“Partecipo quindi dono”, l’impegno solidale delle persone di origine immigrata
Integrazione e solidarietà vanno di pari passo e si alimentano a vicenda. È quanto emerge dall’indagine “Partecipo quindi dono. L’impegno solidale delle persone di origine immigrata oltre la pandemia” curata da Maurizio Ambrosini e Deborah Erminio del Centro studi Medì con il supporto di CSVnet e la collaborazione dei Centri di servizio per il volontariato (Csv) italiani. Martedì 28 novembre appuntamento online con la presentazione del rapporto, in programma dalle 11 alle 12.30 sui canali YouTube e Facebook di CSVnet (qui i dettagli). A tre anni dalla prima ricerca, dedicata soprattutto all’impegno nel volontariato delle persone straniere, il focus di questo nuovo studio sono le pratiche più ampie di dono e d’aiuto che hanno coinvolto le persone di origine immigrata, a partire da due vicende drammatiche per il nostro Paese: la pandemia da Covid–19 e l’accoglienza dei profughi in fuga dal conflitto russo–ucraino.
Attraverso oltre 330 questionari – raccolti nel 2022 anche grazie al rapporto dei Csv con le associazioni dei territori, con le persone di origine immigrata socialmente impegnate e con le loro organizzazioni – 64 interviste narrative e l’analisi di 7 realtà associative formate da persone immigrate attive in diverse regioni, la nuova edizione offre uno spaccato significativo dell’impegno offerto da queste realtà, che durante le gravi emergenze degli ultimi anni (e non solo) si sono rimboccate le maniche per raccogliere e distribuire aiuti a favore di istituzioni, famiglie e persone appartenenti non solo alle minoranze dei connazionali, ma anche e soprattutto alla collettività. Un racconto che conferma il capovolgimento dello stereotipo dei cittadini immigrati da destinatari passivi di aiuto da parte degli italiani, a protagonisti attivi di pratiche di solidarietà.
Ma c’è di più: rispetto alle forme di impegno solidale studiate nella precedente analisi, il nuovo rapporto riscontra la capacità dei soggetti che ricadono sotto la definizione di “immigrati”, compresi i neocittadini italiani e le nuove generazioni cresciute in Italia, di aggregarsi in forme più o meno organizzate – associazioni regolarmente costituite, comunità religiose, semplici gruppi di connazionali – per attivarsi e prestare aiuto. Quella che emerge è un’immagine inedita di queste persone: si tratta sostanzialmente di una classe media che attesta la sua integrazione sociale anche mediante le pratiche di solidarietà. Una lettura che è piuttosto coerente con il quadro statistico. La presenza di cittadini stranieri in Italia è di poco superiore ai 5 milioni di persone (5.050.257 secondo i dati ISTAT). Contrariamente all’immaginario collettivo si tratta di una presenza abbastanza stabile negli ultimi anni. I soggiornanti comunitari sono di poco inferiori al 1.400.000 persone mentre, tra i cittadini non comunitari, il 60 per cento ha un permesso di soggiorno per lungo periodo, elemento che evidenzia un percorso di stabilizzazione in atto. Aspetto ancora meglio evidenziato dal continuo processo di acquisizione di cittadinanza italiana. Nel 2022 sono diventate italiane 133.236 persone, un percorso che dal 2008 al 2022 ha riguardato ben 1.683.353 persone. A raccontare i dettagli dell’indagine in occasione della presentazione di martedì 28 novembre saranno i curatori della ricerca, Maurizio Ambrosini e Deborah Erminio, con l’introduzione del direttore del Centro studi Medì, Andrea Torre, i saluti della consigliera di CSVnet Luisella Lunghi e le conclusioni della presidente dell’associazione nazionale dei Csv Chiara Tommasini.Nel corso della diretta sarà inoltre presentato “Partecipo quindi dono” il video realizzato dall’agenzia Genau anche grazie ai fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese, che racconta alcune tra le esperienze più significative dell’indagine attraverso le storie e le voci dirette dei protagonisti.Qui il programma.