Liberi di sognare: le parole e le immagini che curano
Ci sono diversi modi di vivere la malattia. Isolati dal mondo (per scelta voluta o subita), chiusi in se stessi nel silenzio. Oppure pronti a combattere, ad elaborare, verbalizzare, condividere con la comunità che ti circonda ansie, speranze, fatiche. Tutte le reazioni emotive ed esistenziali di chi è malato meritano il massimo rispetto. Nessuno può giudicare il modo di vivere e di elaborare la sofferenza. Qui si parte tuttavia dall’assunto che la seconda modalità, quella che implica un’elaborazione condivisa della malattia, sia essa stessa un’importantissima forma di cura, finalizzata, quando è possibile, alla guarigione, e comunque preziosissima per garantire una migliore qualità della vita ai malati.
L’associazione conGiulia onlus propone per venerdì 15 marzo all’auditorium Parenzan dell’ospedale Giovanni XXIII un incontro intitolato “Liberi di sognare: le parole e le immagini che curano”. Due le possibili modalità di partecipazione: alle 9 (aperto a tutti, per le scuole superiori prenotazione sul sito www.congiulia.com) o alle 20,30 (aperto a tutti).
Settimio Benedusi, tra gli interpreti più apprezzati e innovativi della fotografia in Italia, dialogherà sul palco con Fabio Finazzi, giornalista del Corriere della Sera. Durante l’incontro saranno proposti contributi video, a cura del videomaker Nazareno Cortinovis, intermezzi musicali e letture teatrali. Porteranno il loro saluto il direttore generale dell’ASST Papa Giovanni XXIII, Maria Beatrice Stasi, e il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori.
Insieme a Benedusi, che collabora al progetto (come tutti gli altri artefici dell’iniziativa) da volontario, è stato allestito un set fotografico all’interno dell’ospedale di Bergamo. Ad alcuni bambini, ragazzi e operatori sanitari e volontari dell’oncoematolgia pediatrica è stata offerta la possibilità, attraverso costumi di scena, di rappresentare in un personaggio il sogno della propria vita: cosa voglio, cosa vorrei e cosa avrei voluto diventare. Nella post-produzione fotografica è stata ricostruita un’ambientazione quanto più vicina alla realtà. Cortinovis ha ripreso, in una sorta di backstage permanente, il progetto in divenire in tutte le sue fasi preparatorie. Un escamotage narrativo che permetterà di restituire pubblicamente, nell’incontro di venerdì, le testimonianze dei protagonisti del progetto.
Un’occasione unica per calarsi dentro la realtà di bambini e di ragazzi che vivono le corsie di un ospedale per mesi o a volte anni e sono persone più che mai capaci di sognare e di sperare, di tenere a bada la paura del futuro, ritrovando spazi di normalità e spensieratezza. I sogni di ciascuno di loro, insieme a quelli di tutti gli altri partecipanti al progetto, inclusi gli “spettatori” del convegno che saranno stimolati dall’identificazione e dalla partecipazione emotiva a immaginare a loro volta il loro sogno, andranno a comporre, come tasselli di un puzzle, un unico grande sogno collettivo, che rompe lo spazio di separazione tra l’ospedale e il mondo che c’è fuori. Gioco, arte e racconto che diventano una straordinaria esperienza di medicina narrativa. Un viaggio attraverso l’elaborazione condivisa della malattia.