“Per amore di Zoe” martedì 18 dicembre al Gloria
Martedì 18 dicembre ore 21.00 – proiezione del documentario “Per amore di Zoe”.
Il film/documentario intitolato “Per amore di Zoe” racconta la passione e l’amore di sei giovanissime ragazze, per la vita. La propria e unica vita e na- turalmente quella dei propri familiari. Infatti Zoe non è in questo caso un nome proprio femminile, ma il nome con il quale Aristotele distingueva quella che considerava la “vita nuda” dall’altra: la vita civile e politica delle persone che egli chiamò Bios.
Pur essendo le protagoniste tutte studentesse di scuola superiore, colte e appassionate di filosofia, il tema filosofico non è il vero focus del racconto; ma semmai un punto di vista per parlare delle loro vite.
Si tratta di una storia vera anche se raccontata con un pizzico di finzione. Narra, spesso in forma biografica, di una primavera e di un’estate trascorse a caccia di fotografie. La protagonista è una ragazza nata in Germania da ma- dre russa e da padre tamil e che oggi studia e vive in una piccola città di pro- vincia del nord Italia. La ragazza si chiama Nalini e ha 17 anni, Insieme alle sue compagne di classe, (frequenta il liceo di studi sociali T. Ciceri di Como) ha deciso di affrontare e raccontare la condizione che le accomuna tutte: ita- liane senza cittadinanza, attraverso una ricerca fotografica.
Ha una idea per il suo racconto: una serie di pose e di scatti che possano ri- velare ciò che si cela o ciò che spesso non si riesce a tenere a galla a propo- sito di una seppur breve storia vissuta e magari a proposito di una fervida umanità femminile; e persino di ciò che purtroppo sfugge all’occhio distratto. Nalini è una ragazza creativa ed estroversa, da quando era bambina ella ama fotografare le persone e soprattutto le persone che le sono care.
Ogni foto aprirà un racconto sulle diverse compagne di classe e su quel viaggio che hanno compiuto; sui padri lasciati al paese d’origine e le madri che sono ancora al loro fianco. Sui nonni perduti o dimenticati. Sono co-pro- tagoniste del documentario Pearl (giovane ragazza africana) che canta in un coro gospel e fa la cuoca in una osteria specializzata in polenta; Sara (alba- nese) studia alla scuola di danza popolare; Ashi (tailandese) canta e suona il pianoforte e il clarinetto; Bianca (rumena) fa la comparsa in un teatro d’opera ma sogna di recitare nel teatro di prosa; Raluca (rumena) ha la passione di disegnare gli alberi della città.
Il documentario, utilizzando un linguaggio poetico ma narrando fatti veri, ci porterà molto vicini agli universi ricchi e preziosi che questo gruppo di ragaz- ze tiene nascosti. Un modo per comprendere e apprezzare il valore di quella vita che chiameremo Zoe, superando i limiti di una diffusa considerazione per l’altrui vita, che spesso è ingrata e che si fonda su percezioni che ignorano la realtà e l’umanità delle cose. Il documentario offre dunque, senza presunzio- ne e senza imposizioni, un punto di vista diverso e prima di tutto vero, per osservare e tentare di conoscere chi sono coloro che oggi vivono da cittadini senza cittadinanza: nel nostro caso, ragazze italiane per cultura e per orgo- glio, ma non per i documenti che portano in tasca.
La realizzazione del documentario è operata da una originale troupe composta da pensionati e studenti, guidata dal regista Dario Tognocchi. L’idea del progetto filmico è a cura della CGIL di Como e giunge dopo tre anni di colla- borazione con le scuole le della Lombardia. Tre anni che hanno visto realiz- zare i due documentari precedenti “Azzurro come un furgone” (anno 2016) e “Io che lavoro per un algoritmo” (anno 2017), sempre con la regia di Dario Tognocchi.
L’obiettivo della CGIL di Como è quello di riallacciare il dialogo tra il sindacato e le giovani generazioni, offrendo loro l’occasione di essere protagonisti nello svolgimento di esperienze artistiche di livello. Trattare con i linguaggi del cinema e in generale dell’arte i temi e le problematiche che li riguardano da vicino.