I primi ospiti del Porte Aperte Festival 2019
Scalda i motori la quarta edizione del Porte Aperte Festival, che quest’anno vedrà il suo culmine nel weekend compreso tra il 28 e il 30 giugno.
La manifestazione culturale vede crescere ogni anno la qualità della programmazione, il riscontro del pubblico e l’incidenza sulla città che lo accoglie, appassionandosi ai tre linguaggi espressivi intorno a cui ruota dalle origini: scrittura, musica e fumetto.
Un festival che – nel tempo della competizione – prova a parlare il linguaggio dell’incontro e del dialogo; nell’epoca del disimpegno e dell’intrattenimento, propone la riscoperta della lettura e il piacere dell’approfondimento; nella stagione della semplificazione e delle certezze evoca la complessità e semina l’intelligenza del dubbio.
Porte aperte alla diversità e all’altro da noi, dunque, come risposta culturale e civile ai nazionalismi, alle chiusure, ai muri e agli stereotipi.
Porte chiuse a tutte le forme di violenza, fisica e verbale.
Porte spalancate ai sogni di progresso e cambiamento, che nel 2019 sono rappresentati anche da importanti ricorrenze, come la conquista della luna (1969), i grandi movimenti sui diritti civili e l’emancipazione femminile della fine degli anni ’60, la caduta del muro di Berlino (1989).
Non a caso, uno dei filoni conduttori sotto traccia della quarta edizione sarà “volevamo la luna”, sintesi delle grandi conquiste spaziali e dei sogni di cambiamento che hanno attraversato alcuni periodi del ‘900.
60 appuntamenti, animati da oltre 100 ospiti in 40 diverse location della città, attraversata per tre giorni dalle molte tematiche e spunti di riflessione che il PAF propone (quest’anno le periferie, le relazioni umane, i grandi sogni di cambiamento, la scienza), tenuti insieme dal grande filo comune dell’apertura e dell’accoglienza, costitutivo del PAF. Un tema trattato trasversalmente in molti appuntamenti, tramite il ventaglio di linguaggi che la rassegna offre.
Il crescente e affettuoso contributo di volontari, in particolar modo giovanissimi, rappresenta una testimonianza di come questa rassegna semini speranza e raccolga passione.
Ma i curatori tengono a sottolineare che il numero a cui più tengono è quello dei 62 soggetti con cui si sono allacciati rapporti di collaborazione e sinergia nell’ambito del processo di costruzione del Festival: istituzioni amministrative, scolastiche, culturali o socio-sanitarie, altri festival, associazioni o realtà di base, operatori commerciali locali, librerie, oltre a decine di artisti e autori coinvolti a diverso titolo nella progettazione, costruzione e gestione di pezzi della rassegna.
Tra loro in particolare soggetti che si occupano di utenti fragili e normalmente ai margini delle grandi manifestazioni, che qui invece hanno potuto trovare uno spazio di autonomo e arricchente coinvolgimento.
Con queste caratteristiche genetiche il PAF, alla sua quarta edizione, si presenta promettendo un profilo sempre più elevato negli ospiti, con un parterre di nomi anche internazionali.
I curatori puntano a confermare le 10.000 presenze raggiunte nel 2018, in buona parte anche da fuori città, proseguendo il proprio impegno volontaristico per connotare il PAF come una delle nuove realtà più interessanti e promettenti del panorama culturale nazionale.
Di nuovo importante si conferma in tale chiave la presenza del PAF per la terza volta al Salone Internazionale del libro di Torino – l’11 maggio prossimo – dove la rassegna cremonese si presenterà al grande pubblico, alla stampa ed agli addetti ai lavori attraverso la promozione di 3 talenti emergenti locali.
Tra gli obiettivi dichiarati del PAF fin dalle origini, infatti, c’è la valorizzazione locale ed extralocale delle giovani eccellenze emergenti nell’ambito dei 3 linguaggi trattati. Così il PAF sabato porterà a Torino
Roberta “Sakka” Sacchi che presenterà “Vincent Van Gogh. La tristezza durerà per sempre” (Ed. Becco Giallo – 2019), un graphic novel dedicato al dialogo intenso e ininterrotto tra Vincent Van Gogh e la sua follia. Dal rapporto col fratello Theo alla celebre lite con Gauguin (con conseguente parziale automutilazione dell’orecchio), fino all’estremo atto di autolesionismo che lo portò alla morte. Un viaggio nei misteri di un’esistenza tormentata e affascinante.
Gianmarco Soldi che presenterà “Cosa resta di Male” (Ed. Rizzoli – 2019), un sorprendente romanzo d’esordio in cui l’autore racconta la storia di una passione giovane ma potentissima, nata in una provincia senza orizzonti e senza certezze, in cui l’amore, per quanto disarmonico, rappresenta l’unico futuro davvero possibile. Un’opera “vera” senza artifici narrativi. Un romanzo di formazione in cui la relazione tra Amato e Malena diviene sempre più necessaria e soffocante, fino a quando sarà la vita stessa a dare tutte le risposte delle quali hanno bisogno.
Toria alter ego artistico di Marco Torriani, cantautore cremasco già collaboratore di Bugo ed altri musicisti della sxcena nazionale, che farà ascoltare al pubblico torinese alcuni estratti da “Naked in a dress” (Ed. New Model Label – 2018), suo primo album che attraversa visioni, suoni, odori, contatti, indossando, come una gonna leggera che si alza in un soffio di vento estivo, la propria essenza. Un songwriting in lingua inglese scarno e pulito, atmosfere sonore eteree e languide, ci dicono che ogni corpo parla di noi e più è nudo, più si avvicina alla verità delle cose.
Conclusa la parentesi torinese, il Porte Aperte Festival, come ogni anno, prevede alcune anteprime di avvicinamento al weekend finale di giugno, di cui si darà notizia nei prossimi giorni. Il Festival vero e proprio invece quest’anno presenta un programma di notevole rilievo, arricchito di alcune novità, molte presenze internazionali e un ventaglio di collaborazioni illustri.
Tra le presenze straniere si segnalano lo scrittore francese Philippe Besson, la catalana Anna Maria Villarosa e soprattutto Hanif Kureishi, romanziere e sceneggiatore britannico, autore de Il Budda delle periferie.
Ma il parterre degli ospiti è arricchito anche da scrittori come Alessandro Robecchi, Lina Bolzoni, Marco Balzano e Benedetta Tobagi, da fumettisti come Barbara Baldi, Luca Scornaienchi e Luca Ralli, Francesco Barilli e la stessa Roberta Sakka Sacchi, attori come Neri Marcorè e musicisti come Riccardo Sinigallia e Rancore.
Proseguirà anche il duplice appuntamento di contaminazione tra cultura e filiera del cibo di qualità, esperita in collaborazione con imprenditori della ristorazione, iniziata lo scorso anno con buon riscontro.
Tra le novità dell’anno l’apertura di un nuovo filone dedicato ai giochi ed alla cultura ludica. In collaborazione con l’associazione La Buca del Coboldo e con altri soggetti anche extralocali, saranno infatti presenti in pieno centro – per tutta la durata della 3 giorni – tavoli di presentazione di giochi di ruolo, giochi di società, giochi antichi e contemporanei.
Una nuova attrazione destinata ad ampliare l’orizzonte dei pubblici e degli appassionati, di Cremona ed altre città, diversi per età ed estrazione sociale.
Altra novità sarà la collaborazione con il Gruppo Astrofili Cremonesi, che si concretizzerà nella proiezione a Porta Mosa di immagini straordinarie della luna su schermo gigante e nella installazione di telescopi durante le tre serate per la visione degli astri sul cielo di Cremona.
Anche la rotazione delle location diffuse resterà un marchio del Festival, che ha riscontrato crescente simpatia, tanto tra il pubblico proveniente da fuori città, quanto tra gli stessi cremonesi.
Confermatissima anche la proposta serale a Porta Mosa, nella cui verde e fresca cornice, nel cuore della città, troveranno sede i principali eventi musicali, affiancati dall’animazione per bambini, la libreria del Festival, i gazebo dlle associazioni di solidarietà e la ristorazione.
I 5 curatori (Marina Volonté, Andrea Cisi, Mario Feraboli, Michele Ginevra e Marco Turati) non nascondono dunque il proprio compiacimento per aver chiuso anche quest’anno un’ottima programmazione con le contenute risorse disponibili e ringraziano i 3 soggetti organizzatori (Associazione Culturale Porte Aperte, Centro Fumetto Andrea Pazienza e Comune di Cremona), unitamente ai molti sponsor privati, ai molti collaboratori e volontari per aver confermato loro nuovamente fiducia e sostegno.