Povertà nella Diocesi Ambrosiana: un quadro preoccupante
Il Rapporto 2023 sulla povertà nella Diocesi ambrosiana, presentato da Caritas Ambrosiana il 16 ottobre 2024, traccia un’analisi dettagliata delle condizioni sociali ed economiche di numerose famiglie e persone in difficoltà. Il documento mette in luce l’aumento della complessità delle situazioni di disagio nel territorio. Le informazioni derivano dai 168 centri di ascolto e dai tre servizi diocesani coinvolti (Sam, Sai e Siloe), confermando il ruolo essenziale di Caritas nel monitoraggio e supporto a chi vive in condizioni di fragilità.
Aumento dei beneficiari e delle richieste di sostegno
Il rapporto evidenzia un significativo incremento delle persone assistite dai centri: 17.238 individui, con un aumento del 17,9% rispetto al 2022. Questo dato si riflette anche nel numero di domande di supporto, che hanno toccato quota 59.354, registrando un incremento del 24% rispetto all’anno precedente. La povertà estrema, secondo il documento, continua a consolidarsi nei territori ambrosiani, in linea con i dati nazionali forniti da ISTAT.
Il documento mostra come la povertà non sia una condizione statica, ma piuttosto una realtà in continua evoluzione. Le persone in difficoltà, infatti, presentano bisogni diversificati che spaziano oltre il semplice sostegno economico, richiedendo interventi in vari ambiti, tra cui l’assistenza abitativa, sanitaria e l’integrazione sociale.
Lavoratori poveri: un Fenomeno in Espansione
Uno degli aspetti più preoccupanti è la conferma del fenomeno del lavoro povero. La percentuale di persone con un impiego che si rivolgono a Caritas è cresciuta negli ultimi anni, raggiungendo il 23,9% nel 2023. Tuttavia, l’80,9% di questi lavoratori segnala problematiche legate al reddito, dimostrando come, nonostante abbiano un’occupazione, non riescano a garantire una vita dignitosa. Questo dato riflette un trend in crescita a livello nazionale, dove molti lavoratori, specialmente quelli con contratti part-time o precari, rimangono intrappolati in una condizione di disagio economico.
Il fenomeno del “lavoro povero” colpisce in modo sproporzionato le donne. Secondo i dati, l’82,9% delle donne occupate che si rivolgono a Caritas dichiara di avere problemi economici. Questo evidenzia la persistente disparità di genere nel mondo del lavoro, dove le donne sono spesso impiegate in lavori meno retribuiti o precari.
Famiglie con minori: un gruppo altamente vulnerabile
Le famiglie con figli minori rappresentano una delle categorie più esposte al rischio di povertà. Circa 1 famiglia su 4 tra quelle che si rivolgono ai centri di ascolto ha al suo interno figli minori. Queste famiglie sono particolarmente vulnerabili, e la situazione è ancora più grave per le madri sole: 23,5% delle famiglie assistite da Caritas sono composte da madri single, molte delle quali faticano a garantire una vita dignitosa ai propri figli. Inoltre, la maggior parte delle famiglie in difficoltà con minori sono di origine straniera: il 74% dei nuclei familiari censiti sono composti da immigrati, evidenziando una situazione di precarietà economica che si sovrappone a difficoltà di integrazione sociale.
Migranti: tra burocrazia e precarietà
Il rapporto mette in luce l’importanza della componente migrante nel panorama della povertà ambrosiana. Gli immigrati costituiscono il 63,9% delle persone che si rivolgono ai centri Caritas, un aumento rispetto al 60,9% del 2022. Questo dato sottolinea come coloro che sono privi di una rete sociale e di sostegni adeguati siano maggiormente esposti al rischio di esclusione e marginalità.
In particolare, si osserva un forte aumento tra i migranti di origine peruviana, che costituiscono il 18,5% degli immigrati che hanno chiesto aiuto, un incremento del 54,5% rispetto all’anno precedente. Questo aumento è stato collegato alle difficoltà burocratiche e normative che regolano l’immigrazione e l’accesso ai diritti in Italia. Le attuali normative, che restringono i canali di ingresso legali, spesso spingono molte persone nell’irregolarità e nell’emarginazione.
Il Il Rapporto 2023 di Caritas Ambrosian sottolinea che le politiche sociali devono essere inclusive e non limitarsi a categorie ristrette, per evitare di escludere coloro che non rispondono a criteri selettivi, come avvenuto con le recenti riforme del Reddito di cittadinanza. Inoltre, è fondamentale garantire l’accesso ai diritti sociali e assicurare che i percorsi di inclusione siano efficaci e duraturi. Serve una maggiore collaborazione tra istituzioni, società civile e settore economico per affrontare il disagio sociale in maniera sistemica e duratura. Inoltre sono necessarie politiche che vadano oltre l’assistenza immediata, promuovendo invece una vera integrazione sociale ed economica. La lotta alla povertà non può essere affrontata con soluzioni semplificate: servono strategie integrate e universali che rispondano ai bisogni di una società in continua evoluzione, per garantire a tutti una vita dignitosa.