XVII Giornata Nazionale del Braille a Cremona
Dal 3 agosto 2007, con una legge dello Stato, (decreto legge n.126), il governo italiano ha istituito la Giornata Nazionale del Braille allo scopo di diffondere la conoscenza dell’alfabeto Braille e al fine di incentivare le istituzioni ad attivarsi per promuovere iniziative ed eventi con l’intento di favorire la comunicazione e l’accesso per i non vedenti ed ipovedenti e per tutte le categorie di disabili per i quali esistono difficoltà di usufruire dei normali canali di informazione, allo studio, alla cultura, alla formazione professionale e all’arte, oltre a divulgare nelle scuole e in tutti gli ambienti culturali l’uso e la conoscenza dei sistemi utilizzati da queste particolari persone per inserirsi nel mondo dello studio e del lavoro.
Non bisogna dimenticare che il merito dell’invenzione dell’alfabeto Braille, un codice tattile che attraverso varie combinazioni di puntini inseriti in una casella rettangolare consente ai ciechi di tutto il mondo ancora oggi di leggere con le dita, in modo diretto e privato, è dovuta ad un giovane organista cieco dell’800, Louis Braille, il quale prese spunto da un sistema segreto utilizzato dai militari nelle loro escursioni notturne basato su punti e linee in rilievo, che i soldati potevano toccare al buio.
Lo stesso Louis forse non avrebbe mai immaginato che questa sua idea avrebbe rivoluzionato in seguito la vita di molti ciechi assoluti, consentendo loro di studiare, formarsi professionalmente ed uscire così dall’isolamento e dalla segregazione negli ospizi cui la cecità li costringeva, per conquistarsi un posto dignitoso nella società.
Oggi è normale conoscere persone non vedenti che svolgono diverse professioni, come il centralinista, il fisioterapista, l’insegnante, lo scrittore, il cantante, l’artista, l’avvocato l’imprenditore e tanto altro.
Ma al tempo di Braille le alternative non erano molte: o gli ospizi o i gradini delle chiese dove chiedere l’elemosina.
Perciò è facile comprendere l’alto valore che questa particolare giornata riveste per chi vive come me la condizione di cecità, perché, nonostante le nuove tecnologie che ci sono indubbiamente di grande aiuto, l’alfabeto Braille rimane pur sempre il modo più diretto e privato per leggere e scrivere.
Esistono le sintesi vocali, gli screenreader, è vero, indispensabili per chi non vede o vede poco, che ci permettono di utilizzare i pc, gli smartphone e di sentire gli annunci sui treni e sugli autobus, ma, come si può ben immaginare, non consentono privacy quando si è in mezzo alla gente e si vuol dettare un messaggio o chiamare un amico.
Per chi non li conosce, è oggi possibile trovare i caratteri Braille sulle scatole dei medicinali, sulle pulsantiere degli ascensori, sulle scale della metropolitana e sui telecomandi di alcuni televisori.
Io credo che il Braille andrebbe insegnato anche a chi perde la vista in età adulta e non solo a chi è cieco dalla nascita, come si tende a fare oggi, perché, anche se non si può raggiungere una fluente capacità di lettura, si può comunque riconoscere un farmaco o individuare il numero del piano sull’ascensore, ecc..
L’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Cremona, per celebrare il 21 febbraio, quest’anno organizzerà in quella data un incontro presso la scuola primaria Don Primo Mazzolari di Cremona, al quale interverrà il vicepresidente Pierluigi Chiappetti, esperto di Braille, ma non solo.
Insieme alla nostra impareggiabile segretaria Giulia, sarà presente anche un altro grosso aiuto per l’autonomia dei non vedenti, un bellissimo labrador, Eminem, appena uscito dalla scuola di addestramento, insieme al suo amico Michele Frosi, al quale farà da guida per le strade della nostra città.
Ma è previsto anche un altro interessantissimo evento, che si svolgerà nei prossimi giorni: la presentazione dell’edizione Braille dell’opuscolo “Casa Sicura” prodotto dal comando dei Vigili del Fuoco e stampato dall’UICI di Cremona.
UNIONE ITALIANA DEI CIECHI E DEGLI IPOVEDENTI
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