Corpo Europeo di Solidarietà: un volano per il mondo del lavoro
Agenzia Nazionale Giovani presenta il report di ricerca “Effetti della cittadinanza attiva nell’occupabilità dei volontari che partecipano al Programma Corpo Europeo di Solidarietà
Open mindset, networking, partecipazione attiva alla vita sociale e democratica, skill trasversali: sono queste, secondo la ricerca condotta dall’Agenzia Nazionale per i Giovani “Effetti della Cittadinanza Attiva nell’Occupabilità dei Volontari Partecipanti al programma ESC”, le caratteristiche principali acquisite dai volontari che hanno partecipato al Corpo Europeo di Solidarietà, progetto basato su di oltre 25 anni di programmi europei nei settori della gioventù e della solidarietà.
Il programma UE, gestito in Italia da Agenzia Nazionale Giovani, dal 2018 consente a migliaia di ragazze e ragazzi di vivere esperienze di volontariato e di solidarietà in tutta Europa nell’ambito di progetti destinati ad aiutare comunità o popolazioni. Le attività del programma sostengono infatti gli obiettivi della strategia UE per la gioventù 2019-2027, che incoraggia i giovani alla partecipazione attiva e responsabile in ambito sociale, economico, culturale, politico e civico attraverso opportunità di scambio in un contesto europeo.
Finalità primaria della ricerca è stato quello di individuare il potenziale impatto del programma sul mondo del lavoro per i volontari italiani che hanno partecipato ai progetti di volontariato europeo, indagando quanto questa esperienza abbia una ricaduta positiva sull’occupabilità, ma anche sul miglioramento delle proprie competenze e abilità personali.
Il 42,5% degli intervistati, su un campione totale di 244 soggetti (64 uomini e 153 donne) con un età media di 27,8 anni provenienti per il 60% dal Nord Italia, seguito dal 20% dal Sud e Isole e solo il 13,5% dal centro Italia, evidenzia come l’esperienza all’estero si dimostri una leva strategica per lo sviluppo di un pensiero più aperto sul piano personale e professionale; l’8,63% pone l’accento su un’aumentata consapevolezza del valore della diversità e dell’inclusione ottenuta rafforzando le proprie reti di relazioni extra-nazionali e apprendendo nuovi modelli culturali in ambito organizzativo e nella gestione delle relazioni; ancora, il 12% evidenzia come la partecipazione al programma favorisca lo sviluppo di competenze specifiche e trasversali.
Elemento rilevante da sottolineare, per rafforzare il messaggio che emerge da questi dati, è anche che al momento dell’intervista, la popolazione in analisi si trovava perlopiù in una condizione di occupabilità o di formazione (55,3% occupato e il 30,3% studente/tirocinante) e solo il 9% era in cerca di occupazione. Inoltre, l’85% conferma di essere intenzionato a svolgere ulteriore mobilità nel futuro dimostrando la consapevolezza di come l’investimento nella propria formazione possa essere un volano per trovare un impiego.
Tra le principali motivazioni alla base della scelta di aderire al programma Corpo Europeo di Solidarietà vi sono infatti sia l’esigenza di sviluppo personale per sperimentare e confrontarsi con un contesto diverso da quello domestico, sia la volontà di ampliare la propria dimensione professionale, migliorando le proprie skill e competenze, sia il desiderio di fare networking per costruire nuove relazioni.
«Il volontariato giovanile attraverso il programma Corpo Europeo di Solidarietà – dichiara Lucia Abbinante, Direttrice Generale di ANG – è un’opportunità straordinaria che allarga gli orizzonti conoscitivi dei giovani volontari coinvolti. Il confronto con altre culture, la crescita personale, la partecipazione attiva alla vita politica, culturale, democratica e civica in un contesto europeo contribuisce a formare cittadini del futuro rispettosi dei valori dell’inclusione, dell’uguaglianza, della sostenibilità sociale, economica, ambientale. La fotografia che ci restituisce la ricerca supera e abbatte tutti i luoghi comuni su una generazione che, quando non viene ignorata, viene raccontata come disinteressata e apatica: niente di più lontano dal vero. E’ dovere delle Istituzioni, al contrario, allargare queste opportunità, renderle più accessibili e superare il divario che in questa fascia d’età è ancora ricomponibile, prima che sia troppo tardi. La formazione anche in contesti non formali è un volano per il futuro, e la ricerca realizzata dall’Agenzia Nazionale Giovani dimostra proprio quanto esperienze di questo tipo contribuiscano ad arricchire le conoscenze e le competenze con ricadute positive in termini di occupabilità. Una nuova generazione di cittadini europei sta crescendo e merita maggiore attenzione».
La ricerca evidenzia infatti come la partecipazione al programma ESC abbia permesso di aumentare la consapevolezza dei partecipanti rispetto ai temi sociali (72,65%) – come democrazia, immigrazione, sostenibilità, uguaglianza, esclusione, cittadinanza, pari opportunità- confermando come l’esperienza all’estero faciliti lo sviluppo di una conoscenza poliedrica.
Pensiero critico, maggiore sicurezza in sé stessi e nelle proprie scelte, capacità di mediazione e adattarsi a differenti contesti e culture, skill linguistiche sono le principali competenze apprese rilevate da chi, tra il 2018 e il 2020, ha partecipato ai progetti del Corpo Europeo di solidarietà: un bagaglio formativo cruciale per affrontare le sfide future nel mondo del lavoro, ma anche nella vita.
(Fonte: Agenzia Nazionale Giovani)