“Cucinare al fresco”, il ricettario dal mondo carcere
Un nuovo ricettario in formato tabloid. Torna “Cucinare al fresco”, il progetto in co-marketing con LarioIN, che viene presentato alla libreria Ubik di Como martedì 19 luglio alle 18. L’iniziativa, nata nella Casa Circondariale di Como da un’idea di Arianna Augustoni – coordinatrice del format insieme ad Alessandro Tommasi e Giuseppe Bevilacqua – è sviluppata interamente a titolo di volontariato e i contributi vengono interamente utilizzati per la stampa delle pubblicazioni.
“Ci vuole spesso coraggio per affrontare le situazioni complesse, ma ci vuole anche grande entusiasmo per arrivare dritti all’obiettivo”. Questa la filosofia che accompagna da anni la redazione che lavora ai ricettari: ad oggi ne sono stati pubblicati 15, tra print e formato digitale, acquistabili a un prezzo simbolico su Amazon. Il nuovo format presenta otto pagine di ricette, otto pagine di idee, ma, soprattutto, un prodotto che profuma di speranza e di buone prassi. Piatti per l’estate, soluzioni light per mantenersi in forma tra cui spiccano pomodori ripieni ai frutti di mare, insalata messicana, insalata con burrata e zucca, insalata esotica e insalata di lingua (salmistrata), solo per citarne qualcuna.
“LarioIn è felice di poter sostenere “Cucinare al fresco”, un’iniziativa che amalgama tanti aspetti della vita di tutti noi in chiave positiva e proattiva”, commenta Guido Stancanelli, Presidente dell’associazione no profit LarioIn.
Un numero sempre crescente di detenuti, da dieci carceri diverse, si sta avvicinando all’iniziativa, il tutto coordinato dai sei redattori che, in periodo post covid, si ritrovano tutti i giorni per programmare l’attività. Tanti gli interventi anche a distanza, dal carcere di Bollate, per esempio, è arrivato il contributo di un ragazzo che, con cadenza regolare, trasmette i suoi piatti che abbinano la cucina francese a quella italiana.
“Ognuno ha un proprio ruolo e, ognuno una propria anima – racconta Arianna Augustoni – C’è anche chi, senza mezzi termini, ti addita dicendo di sentirsi sotto pressione, ci puoi rimanere male, ma di sicuro ti fa piacere perché sai che quella persona è viva e non ha problemi a prendere una posizione. Ma poi questa è la stessa persona che decide di occuparsi di una parte importante del progetto. C’è anche chi, nonostante mille pensieri, arriva con aria timida e si mette in un angolo, con la convinzione di evitare le domande complesse, ma ciò non è vero in quanto anch’egli ha un ruolo e deve raccontare la settimana, quello che è successo e come ha organizzato l’attività. E poi chi, con la propria cartella dei documenti, toglie in modo ordinato le carte che vanno a descrivere il progetto che, poco alla volta, sta prendendo forma”.