Curare le ferite – una giustizia che ripara
Lunedì 8 aprile alle ore 21,00 nell’Aula Magna del Liceo Verri a Lodi, si terrà un incontro organizzato dal Meic, in collaborazione con l’Associazione Loscarcere.
Il tema che verrà portato all’attenzione della comunità lodigiana è quello della “giustizia riparativa”. Cosa significa? Per meglio comprenderlo è necessario citare le parole che ha scritto Agnese Moro, la figlia del grande statista democristiano ucciso dalle brigate rosse, in un articolo su “La Stampa”: “Nel nostro sistema penale si confrontano sostanzialmente due visioni. Una prima sostiene che chi ha compiuto errori gravi o gravissimi – tra i quali, ovviamente, primeggia l’omicidio – devono essere puniti con una sofferenza eterna, in qualche modo proporzionale all’irrimediabilità dell’atto compiuto…… Un secondo punto di vista – che è quello scelto da coloro che pensarono e scrissero la nostra Costituzione, e da mio padre tra essi – sostiene che chi ha commesso un errore, anche gravissimo, deve essere fermato, giudicato, e aiutato con ogni mezzo e risorsa ad un ripensamento serio…. Questo secondo modo di vedere le cose scommette sul fatto che le persone possono e spesso vogliono cambiare, e che lo fanno molto di più di quello che noi pensiamo”. Continua Agnese Moro: “Ho avuto molte occasioni per costatarlo personalmente, non solo attraverso il dialogo serrato con alcuni di coloro che allora furono protagonisti della lotta armata, ma anche con chi si è macchiato di altri tipi di delitti, incontrati in prigione e fuori”.
La “giustizia riparativa” è quindi un modello di giustizia che vuole coinvolgere in una rielaborazione comune la vittima (o i suoi familiari se lo accettano), colui che ha commesso il reato e la comunità nella quale il reato è avvenuto. Chiede sostanzialmente al reo di assumersi la responsabilità dei suoi comportamenti e di porre rimedio alla sofferenza provocata, anche attraverso l’incontro con la vittima.
Negli ultimi anni, lontano dai riflettori, vittime e responsabili della lotta armata degli anni settanta hanno cercato, insieme, di ricomporre la ferita lasciata aperta da quegli anni sofferti e tremendi. Dai numerosi incontri è nato il volume “Il libro dell’incontro” che racconta, attraverso le parole dei protagonisti, le paure, le difficoltà, le incomprensioni, le emozioni che li hanno accompagnati nel percorso di riconciliazione per “curare” quelle ferite così difficili da rimarginare.
L’8 aprile saranno presenti due dei protagonisti di questo incontro, Agnese Moro, giornalista e figlia di Aldo, e Grazia Grena, protagonista dalla parte opposta di quegli anni settanta, che racconteranno la storia del cammino di incontro e riconciliazione.