Sintesi del seminario: Una nuova forma di volontariato: i tutori di Minori Stranieri Non Accompagnati
Il 16 maggio 2024 si è tenuto a Parma il terzo incontro del ciclo di seminari organizzati nell’ambito del progetto di ricerca PRIN “VOLacross – Volontari, crisi ed innovazione sociale: un’analisi comparata e longitudinale”, a cura dell’Università di Milano e dell’Università di Parma, con la collaborazione di CSV Milano. Il seminario ha affrontato il tema della tutela dei Minori Stranieri Non Accompagnati (MSNA) con particolare riferimento alla figura del tutore volontario istituita con la Legge n. 47 del 2017, c.d. «Legge Zampa».
Il seminario si è aperto con i saluti istituzionali della Prof.ssa Chiara Scivoletto, direttrice del Centro Interdipartimentale per la Ricerca Sociale (CIRS) dell’Università di Parma e della Dott.ssa Claudia Giudici, Garante per l’infanzia e l’adolescenza della regione Emilia-Romagna.
Accennando ad un recente studio del CIRS, Chiara Scivoletto (CIRS) ha evidenziato tre nodi centrali della tutela: le procedure (nomina, svolgimento del ruolo, chiusura della tutela, post-tutela), le relative temporalità (durata più o meno lunga della tutela) e criticità (per esempio spesso i tutori sono nominati a ridosso del compimento della maggiore età dei minori) e le diverse forme di partecipazione dei tutori alla costruzione del progetto di tutela. Claudia Giudici (Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza dell’Emilia Romagna) ha tracciato un quadro generale del profilo normativo del tutore volontario, evidenziando la natura istituzionale del ruolo di tutela. I tutori sono infatti nominati dal tribunale dei minorenni. Sono inoltre soggetti che si impegnano a titolo gratuito e volontario in concertazione con tutte le istituzioni e gli operatori coinvolti nel progetto di tutela del minore, in un’ottica di terzietà. La tutela prevede la rappresentanza legale del minore, ma anche l’ascolto delle sue esigenze e l’accompagnamento nel suo percorso verso la maggiore età. Motivazione e sensibilità, dunque, sono requisiti importanti per svolgere questo ruolo ma, allo stesso tempo, lo è anche la capacità di collaborare con tutti gli attori coinvolti, facendo, per così dire, “sistema tra sistemi”.
Il ruolo dei tutori è stato poi approfondito nei tre interventi successivi. Roberta Ricucci dell’Università di Torino ha sottolineato l’importanza per i tutori di ascoltare il punto di vista dei minori, per evitare di appiattire i percorsi biografici e migratori sulla base di rappresentazioni stereotipate. Fondamentali sono anche lo sviluppo e il consolidamento di competenze specifiche che i tutori devono auspicabilmente acquisire, in ambito pedagogico, giuridico, sociologico, al fine di poter comprendere al meglio il minore, il suo percorso (paese di origine, contesto familiare), il contesto in cui si inserisce (normativa relativa alla tutela ma anche alle politiche migratorie e di inclusione dei migranti e relativi soggetti istituzionali). In tal senso, sottolinea Ricucci, sono tre i principali aspetti su cui i tutori dovrebbero concentrarsi: la collaborazione territoriale, il coordinamento con le istituzioni, la necessità di riflettere sul percorso dei minori dopo la maggiore età.
Massimo Conte di Codici Ricerca e Intervento (Milano) ha posto l’attenzione sull’importanza di riportare il ruolo del tutore volontario nella sfera della tutela dei diritti e della protezione della persona piuttosto che in quella degli affetti. Ha sottolineato l’impossibilità di delineare un’unica modalità di fare tutela. Molto dipende dalla specificità delle storie, dai sistemi di accoglienza in cui i minori vengono inseriti, dal posizionamento del singolo tutore (esperienza pregresse, ruoli, ecc.). Quella del tutore volontario è una figura ancora abbastanza recente. Manca quindi ancora una condivisione sistematica di esperienze pregresse che possano orientare le pratiche e le relazioni di tutela. A tal proposito, è emersa la necessità di sviluppare percorsi e risorse che accompagnino i tutori in processi di riflessione condivisa sul proprio ruolo, nell’ottica di favorire il confronto tra esperienze diverse e promuovere il supporto reciproco.
Alberto Anelli, Coordinatore Progetto SAI “Una città per l’Asilo” Ciac Onlus di Parma, ha delineato un quadro generale dell’accoglienza istituzionale dei MSNA e delle relative criticità e in particolare l’insufficiente disponibilità di posti e il conseguente sviluppo di sistemi paralleli meno tutelanti (per es. CAS per minori). Emblematico, in questo senso, il Centro Temporaneo di Martorano a Parma, recentemente istituito dalla Prefettura, in cui erano (alcuni sono tuttora) presenti anche MSNA in condizioni precarie e di forte fragilità (condizioni di promiscuità con adulti, assenza di riscaldamento, stato di salute cagionevole) e per i quali non è stato nominato nessun tutore volontario. Nel contesto parmense è emerso come spesso i tutori non siano nominati, a causa di processi di nomina lunghi e poco efficienti.
Nella seconda parte del seminario sono intervenuti tutori e tutrici che hanno portato la loro esperienza diretta, richiamando anche alcuni dei temi emersi dai relatori. Luca Cateni, da molti anni tutore volontario a Milano, ha sollevato l’importanza di esplicitare chiaramente, durante la formazione dei tutori, quali sono i compiti concreti che sono chiamati a svolgere nel quotidiano, cercando di far comprendere quale sia il loro ruolo (per esempio: iscrizione all’anagrafe, richiesta del permesso di soggiorno, iscrizione a scuola, accesso al sistema sanitario, ecc.). Ha rimandato al tema cruciale del rapporto tra tutore e altri attori istituzionali nonché all’importanza delle reti di supporto tra tutori quali opportunità di condivisione di esperienze e difficoltà comuni.
L’importanza della relazione di fiducia, non solo tra tutore e minore, ma anche tra tutti gli attori coinvolti – dal tribunale ai servizi sociali alle comunità di accoglienza – è emersa nuovamente nell’intervento di Paola Mastellari, referente regionale del Gruppo Tutori Legali di Minori Stranieri Non Accompagnati dell’Emilia-Romagna. Mastellari ha sottolineato l’esigenza dei tutori di essere supportati, dagli attori istituzionali, nel loro impegno. Ha posto l’accento sull’importanza di una formazione continua – anche in virtù dei frequenti cambiamenti normativi – alla quale dovrebbe aggiungersi una formazione comune e condivisa non destinata solo ai tutori ma a tutti i soggetti coinvolti.
(articolo a cura del Progetto Volacross)