Libera Cremona: «Grande attenzione contro le mafie»
Riceviamo dal Coordinamento Provinciale Cremona di Libera – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie e pubblichiamo: Libera fin dall’inizio del processo Aemilia e in seguito nel processo Pesci si è costituita parte civile. Perché questa scelta? Libera contro le mafie reputa la presenza della ‘ndrangheta nei territori emiliani, mantovani e cremonesi un fatto molto grave che mina le fondamenta politiche, economiche e sociali delle nostre città.
Il Coordinamento provinciale di Libera-Cremona, e in particolare il Presidio di Libera nel territorio cremasco, monitorano tutte le fasi del processo, le diverse testimoniane, gli interrogatori degli imputati: Libera-Cremona non ha mai smesso di vigilare e osservare con preoccupazione quanto sta emergendo dal processo.
Oltre a quest’opera di monitoraggio, i volontari di Libera contro le mafie, insieme ai volontari di ARCI, promuovono la conoscenza dei contenuti del libro “Mafie all’ombra del Torrazzo”: un testo importante per conoscere le vicende di mafia legate al nostro territorio.
Ebbene sì: Cremona non è un’isola felice rispetto alla presenza delle organizzazioni criminali!
E’ terribilmente sbagliato e irresponsabile dare questa immagine confortante della nostra città e del nostro territorio.
A forza di non parlare di mafie al nord (le uniche voci sono quelle di Libera e delle sue associazioni), a forza di sottovalutare il fenomeno e contestualmente il lavoro antimafia delle istituzioni, si arriva al risultato di trovare “pazzesche” le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia (un “pentito”) nel quadro di un processo.
Ci stiamo riferendo alle affermazioni di Salvatore Muto che verranno valutate dalla magistratura, ma la responsabilità degli organi di stampa è quella di non “sottovalutarle”: esse vanno inserite all’interno del contesto su quanto sta emergendo dal processo e dovrebbero spingere l’opinione pubblica a farsi delle domande sulle feste “Calabria a Cremona” e sull’Associazione Nexus: l”ndrangheta ha una maschera bonaria che non riconosciamo? Le organizzazioni criminali si mimetizzano così bene? E come? E con quali scopi?
Il dato di fatto è che le dichiarazioni di Salvatore Muto non hanno prodotto una volontà di approfondire cosa fosse l’Associazione Nexus, chi fossero gli sponsor e gli altri organizzatori delle feste “Calabria a Cremona”, nonché i rapporti con l’amministrazione comunale dal 2011 al 2014: non sappiamo se Salvatore Muto stia dicendo la verità, ma occorre approfondire, capire, non sottovalutare.
Approfondire in modo serio non è solo responsabilità delle forze dell’ordine e della magistratura, ma anche degli organi di stampa, delle istituzioni (pensiamo all’Amministrazione comunale) e della società civile.
Da parte nostra continuiamo il nostro impegno: sollecitare l’amministrazione comunale (abbiamo scritto una lettera all’attenzione del Consiglio Comunale e della Giunta Comunale), informare la cittadinanza, costruire progetti didattici che rendano edotti i ragazzi sulla gravità del fenomeno mafioso anche nei nostri territori, organizzare iniziative pubbliche – che immaginiamo – saranno sempre più orientate ad un approfondimento sull’organizzazione ‘ndranghetista.
Ci impegniamo inoltre a monitorare costantemente e passo dopo passo tutto quanto continuerà a emergere dalle udienze del processo Aemilia (il più grande processo contro la mafia al Nord), visto il fitto calendario di udienze programmate nel nuovo anno. Lo stesso impegno sarà profuso, nel momento in cui riprenderà con il secondo grado di giudizio, anche per il Processo Pesci, strettamente correlato al Processo Aemilia e che riguarda direttamente il nostro territorio.
Su un altro tema rimaniamo a disposizione, per quanto le nostre forze siano limitate, ovvero la costituzione di un Osservatorio sui temi della criminalità organizzata nel territorio cremonese: è un’impresa difficile e ardua arrivare a realizzarlo, ma dovrebbe essere al primo posto dell’agenda politica.