Barboni e volontari – La nostra recensione
Titolo: Barboni e volontari: Viaggio nelle fragilità e solidarietà sociali
Autore: Marco Cauda
Editore: Bonanno Editore
Il libro di cui tratteremmo oggi è un piccolo saggio di circa 150 pagine, un manuale per gli “addetti ai lavori”, una finestra sul mondo del nonprofit per le new entries.
Barboni e volontari offre una panoramica sul mondo del volontariato in Italia attraverso gli occhi di tre personaggi:
Andrea, “il senzatetto”. Tramite le sue memorie, scopriamo che finire ai margini della società non è poi così irreale e lontano. Bastano poche e semplici scelte sbagliate per diventare invisibili;
Mario, “il volontario”. Ha reagito ai momenti bui della vita offrendo il suo tempo e le sue abilità alle persone svantaggiate;
Lele, “l’organizzatore”. Piombato quasi per caso nel mondo del nonprofit, ha preso a cuore la mission dell’organizzazione. Pianifica e dirige le attività della onlus Asili Notturni Umberto I lavorando a servizio dei bisognosi, offrendo loro servizi e competenze dei volontari.
Il libro è diviso in tre sezioni tematiche (marginalità sociale, volontariato e terzo settore) le quali alternano i pensieri e il vissuto di Andrea, Mario e Lele con capitoli prettamente descrittivi e analitici.
La prima sezione, “Sulla strada”, ci descrive la figura dell’emarginato, una persona i cui contesti di vita (sociale, lavorativo, culturale, ecc…) sono ormai troppo distanti dai canoni sociali del gruppo di appartenenza, da ciò che è ritenuto “normale”. Discostandosi dalla normalità, egli diventa anormale, deviato e per questo emarginato. Una situazione del genere, se protratta nel tempo, rende inerte e incapace la persona di riconnettersi al tessuto sociale e di cambiare la propria vita.
Ed è a questo punto che entrano in gioco i volontari, persone che decidono di impegnarsi a favore dei bisognosi. Il libro sottolinea il connubio tra desiderio caritatevole e desiderio egoistico, ovvero unione tra esigenze personali (voglia di mettersi in gioco, di acquisire competenze utili per un futuro lavoro, gratificazione personale, ecc…) e volontà di fare del bene. Ciò non viene visto in modo negativo, è anzi fonte maggiore di motivazione all’impegno volontario.
La terza e ultima parte del libro ci fornisce interessanti informazioni sul mondo del terzo settore, un calderone di organizzazioni, cooperative e fondazioni non sempre inerenti al volontariato. Questo capitolo ci aiuta a classificare e comprendere le associazioni, grazie alla ricerca condotta dalla Johns Hopkins University che ha portato alla classificazione ICNPO (International Classification of Nonprofit Organizations), una suddivisione di tutte le organizzazioni di volontariato, ripartite in 28 classi raggruppate in 12 settori.
In aggiunta, il libro ci fornisce documenti ulteriori per approfondire questo tema (la Carta dei Valori del Volontariato o la Dichiarazione universale dei diritti umani per citarne alcuni).
Consiglio la lettura di questo saggio come primo approccio al mondo del nonprofit, in quanto è di facile lettura e comprensione.