I nostri consigli di lettura: Sii te stesso a modo mio. Essere adolescenti nell’epoca della fragilità adulta
Si avvicina il periodo delle ferie, per questo momento di pausa e riposo vi proponiamo un libro presente nella nostra “Biblioteca del volontario” che abbiamo letto e ci è piaciuto.
“Sii te stesso a modo mio. Essere adolescente nell’epoca degli adulti fragili” di Matteo Lancini è un testo che abbiamo trovato importante per chi è genitori ma anche per chi si relaziona ai giovani in contesti professionali.
Il libro analizza il nostro tempo e il modo in cui le persone adulte si relazionano ai giovani, chiedendogli non solo di essere all’altezza delle loro aspettative, ma costringendoli a seguire un mandato paradossale: “Sii te stesso, ma a modo mio”. Questa trasformazione, che per l’autore segna il passaggio al paradigma postnarcisistico, è in atto da tempo, ma è stata la pandemia ad aver smascherato il rischio di un’inversione dei ruoli: mentre i ragazzi si adattano alle esigenze degli adulti pur di farli sentire tali, questi ultimi sono alle prese con una crescente fragilità. Come riuscire allora a sostenere gli adolescenti nella realizzazione di sé?
La nostra recensione:
“Spesso noi adulti crediamo di – dover – dare ai nostri figli e ai ragazzi indicazioni su come comportarsi, come fare, come risolvere i loro problemi… come essere.
Lancini evidenzia come gli adulti oggi debbano fare i conti prima di tutto con la propria fragilità per evitare che quel che si chiede alle nuove generazioni non sia una egoistica richiesta di crescere e di essere così come noi ci aspettiamo, così come a noi fa stare tranquilli.
Vale la pena leggerlo perché credo che questo libro aiuti gli adulti a mettersi in discussione come educatori e ricordi cosa vuol dire realmente dare supporto ai ragazzi e quanto tutto parta dal mettersi in ascolto di queste persone così emotivamente ricche e complesse… che sono gli adolescenti”
“Ciò che conta davvero è la capacità di accogliere e ascoltare anche ciò che non ci piace, è riuscire a capire che cosa i figli hanno da dirci.”