Algoritmi per il Bene: l’impatto dell’intelligenza artificiale nel non profit
Dai sistemi di monitoraggio ambientale alla personalizzazione dell’istruzione, esploriamo come le organizzazioni non profit stanno sfruttando l’AI per affrontare le sfide globali, migliorare l’efficienza interna e trasformare i servizi sociali in modo innovativo ed etico
di Elisabetta Bianchetti
In un mondo in rapida evoluzione tecnologica, l’intelligenza artificiale (AI) suscita tanto entusiasmo quanto incertezza. Dal suo umile inizio negli anni ’80 con l’ascesa dei personal computer, che promettevano di ridurre la burocrazia e di mantenere traccia di compleanni e ricette, all’era odierna in cui i dispositivi si sono ridotti a dimensioni tascabili e si sono diffusi su scala globale, l’AI ha continuato a sorprendere con le sue capacità e il suo potenziale. Questo approfondimento, pubblicato sul sito Stanford Social Innovation Review (SSIR) dagli autori Kevin Barenblat e Brigitte Hoyer Gosselink, esplora come l’AI stia trasformando il settore non profit.
Mentre le aziende tecnologiche spingono i confini dell’innovazione, un settore meno evidenziato ma altrettanto dinamico è quello del non profit, dove l’AI viene sfruttata per affrontare alcune delle sfide sociali più urgenti con un approccio tanto cauto quanto innovativo. Il Terzo settore è notoriamente prudente nell’adozione di nuove tecnologie, sia a causa di budget limitati sia per la necessità di garantire che ogni investimento porti a un cambiamento tangibile e misurabile. Tuttavia, con l’avvento di soluzioni tecnologiche sempre più accessibili e l’aumento delle partnership, anche le ONP stanno iniziando a sperimentare e implementare queste tecnologie in modi che erano difficili da immaginare solo un decennio fa. Un’area particolarmente promettente è quella del sostegno ai 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) dell’ONU. Organizzazioni come Google.org hanno identificato un aumento significativo nell’uso dell’IA per accelerare i progressi verso questi obiettivi. In particolare, gli SDG relativi alla salute e benessere, istruzione di qualità e azione per il clima stanno vedendo trasformazioni radicali grazie all’introduzione di tecnologie basate sull’AI. Il suo uso nel monitoraggio e analisi dei dati climatici è un esempio evidente. Organizzazioni come WattTime la utilizzano per raccogliere dati satellitari, offrendo analisi precise sulle emissioni di gas serra, un contributo fondamentale per le politiche ambientali e la ricerca scientifica. Nel settore della salute, la startup RebootRx sfrutta l’AI per analizzare vasti database di ricerche mediche per accelerare la scoperta di nuove terapie farmacologiche contro il cancro, basandosi su farmaci già esistenti.
Le applicazioni dell’AI nel non profit si possono classificare in quattro categorie principali:
Strutturazione dei Dati: organizzazioni come Learning Equality utilizzano l’AI per organizzare e rendere accessibili enormi volumi di dati educativi, personalizzando i contenuti ai curricola nazionali di diversi Paesi.
Consulenza: tecnologie come chatbot e assistenti virtuali sono impiegati per offrire servizi di consulenza personalizzati. Per esempio Joy Education che utilizza l’AI per valutare le competenze di lettura dei bambini e fornire feedback personalizzati a educatori e genitori.
Traduzione: l’AI ha rivoluzionato la capacità delle organizzazioni di offrire servizi in molteplici lingue, migliorando l’accesso e l’inclusività. US Digital Response, per esempio, ha implementato strumenti per la traduzione di una serie di documenti come le richieste per l’assicurazione contro la disoccupazione in linguaggi più accessibili.
Piattaforme: alcune organizzazioni offrono piattaforme basate sull’AI che permettono agli utenti di personalizzare gli strumenti tecnologici secondo le proprie necessità. Playlab, per esempio, fornisce strumenti educativi che gli insegnanti possono adattare e condividere.
Sfide e Considerazioni Etiche
Nonostante il potenziale trasformativo, l’uso dell’AI nel settore non profit presenta diverse sfide, soprattutto etiche. La sicurezza dei dati, la privacy, la trasparenza delle decisioni automatizzate e la prevenzione di pregiudizi algoritmici sono questioni cruciali. Le organizzazioni devono affrontare queste sfide con rigorose politiche di governance e un impegno costante per la responsabilità sociale e la conformità etica. Mentre esploriamo le possibilità offerte dall’intelligenza artificiale, è fondamentale che le organizzazioni non profit continuino a valutare e adattare le loro strategie per massimizzare l’impatto. Con l’evoluzione delle tecnologie, nuovi modelli di impiego emergono costantemente, offrendo nuove opportunità per affrontare sfide complesse in modo più efficace. Questo approfondimento di Kevin Barenblat e Brigitte Hoyer Gosselink, pubblicato sul SSIR, sottolinea la necessità di un uso consapevole e strategico dell’IA nel terzo settore, permettendo di migliorare le operazioni interne, ma anche di rivoluzionare il modo in cui affrontiamo i problemi sociali globali. Le organizzazioni che sanno navigare quest’onda tecnologica, mantenendo al contempo un impegno etico e sociale, saranno quelle che definiranno il futuro del nostro impegno collettivo per un mondo migliore.