Conoscersi per connettersi. CSVnet il “suo” satellite nell’agorà d’Europa
L’ufficio della rete dei Csv è un luogo di interscambio con l’Ue. Così le Odv perseguono obiettivi locali con un peso internazionale. Con Infobandi un aiuto a 70mila utenti l’anno
di Nicolò Triacca, Area Europa CSVnet
Bruxelles è una piovosa città del nord Europa, capitale del Bel- gio, un piccolo stato collocato tra le grandi potenze europee come Francia, Regno Unito e Germania. Dagli anni ‘60 in poi ha preso sempre più il ruolo di “Capitale d’Europa”, uno spazio neutro dove ogni giorno si incontrano e confrontano a tutti i livelli i rap- presentanti della vita sociale, economica e politica europea. A Bruxelles vivono circa un milione e 200 persone ma operano 20 organi ufficiali dell’Unione Europa, tra cui una delle sedi del Parlamento, la Commissione, il Comitato Economico e Sociale e il Comitato delle Regioni, 42 organizzazioni internazionali tra cui la Nato, diverse sedi delle Nazioni Unite, 20.000 lobbysti, 8.668 organizzazioni e network, 300 rappresentanze regionali. Bruxelles è la seconda città al mondo per numero di lingue parlate. Questi numeri ci mostrano come non sarebbe scorretto paragonare Bruxelles all’agorà d’Europa, ovvero la piazza principale dove si svolge la vita sociale e politica della comunità. Dal 2016 CSVnet, come molte altre reti nazionali e europee, ha attivato un presidio a Bruxelles con l’obiettivo di aiutare i centri servizio per il volontariato italiani ad aprirsi all’Europa come prospettiva, opportunità e spazio comune di confronto. L’ufficio nella capitale belga vuole essere per la rete italiana dei Csv un satellite che lavora in un doppio senso, da un lato capta informazioni e le decodifica al fine di renderle intellegibili e utilizzabili per il volontariato italiano e dell’altro promuove il sistema dei Centri di servizio per il volontariato con il suo patrimonio di esperienze, infrastrutture e innovazioni sociali. I principali ambiti di attività ruotano attorno alle politiche europee sul volontariato, come la nuova programmazione 2021 -2027, o i programmi attualmente attivi quali Corpo europeo di Solidarietà, Erasmus+, Europa per i Cittadini e EU Aid Volunteers. Un ruolo non secondario è svolto dalle relazioni con le altre realtà internazionali che lavorano sul volontariato come CEV (Centro Europeo del Volontariato), che conta tra i suoi soci CSVnet e ben sette Csv e che ha un rappresentante italiano espressione del Csv della Sardegna tra i membri del consiglio direttivo, o altri grandi network in settori specifici come quello della lotta alla povertà, dell’economia sociale o della promozione dei diritti e dello sviluppo sostenibile.
Come una bussola nel mare di offerta della Ue
L’area Europa di CSVnet attraverso il supporto offerto ai Centri di servizio si propone di connettere e promuovere il volontariato attivo nel tessuto sociale italiano con il contesto europeo. Ciò può essere fatto guardando e seguendo lo sviluppo delle politiche e dei programmi o analizzando i dati provenienti dai diversi Paesi dell’Unione. Tuttavia per favorire la collaborazione e la co-progettazione e superare tutte le difficoltà che essa comporta un aspetto fondamentale rimane l’incontro tra le persone, siano essi volontari od operatori. I progetti europei sono il principale strumento messo in atto dalla Commissione per favorire la cooperazione tra le organizzazioni nel perseguire obiettivi comuni. Tuttavia molte sono le barriere che rendono difficoltosa la partecipazione di associazioni e volontari a questi progetti. La lingua, per esempio, rimane uno dei primi scogli da superare, in Italia la conoscenza dell’inglese non è ancora largamente diffusa e questo è indubbiamente un problema per la comunicazione. Inoltre, lo scambio di opinioni e il confronto con associazioni straniere presuppone la volontà di mettersi in discussione e il riconoscimento dell’importanza di questo processo conoscitivo, con tutti gli investimenti che esso comporta in termini di tempo e di risorse. Altro fattore che scoraggia le associazioni a partecipare a progetti europei è la conoscenza delle opportunità di finanziamento, la capacità di orientarsi nel rumore informativo del mare di opportunità offerte dall’Unione europea. Non ultimo spesso le associazioni sono spaventate dall’impegno amministrativo e di rendicontazione richiesti dai progetti europei.
Da Rimini a Salerno, la lista della buone pratiche
L’ufficio Europa di CSVnet lavora per ridurre queste barriere e fornire ai Csv risposte e strumenti affinché essi, se lo desiderano, possano diventare attori europei senza rinunciare alla loro storia e ai loro obiettivi locali. Parlare d’Europa e investire sull’Europa significa prima di tutto alzare la testa e volgersi al diverso, al vicino, allo straniero, con la volontà di superare molti ostacoli, solo alcuni dei quali ho elencato qui sopra. CSVnet lavora per facilitare questo processo. Per esempio attraverso il portale Infobandi www.infobandi.eu vengono informati più di 70mila utenti l’anno su bandi e opportunità a livello nazionale, europeo e in- ternazionale. Attraverso il contatto diretto con i Csv viene promosso lo scambio e la cooperazione sia orizzontale, tra i Centri di servizio, che con altre realtà europee, sia istituzionali che della società civile, presenti a Bruxelles e in tutta Europa. Molte sono le buone pratiche e le esperienze virtuose che la rete dei Csv ha realizzato negli anni in Europa; solo per citarne alcune tra le recenti c’è il lavoro svolto dal Csv di Rimini per favorire la mobilità ai fini professionali di persone disabili o l’esperienza nella mobilità gio- vanile di Belluno e di Varese e Como. Nelle Marche invece, tra i tanti progetti, si sta lavorando molto sul tema dell’integrazione in un’ottica europea, mentre in Lombardia e nel Lazio vengono sperimenti modelli e strumenti per la validazione delle competenze dei giovani e degli adulti. A Salerno si riflette sul ruolo della solidarietà nelle emergenze e a Savona sul tema della leadership nel terzo settore. A Torino si sta lavorando sull’e- cologia e la sostenibilità ambientale nelle associazioni. Un importante riconoscimento è stato di recente assegnato alla città di Padova che è stata nominata capitale del volontariato 2020. Questi sono solo alcuni dei progetti e delle iniziative nelle quali sono impegnati i Csv con le loro associazioni. “Conoscersi per connettersi” resta forse la migliore chiave di lettura per generare una mentalità europea aperta e costruttiva. Il capitale di esperienze e di competenze pos- seduto dai Csv rappresenta una vera potenzialità per il contesto europeo in grado di traghettare volontari e associazioni verso un volontariato europeo, un modello positivo e proattivo contro tutti gli attacchi che sia l’Europa che la società civile stanno ricevendo in questo periodo di sfiducia e sospetto generalizzato. Nell’ufficio di Bruxelles, tra un meeting nel quartiere europeo e una Skype call con Italia, si cerca di fare anche questo.