Sergio Conti Nibali. Educare al civismo
Il volontariato si può imparare da piccoli? Intervista al pediatra Sergio Conti Nibali, direttore di Uppa magazine
Tratto da VDossier
I bambini imparano osservando i comportamenti degli adulti che si occupano di loro: è un’attitudine innata che si allena sin dalle prime epoche della vita. Un neonato posto a contatto pelle a pelle sul corpo reclinato della mamma e lasciato libero di attivare i suoi riflessi primari, striscia alla ricerca della prima poppata e alza la testolina nel tentativo di incrociare il volto e lo sguardo della sua mamma. Sin dalle prime settimane tenta di imitare le espressioni del volto dell’adulto di riferimento e entro i 2 anni di età è capace di comprendere gli stati d’animo delle persone che gli stanno vicini, tanto da potere affermare che sviluppano già a quell’età delle competenze empatiche. Ovviamente tutte queste abilità e competenze vanno “allenate” e vengono sostenute dai comportamenti dei genitori dai quali i bambini apprendono. In base a queste considerazioni i bambini vanno educati (anche) al civismo sin da piccoli.
[…] E’ vero che i bambini, nel corso del loro neurosviluppo, attraversano periodi nei quali è più spiccata la ricerca del piacere personale, la voglia di “comandare” e di opporsi alle regole che permettono di stare bene insieme; tuttavia, al contempo, dalle precedenti considerazioni emerge come ci sia molto altro nel repertorio delle competenze dei bambini che può essere allenato e, nel tempo, coltivato. I bambini vanno accompagnati nel loro percorso di crescita da adulti che devono avere la consapevolezza che i comportamenti “fuori dalle regole” possono fare parte del normale neurosviluppo dei bambini, che non devono essere repressi, ma accolti e compresi. Dalla relazione con i loro adulti di riferimento (genitori, tate, insegnanti, nonni…) i bambini pian piano svilupperanno quelle competenze, anche quelle sociali, che permetteranno loro di sviluppare un senso civico; ammesso che questo faccia parte della cultura dell’ambiente educante.
[…] Il genitore ha un ruolo essenziale nello sviluppo dei bambini e i bambini hanno la necessità di trovare in lui un adulto che lo accompagna con affetto, competenza e autorevolezza nel loro percorso.
[…] I bambini non sono molto interessati alla quantità di tempo che un adulto trascorre con loro, quanto – piuttosto – alla sua qualità… il racconto di come è stato impiegato il tempo fuori di casa può rappresentare una storia accattivante per i più piccoli e, perché no, da riprodurre. E quando saranno più grandi, in base all’attività che i genitori svolgono, potrebbe essere una bella esperienza per un bambino andare a far volontariato con mamma o papà.
[…] Occorre, però, essere prudenti nel proporre esperienze di questo tipo e non è possibile generalizzare. Un consiglio, però, mi sento di dare: come per tutte le scelte che i ragazzi faranno nella loro vita, è importante che vengano sostenuti e accompagnati dai loro genitori che devono preoccuparsi della realizzazione dei progetti di vita dei loro figli e non dovrebbero, al contrario, subire condizionamenti per “accontentare” le aspettative di mamma e papà.
SERGIO CONTI NIBALI: medico e direttore della rivista “Uppa magazine”. È stato componente del Comitato nazionale multisettoriale per l’allattamento del ministero della Salute, è responsabile del gruppo nutrizione dell’Associazione Culturale Pediatri (ACP) e socio fondatore dei “No Grazie” che promuovono scelte consapevoli in ambito sanitario. Collabora alla stesura del Rapporto sull’attuazione della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia. È autore di oltre duecento pubblicazioni su riviste scientifiche nazionali e internazionali.
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