Storie di volontariato #1 Angelo Biava: il volontariato relativizza e arrichisce
“Quando non riesco partecipare a un’iniziativa, mi sembra che mi manchi qualcosa, perché quando vado poi mi sento trasformato. Dopo un’attività ne parlo, racconto quanto fatto e mi rendo conto che è contagioso. Per esempio anche a mia figlia è venuta voglia di impegnarsi nel volontariato”
Angelo Biava da quando è andato in pensione ha scelto di dedicare parte del suo tempo libero al volontariato. La fortuna ha voluto che vicino alla sua abitazione di ci fosse la Comunità Nazareth dell’associazione Aeper, quindi è stato facile iniziare da lì.
Con alle spalle due mandati come sindaco di Torre de Roveri, l’impegno per la comunità ha sempre fatto parte della sua vita, proprio come amministratore di un piccolo paese spesso il suo ruolo confluiva in vere e proprie attività di volontariato. Dalla pensione sono tante le esperienze di volontariato in cui si impegna, tante le condivide anche con la moglie, supportandosi a vicenda nei momenti di difficoltà.
L’associazione Aeper
All’associazione Aeper ha iniziato con piccole esperienze occasionali, come riordinare la biblioteca, poi il suo coinvolgimento è aumentato fino a diventare presidente dell’associazione, incarico che ricopre da ormai 6 anni.
Oltre agli impegni istituzionali, Angelo prende parte alla gestione delle attività del Banco Alimentare, supporta nell’organizzazione dei corsi sperimentali estivi e partecipa alla mensa dei poveri.
L’associazione infatti è presente una mattina a settimana alla mensa. È lì che Angelo ha la possibilità di confrontarsi con un mondo ricco di umanità, di persone. Si tratta di un incontro che lo arricchisce umanamente, spesso portandolo a mettere in prospettiva le preoccupazioni che si hanno.
C’è un ospite della mensa con dei bei capelli lunghi, mentre io sono calvo. Un giorno gli ho detto: “Sai cosa ti invidio? I tuoi capelli!”. Lui mi ha risposto “E io invece invidio che lei ha la casa”. Mi ha fatto molto riflettere sulle cose che diamo per scontato.
Un’altra delle attività di associazione Aeper è il Gruppo dell’attaccabottone, con ritrovo a cadenza settimanale il lunedì sera, il gruppo è composto da una decina di persone e si occupa di costruire piccoli oggetti, utilizzando per esempio materiali di riciclo. Il lavoro manuale è un pretesto e occasione d’incontro, per stringere amicizia e valorizzare le proprie capacità.
U.E.P.E.
Un’altra grande esperienza di volontariato e di impegno sociale di Angelo è per l’U.E.P.E. di Bergamo, l’Ufficio di Esecuzione Penale Esterna.
A un certo punto mi è nato il desiderio di avvicinare il mondo del carcere, perché per mia formazione culturale e sociale ho sempre avuto un’attenzione per quella realtà. Quando CSV Bergamo ha organizzato degli incontri preparatori per le persone che volevano fare volontariato in carcere, ho aderito. La mia scelta, anziché entrare direttamente in carcere, è stata per l’U.E.P.E., per un’attività più di natura burocratica e molto utile.
Così Angelo impegna una mattina a settimana presso la loro sede: si occupa di apertura di fascicoli, smistamento della posta e altre tipiche attività burocratiche. Un’esperienza che gli ha permesso di conoscere un mondo a lui sconosciuto, fatto di persone che invece di andare in carcere vengono messe in altri tipi di attività, come la Messa Alla Prova (MAP). Al contrario di quanto si possa pensare è un contesto ricco di umanità, un’occasione per entrare in contatto con tutte le persone che si occupano di accogliere le persone in MAP. Ascoltare le esperienze delle operatrici che lavorano nel settore lo arricchisce di informazioni e notizie.
Il senso di fare volontariato
Fare del bene. L’inizio è stato questo: ho tanto tempo, vedo che in giro c’è tanto bisogno di darsi da fare, e quindi mi sono buttato, piano piano, senza accorgermi. Poi se sei un po’ aperto e non fai le cose in modo meccanico, se ascolti, se guardi, se osservi, senza tante parole, ti accorgi che ti arricchisce.
Si tratta di un’esperienza così importante nella vita di Angelo che quando gli capita di non poter partecipare a un’iniziativa, si sente come se gli mancasse qualcosa, perché quando torna si sente trasformato, al punto che anche i figli l’hanno notato. Al ritorno da un’attività di volontariato ne parla, raccontando quello che ha vissuto. È così contagioso che sua figlia ha deciso di impegnarsi a sua volta come volontaria.
Lo si fa anche per cercare di coinvolgere persone, avvicinare i giovani, dimostrare come questo tipo di attività renda un po’ più semplice la vita, aiuta a comprendere tante cose, a mettere in prospettiva quello che si vive. Relativizza e arricchisce.