L’attività è saltuaria per metà dei volontari nel non profit
Articolo di Giulio Sensi tratto da CSVnet.it | Sono stati pubblicati dall’Istat i nuovi dati definitivi del Censimento permanente delle istituzioni non profit. Le statistiche diffuse presentano alcuni numeri ancora inediti su approfondimenti specifici, in particolare sul settore e il sotto-settore di attività prevalente delle istituzioni non profit, le caratteristiche socio-demografiche dei volontari impegnati come età, condizione professionale, cittadinanza, tipologia di attività svolta dai volontari, che sia sistematica (secondo una tempistica pianificata) o saltuaria (senza alcuna pianificazione o svolta in maniera occasionale). Presenti anche quelli relativi alla mission delle istituzioni non profit.
“Il settore non profit – spiega Sabrina Stoppiello, responsabile del Censimento permanente delle istituzioni non profit in un video diffuso da Istat – come sappiamo ha una fortissima componente solidale, basata su individui che offrono gratuitamente il loro tempo e le loro competenze. I dati dell’ultimo censimento rilevano diverse componenti del volontariato organizzato che rappresentano una prova tangibile della vitalità delle comunità locali”.
I dati diffusi sono sia a livello regionale sia nazionale. Rilevanti quelli relativi al volontariato nel non profit. Il numero totale dei volontari si conferma in 4.616.915. Spicca la quota più rilevante: di questi 1.776.138 hanno un’età fra i 30 e i 54 anni, 1.019.076 sono maschi e 757.062 femmine. Fra i 19 e i 29 anni il numero è minore: 582.195.
“Sono quasi 600.000 i giovani che prestano la loro attività gratuita, anche se il 56% si concentra nei settori della cultura, dello sport e della ricreazione. Quello che caratterizza maggiormente il loro impegno è il settore sanitario. Un milione di volontari attivi ha invece più di 65 anni, quasi un quarto dedica il proprio tempo a organizzazioni che svolgono attività ricreative e di socializzazione, mentre un quinto fa volontariato nei settori dell’assistenza sociale e della protezione civile. la presenza in questo settore è la peculiarità del loro coinvolgimento, a riprova della capacità delle fasce anche più anziane della popolazione di mettersi ancora in gioco e di essere in alcuni casi a supporto dei soggetti fragili”.
L’area geografica con il maggior numero di volontari è il nord-ovest (1.385.956) seguita dal nord-est (1.217.054) e poi dal centro (1.078.707), sud (631.553) e le isole (304.646). Le attività ricreative e di socializzazione sono quelle con il numero più alto di volontari (886.138), poi quelle sportive (855.929), culturali e artistiche (743.325) e assistenza sociale e protezione civile (718.634).
Come confermano anche altre ricerche su questo tema, avere un’occupazione stabile facilita lo svolgimento del volontariato: più di un milione e mezzo sono i maschi occupati, 976.432 le femmine, ma anche i pensionati superano l’1,3 milioni. Gli studenti superano di poco i 400.000.
Le associazioni sono le realtà che coinvolgono il maggior numero di volontari, più di 4 milioni, mentre gli altri quasi 500.000 sono dentro cooperative sociali, fondazioni o realtà con altre forme giuridiche. I volontari delle istituzioni non profit di cittadinanza non italiana sono 91.819.
L’Istat ha reso noti anche i dati relativi a coloro che prestano attività sistematica o saltuaria, suddivisi per sesso, ripartizione geografica e regione. Praticamente la metà (2.346.965) svolge attività saltuaria mentre sistematica è quella di 2.269.951 persone. Andamento e percentuali simili si ritrovano in tutti i settori in cui sono attivi i volontari. Il maggior numero dei maschi saltuari fa attività sportiva e sempre lo sport è prevalente fra quelli sistematici.