definito, caratterizzato dalla volontà di mettere insieme diversi punti di vista, ponendo le basi per un reale coinvolgimento dei soggetti della rete, in una logica di continuità. Ogni passaggio un momento di consolidamento.
Questo ha permesso lo sviluppo di nuove progettualità viste come un progressivo consolidamento della rete.
Sono emerse in particolare alcune questioni sociali che riguardano i minori, gli anziani e le persone con disabilità; emerge chiaramente che è sempre più urgente costruire e strutturare reti stabili di collaborazione per far fronte ai tanti e diversi problemi sociali
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