Filiere più corte, filiere più forti: al via la ricerca di DESS Bergamo
Una ricerc-azione partecipativa per lo sviluppo del cibo sostenibile in provincia di Bergamo
Entra nel vivo la ricerca “filiere più corte, filiere più forti” promossa dal DESS, il Distretto di Economia Sociale Solidale della bergamasca. Per tutto il mese di luglio i consumatori bergamaschi potranno compilare un questionario online (disponibile qui) per esprimere la propria opinione sullo sviluppo della filiera corta bergamasca. È la seconda parte di un percorso iniziato con più di trenta interviste qualitative ad altrettanti produttori locali, che proseguirà con dei focus group e degli incontri dedicati con le istituzioni locali.
In Italia il consumo di prodotti biologici, sostenibili e a km 0 ha conquistato negli ultimi anni sempre piùattenzione e quote di mercato crescenti. Anche a Bergamo la tendenza è emersa seguendo il trendnazionale e da diversi anni si registra un crescente interesse per i prodotti a filiera corta associabili a principi di salute, qualità e sostenibilità ambientale. Si è così sviluppata anche nella nostra provinciauna rete distributiva fatta di negozi, mercati e gruppi di acquisto solidale orientati alla commercializzazione di prodotti biologici o a Km 0. Il dinamismo attorno ai temi dell’agricoltura sostenibile e della filiera corta ha avuto riflessi anche sul lato produttivo. In provincia sono nate alcune realtà cooperative pioniere del settore biologico che oggi si configurano a tutti gli effetti come buonepratiche a livello lombardo.
Ad oggi, tuttavia, non si dispone di un’analisi puntuale e mirata che fornisca un quadro esaustivo e specifico delle criticità che ostacolano lo sviluppo delle filiere del cibo sostenibile nella bergamasca. Da qui parte la ricecAzione partecipata “Filiere corte filiere più forti”, finanziata dalla Fondazione Istituti Educativi e promossa da numerose realtà sociali coordinate dal Distretto dell’economia sociale solidale, coordinata da Vittorio Rinaldi, docente universitario all’Università dell’Insubria e già presidente nazionale del consorzio Altromercato, insieme a Lorenzo Berlendis, già vicepresidente nazionale di Slow Food Italia.
La ricerca-azione vedrà il coinvolgimento attivo di entrambe le categorie interessate -produttori e rivenditori-, oltre che di figure istituzionali esperte nel territorio. Mettendo a confronto informazioni, punti di vista e dati forniti dai due gruppi, l’indagine accerterà cause e dimensioni del gap esistente tra domanda e offerta di prodotti sostenibili, facendo emergere gli ambiti merceologici e le filiere più promettenti per lo sviluppo di imprese alimentari sostenibili a filiera corta. La ricerca verificherà infine l’interesse e i suggerimenti dei produttori relativamente a possibili strumenti di marketing condiviso e adaccordi commerciali con negozianti e ristoratori sottoscritti sulla base di meccanismi di determinazionedei prezzi e servizi concordemente definiti secondo il modello del fair trade. L’obiettivo finale è quello di realizzare un vero e proprio piano di garanzia partecipata.