Continuando il viaggio di Daniele: presentazione del nuovo libro “Il bambino leopardo”
Les Cultures invita sabato 25 novembre, alle ore 17.00 presso la Casa sul Pozzo (Corso Bergamo 69, Lecco) alla presentazione del libro Il bambino leopardo di Daniele Scaramelli.
Dopo la splendida esperienza de Il Re dei grilli che ha aiutato l’associazione ad avviare il progetto di ampliamento della scuola di Dabaga, si riparte con un’altra avventura chiamata Il bambino leopardo.
Il nuovo libro di Daniele Scaramelli ci regala una storia di avventura e di magia, che con toni divertenti sa parlare di cose profonde: di paura e di coraggio, di amicizia tra culture, di rispetto degli animali, di empatia con la natura selvatica, dell’essere bambini e della faticosa bellezza di diventare grandi. E dell’amore di Daniele per l’Africa.
Ogni giorno, alle sei e quarantacinque precise, i bambini di una grande casa vecchia e un po’ malandata salgono alla soffitta di Vecchio Capo Stregone (così lo chiamano, anche se per i genitori è solamente Piero Manzoni, un vecchio stravagante e troppo chiacchierone).
Si ammucchiano sul grande divano sfondato di fronte al camino e ascoltano.
– Molti anni fa, in Africa…
Le sue storie sono piene di avventure e pericoli a cui egli è miracolosamente sopravvissuto grazie, sembra, a una certa maschera africana ora appesa al muro, che il vecchio raccomanda di non guardare troppo…
Sarà Samuele, il giorno del suo undicesimo compleanno, a scoprire il potere di quella maschera quando inaspettatamente (in sogno o per magia?) si troverà proprio in Africa e con il nome di Sa-Samu saprà superare la grande prova.
Il bambino leopardo, di Daniele Scaramelli, D’A junior, Cinquesensi editore, Illustrazioni di Laura Castellucci, 4 colori, 128 pag.
Daniele Scaramelli, nato a Lecco il 21.07.1952 e scomparso a Bucarest il 25.08.2015, era un uomo colto, curioso, aperto al mondo. Che dell’impegno aveva fatto la sua ragione di vita.
Laureato a Urbino in Sociologia a indirizzo industriale, attento ai problemi dei lavoratori, fin dagli anni del liceo ha svolto un’intensa attività politica sfociata in una prima collaborazione con la Cgil della sua città. Poi, per quasi trent’anni, a Milano, Bruxelles e Vienna, ha lavorato con ruoli dirigenziali in società specializzate nella gestione di progetti di cooperazione promossi dall’Unione europea in diversi paesi dell’Europa orientale, dell’Africa, del centro America e dell’Asia centrale. Un’attività professionale che lo aveva portato, nella seconda metà degli anni novanta, a risiedere stabilmente a Bruxelles. Tenendo però sempre casa a Lecco, dove tornava, compatibilmente con gli impegni di lavoro, quasi ogni fine settimana mantenendo vivi legami e interessi culturali e sociali.
Ma Daniele è stato anche un grande viaggiatore. Per passione e per convinzione prima ancora che per necessità professionale. Ha girato il mondo e da ogni viaggio ha portato con sé, con l’interesse, il rispetto per le culture con le quali era venuto in contatto e una sempre maggiore consapevolezza della necessità del confronto. Tra i tanti luoghi che ha visitato, l’Africa è stato più di altri “luogo del cuore”, e in particolare le regioni del Sahel dove è tornato più volte da viaggiatore e da volontario, stringendo contatti con le locali comunità tuareg.
Lettore affamato e infaticabile, cultore della fotografia, scrittore arguto e delicato per la figlia Caterina, ha collaborato fin dalla sua nascita con il gruppo di Cooperazione internazionale di Les Cultures, associazione della quale è stato anche segretario generale e con la quale ha realizzato progetti a sostegno dei bambini e delle donne in Mali e in Niger.
Per questo motivo, la famiglia e gli amici di Daniele hanno pensato che il modo migliore per ricordarlo fosse quello di continuare a lavorare in questa direzione, sostenendo il diritto allo studio dei bambini tuareg di Dabaga, uno dei primi progetti in cui fu coinvolto.