Intervista a Fanzago: il Volontariato che trasforma la città
Mentre il 2024 si conclude, la metropoli di Milano si conferma epicentro di innovazione nel volontariato e nelle politiche sociali. Andrea Fanzago, presidente di CSV Milano, ci introduce in un dialogo approfondito sulla dinamica evoluzione del non profit milanese. Il presdiente di CSV Milano esamina come il tessuto del volontariato milanese si intrecci con gli obiettivi globali dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, l’adattamento al nuovo piano sociosanitario di Regione Lombardia e la risposta al clima incerto dei conflitti ancora in corso e delle instabilità politiche di diversi Paesi. Con un occhio attento alle strategie innovative e alle emergenti collaborazioni transettoriali, Fanzago condividerà le prospettive future che stanno definendo il ruolo del volontariato nella città metropolitana di Milano.
Il volontariato a Milano è descritto come dinamico e intergenerazionale. Quali sono gli elementi chiave di questa vitalità?
Il segreto della vitalità del volontariato nel territorio milanese e metropolitano, secondo i dati del decimo Rapporto dell’IREF sull’Associazionismo Sociale presentati anche il 5 dicembre a Palazzo Reale, risiede nella sua capacità di unire persone di diverse generazioni attorno a cause comuni. Questo dinamismo è alimentato da una crescente coscienza sociale e da una volontà di partecipazione attiva nelle sfide urbane, che spaziano dall’assistenza agli anziani all’integrazione dei migranti.
In un mondo segnato da conflitti in atto e instabilità politica, quale ruolo può svolgere il volontariato per affrontare queste sfide?
Il volontariato ha il potere unico di costruire ponti là dove vi sono divisioni. Attraverso iniziative di aiuto umanitario, supporto ai rifugiati e promozione del dialogo interculturale, il volontariato contribuisce a mitigare gli impatti dei conflitti e a promuovere la pace. Essendo radicato nelle comunità, il volontariato può giocare un ruolo cruciale nel sostenere le persone colpite e nel promuovere la comprensione tra gruppi diversi, aiutando a stabilire fondamenta più solide per la risoluzione dei conflitti. Il volontariato è il vero motore di cambiamento va però va ascoltato e valorizzato, non deve essere solo utilizzato a proprio piacimento.
Con l’arrivo del 2025, Milano si avvicina a un anno decisivo per il volontariato, segnato da cambiamenti radicali e nuove iniziative. Quali sono, secondo il suo parere, i temi principali di svluppo anche per CSV Milano?
Il 2025 si prospetta come un anno di significativi cambiamenti e innovazioni per il volontariato a Milano, con l’ambizione di trasformare la città metropolitana in un modello di inclusione e sostenibilità. CSV Milano continuerà a sostenere attivamente tutte le forme di volontariato e cittadinanza attiva per promuovere il benessere generale della comunità. L’organizzazione intensificherà i suoi sforzi nel sviluppare il volontariato attraverso la formazione, la collaborazione con altre entità, l’accesso a risorse essenziali e interventi diretti sui bisogni sociali emergenti.
Su quali temi in particolare?
Ci concentreremo molto sul tema della rigenerazione del capitale umano del volontariato, in particolare quello praticato dalle fasce più giovani che, accanto al volontario tradizionale praticato dagli adulti, è il vero protagonista e la forza propulsiva del cambiamento sociale. La mediazione e il coinvolgimento delle scuole e delle università saranno fondamentali per avvicinare i giovani al mondo del volontariato e orientarli verso esperienze significative. Sempre per il 2025 stiamo pianificando progetti che integrino maggiormente il volontariato nella pianificazione urbana e nelle politiche di sviluppo locale. Un esempio sarà l’incremento di giardini e spazi verdi gestiti da volontari, contribuendo direttamente agli obiettivi di città sostenibili e resilienza comunitaria. Non mancherà infine l’appuntamento che per il quarto anno consecutivo che vedrà asociazioni e volontari protagonisti nella manifestazione Milano Civil Week che si terrà dall’8 all’11 maggio, questa’aanno dedicata al tema “L’Europa siamo noi,” perché il nostro mondo sa guardare, senza paure e indugi, oltre i confini . Inoltre il 2025 sarà l’anno di preparazione dei volontari che vorranno partecipare alle Olimpiadi invernali del 2026.
Un altra novità è il nuovo piano sociosanitario di Regione Lombardia cha dalla carta andrà tradotto in partic, quale sarà il ruolo del Terzo settore?
Il nuovo piano sociosanitario mira a integrare ulteriormente il volontariato nelle politiche di welfare e sanitarie. Questo ambito di intervento è molto delicato in questo periodo, dove per prima cosa occorre affermare il diritto alla cura di tutte le persone. Questo rappresenta un’opportunità per il settore non profit di contribuire attivamente alla riforma della sanità, collaborando con il pubblico per superare la frammentazione dei servizi e promuovere un welfare inclusivo e proattivo. Il volontariato sarà cruciale nel supporto delle Case di Comunità, promuovendo l’accesso alle cure e integrando le reti assistenziali. Questa integrazione è essenziale per un approccio alla salute che sia vicino ai cittadini e sensibile alle dinamiche territoriali.
Un altro tema caldo resta sempre quello legato ai migranti e ai servizi di supporto del Terzo settore.
Nella città metropolitana sono tantissime le inziative messe in campo verso l’inclusione delle comunità migranti che continueranno attraverso progetti specifici, come le classi di lingua e le attività culturali, tutto per aiutare i cittadini stranieri a sentirsi parte integrante della comunità milanese perchè una comunità dimostra coesione sociale dove pratica l’inclusione.
E un breve sguardo al 2030. A che punto siamo con gli obiettivi dell’Agenda 2030 e in che modo il volontariato può contribuire a raggiungerli?
Milano sta compiendo progressi significativi verso gli obiettivi dell’Agenda 2030, specialmente nelle aree dell’educazione di qualità e della sostenibilità urbana. Tuttavia, c’è ancora molto da fare, soprattutto per quanto riguarda la riduzione delle disuguaglianze e l’azione climatica. Il volontariato ha un ruolo cruciale in questo contesto: può agire come catalizzatore di cambiamento, mobilizzando risorse comunitarie e promuovendo iniziative sostenibili che hanno un impatto diretto sul territorio.
Sono molti i progetti che coinvolgono i volontari nella tutela ambientale e nel verde urbano, come la piantumazione di alberi e la manutenzione di parchi pubblici. Queste iniziative non solo migliorano il nostro ambiente urbano ma educano anche i cittadini sull’importanza della sostenibilità.
Quali sono le prospettive per il volontariato nel contesto dell’economia circolare e della sostenibilità a lungo termine?
Il volontariato è molto attivo sul tema dell’economia circolare e la sostenibilità, in risposta anche al tema delle nuove povertà: riutilizzo e riciclo, oltre alla sensibilizzazione sulla riduzione degli sprechi. Questi programmi non solo proteggono l’ambiente ma educano anche la comunità sull’importanza di un approccio sostenibile al consumo e rispondono a bisogni concreti e reali di tante comunità.
Cosa prevede di fare durante questo periodo e quali auguri vuole inviare ai volontari?
Il 31 dicembre parteciperò alla Marcia della Pace che si terrà a Pesaro, sia a titolo personale sia come voce di chi crede nel potere del volontariato di promuovere pace e solidarietà. La guerra sembra sia l’unica via di soluzione dei conflitti e siamo oramai assuefatti dalle notizie di confilitti sparsi un poì in tutto il mondo, guerre che stanno devastando il pianeta. Auguro a tutti i volontari di continuare con la stessa passione e dedizione, sostenendo le cause che migliorano la vita nella nostra comunità e oltre. La nostra aspirazione è quella di vedere una comunità globale più pacifica e unita, e ogni volontario è vitale in questo movimento verso la pace: il cambiamento deve partire dal nostro modo di vivere, singolarmente, nel nostro quartiere.