Storie di volontariato #5 Lorenza Pulinetti: il mediatore penale deve saper de-centrarsi
Un mondo di pace
Lorenza Pulinetti è un’insegnante di religione con una grande passione per il suo lavoro ed è proprio dalla sua esperienza a scuola che nasce il suo impegno come volontaria nell’ambito della giustizia riparativa.
Dopo l’attentato alle Torri Gemelle a New York, nel 2001, gli studenti sono tornati a scuola pieni di paure e profondamente scossi, Lorenza si è allora resa conto che i ragazzi e le ragazze avevano un profondo desiderio di un mondo diverso, di pace. Ha sentito il desiderio di impegnarsi attivamente per contribuire al cambiamento e ha fatto una ricerca sulle realtà attive a Bergamo, scoprendo lo gruppo di studio sulla pace dello Studio Manara.
Con questo gruppo di persone Lorenza ha conosciuto il modello di mediazione umanistica di Jacqueline Morineau e i centri di giustizia riparativa.
Il Centro di Giustizia Riparativa di Bergamo
A Bergamo il Centro di Giustizia Riparativa nasce nel 2004 su volontà di don Virgilio Balducchi, cappellano nella Casa Circondariale di Bergamo, spinto dall’esigenza di immaginare una giustizia altra a quella del carcere. È così che lo stesso anno prende il via il primo corso indetto da Caritas Diocesana Bergamasca, che mette di fatto le basi per la nascita dell’associazione In.Con.Tra.
Nel 2007 Lorenza si avvicina all’esperienza del Centro di Giustizia Riparativa di Caritas, quando segue la formazione annuale per entrare a far parte del novero dei mediatori penali. Da quel momento è stato naturale per lei approdare a In.Con.Tra., anche se si è dovuta rimettere in gioco da zero, ha iniziato la sua attività di volontaria che non si è mai conclusa. Oggi è una mediatrice penale riconosciuta dal Ministero della Giustizia e per l’associazione si occupa sia di mediazioni che di attività di sensibilizzazione.
L’associazione In.Con.Tra.
In.Con.Tra., ufficialmente costituita ad associazione nel 2023, è impegnata nella diffusione del modello di giustizia alternativo attraverso la pratica delle mediazioni e la sensibilizzazione in carcere, nelle scuole, nelle parrocchie e in ogni tipo di comunità. I membri dell’associazione si occupano di attività di formazione, che ricevono e svolgono. Nel corso degli anni il gruppo ha seguito le formazioni di Jacqueline Morineau, cui sono profondamente legati, di Leonardo Lenzi e Claudia Mazzuccato, per citare i principali. Al contempo sono diventati un polo di riferimento per gli altri centri, contribuendo alla formazione del centro di Reggio Emilia, di Mapello e di Padova.
L’associazione poi collabora con l’Università degli Studio di Bergamo nell’organizzazione di settimane di studio a livello nazionale e internazionale e di Summer School sul tema della giustizia riparativa.
All’interno dell’associazione Lorenza si occupa di mediazione penale, attività che svolge già dal 2008, e oggi spesso ricopre un ruolo di ‘mediatore A’ ovvero che gestisce il caso dall’inizio alla fine. Si tratta di un incarico che svolge con entusiasmo, vivendolo come un’opportunità di abitare l’umano, di porsi in ascolto e accompagnare le persone in un percorso di scoperta e verità, senza giudizio, dove è possibile che si inneschi un cambiamento profondo.
“Molto spesso capita che entrano in mediazione due nemici, uno però ha la medicina per la vita dell’altro e tu come mediatore sei lì, a permette che si scambino questo farmaco. Ogni volta che vivo questa cosa sono grata di fare parte di questo processo di trasformazione dei rapporti dell’umano. Una gratitudine immensa.”
Si occupa anche di sensibilizzazione all’interno delle scuole. Sono tanti gli Istituti con cui l’associazione ha collaborato e collabora: AFP Patronato San Vincenzo, IISS Ettore Majorana, Istituto Lorenzo Lotto di Trescore Balneario, Liceo Scientifico Amaldi di Alzano Lombardo, ISIS Oscar Romero di Albino, ma anche alcune scuole di Cantù e di Milano.
“Col Majorana ci hanno chiamato perché avevano un grosso numero di sospensioni degli studenti e hanno pensato di lavorare sulle relazioni. Siamo stati coinvolti per fare formazione ai docenti su ascolto empatico e giustizia riparativa e, al contempo, per lavorare con gli studenti. I risultati sono stati così significativi che hanno inserito il progetto della giustizia riparativa nel piano triennale dell’offerta formativa, oggi è un progetto stabile”
De-centrarsi
Lorenza è grata per la possibilità di vivere l’opportunità che offre la giustizia riparativa alle persone, la possibilità di un’evoluzione risolutiva dei conflitti. Non di rado le capita di vedere le persone commuoversi quando intuiscono la strada da percorrere per poter risolvere i problemi. Per Lorenza avere il privilegio di assistere a queste epifanie è qualcosa di straordinario.
Come mediatore penale bisogna sapersi de-centrare, se si intravede una soluzione non bisogna promuoverla ma lasciare che siano le persone protagoniste, la vittima e il reo, ad arrivarci, magari trovando una strada diversa, ma comunque efficace. E diminuirsi, nell’esperienza di Lorenza, è senz’altro la cosa più complessa. Non giudicare, essere equi-prossimi a entrambi, è quello che permette l’evoluzione dell’intero processo. Ma diminuirsi richiede umiltà e non è sempre facile.
“È un mondo spettacolare dal punto di vista dell’umano che si rivela. La cosa paradossale è che tu vieni in contatto con il male, ma che lo attraversi con l’altro e ne esci arricchito. È bello.”