Mapping Matchbox: una call per raccogliere i racconti dell’abitare
Mapping Matchbox è un’iniziativa nata dal progetto Matchbox, promosso dal Comune di Bergamo insieme a Fondazione Casa Amica, gestore degli appartamenti, ed altri soggetti attivi in campo imprenditoriale e culturale.
Il progetto nasce nel 2017 da un intervento del Comune di Bergamo, a partire dalla realizzazione dell’edificio di via Fantoni 38, inserito in un più ampio intervento di riqualificazione urbana dell’area attorno alla ferrovia. Al primo piano dell’edificio, che ospita 11 alloggi a canone calmierato, si colloca Open Space, uno spazio comune e dotato di una grande terrazza. Nella seconda metà del 2019 si insediano i primi abitanti e le organizzazioni, con cui Fondazione Casa Amica avvia un percorso di accompagnamento per agevolare il loro ruolo di promotori del coinvolgimento del territorio. Oltre all’offerta abitativa che propone, l’intento di Matchbox è promuovere iniziative di natura socioculturale che coinvolgano il quartiere e la città, a partire dalle competenze e dall’impegno degli abitanti e delle organizzazioni assegnatarie delle unità. L’iniziativa Mapping Matchbox prende forma nel corso della pandemia, quando era impossibile incontrarsi e quindi anche usare gli spazi comuni. Allora si era pensato ad un’iniziativa capace di coinvolgere le realtà che animano il territorio e le persone che lo abitano, anche a distanza. Predisponendo uno strumento digitale che potesse raccogliere alcuni racconti sull’abitare, che sarebbero poi diventi oggetto di iniziative organizzate ad Open Space e aperte alla città.
Il contenitore digitale in cui convergeranno i racconti dell’abitare è una mappa (da cui il nome del progetto) https://www.mappingmatchbox.it/la-mappa/. A titolo esemplificativo, sono stati caricati alcuni primi racconti. Per raccontare, non bisogna essere professionisti, artisti, esperti di settore, tecnici… bisogna solo condividere un’esperienza che facciamo tutti: abitare. Nel bene e nel male, è un’esperienza a cui non si sfugge. Si può abitare in modo appropriato e inappropriato; in luoghi che soddisfano le nostre esigenze e in luoghi che non le soddisfano affatto. Si può abitare uno spazio intimo e domestico; uno spazio condiviso che va dalla stanza al pianerottolo, al cortile di casa; uno spazio pubblico che è di tutti come una piazza, una strada, un parco… Si può raccontare lo spazio e chi lo vive, le relazioni che tesse, le emozioni che prova, i pensieri che lo attraversano. I racconti possono tradursi in elaborati molto diversi: scritti, audio, fotografie, video, disegni, musiche… ed anche altre forme, che speriamo di poter tradurre in un elemento caricabile sulla nostra mappa.
I racconti sono lo strumento (e per alcuni versi il pretesto) per riflettere con il quartiere e la città sul tema dell’abitare. A partire dai (si spera numerosi) elaborati caricati sulla mappa, un gruppo composto dagli operatori di Fondazione Casa Amica e dagli abitanti di Matchbox che daranno la loro disponibilità a partecipare, si incontrerà per identificare alcuni temi che attraversano i racconti sulla mappa. Attorno a questi temi verranno quindi organizzati alcuni laboratori a cui saranno invitati gli autori dei racconti e alcuni operatori attivi sul territorio attorno a quei temi, per costruire insieme gli eventi che avranno luogo nell’Open Space di Matchbox ed eventualmente in altri spazi del circuito di Fondazione Casa Amica, come la grande sala del progetto Maj30 di Fondazione Morzenti e il grande green di Casa Integra in via Boccaleone. Gli eventi saranno ispirati ai racconti sull’abitare raccolti nella mappa e potranno essere, a seconda di quello che emergerà: esposizioni, seminari, laboratori, concerti ed altre iniziative. Agli eventi saranno invitati interlocutori del mondo sociale e culturale della città ed eventualmente di altre realtà, come possibili confronti o casi interessanti. I racconti sono lo strumento per riunire persone e organizzazioni e sollecitare uno scambio: da un confronto con una persona o un operatore su cosa si potrebbe raccontare e come, ci aspettiamo (come sta già succedendo) che nascano iniziative che non si tradurranno in un elaborato da caricare sulla mappa, ma diventeranno un evento a parte. Anche queste iniziative sono un tassello importante per dimostrare che abitare gli spazi in modo nuovo, insieme agli altri, si può.