Candido: la nostra recensione
Titolo:CANDIDO
Autore: Guido Maria Brera con I Diavoli
Editore: La Nave di Teseo
Edizione: 2021
Questo testo, tra il racconto filosofico e il romanzo distopico, è una rivisitazione dell’omonimo capolavoro di Voltaire che esprimeva una dura critica della civiltà europea settecentesca.
Nel “Candido” di Voltaire ci troviamo di fronte ad un giovane ingenuo, educato dal filosofo ottimista Pangloss e innamorato di Cunegonda, figlia del barone e perciò cacciato dal castello diventando in seguito vittima di una lunga serie di traversie, ma sempre nella convinzione di vivere nel migliore dei mondi possibili.
Nel romanzo odierno Guido Maria Brera e il collettivo “I Diavoli” ambientano la vicenda in un futuro non troppo lontano, in una città simile a una Milano futuribile (azzeccata la riproduzione in copertina del quadro di De Pero “Ciclista attraverso la città” 1945), ma, ahimè, molto attuale. Questa volta il protagonista è un rider, anche lui convinto di vivere nel migliore dei mondi possibili, immerso in una realtà di cui non riesce a cogliere le contraddizioni: la metropoli è comandata dal misterioso algoritmo “Voltaire”, il social network che, attraverso l’immagine e la voce di Pangloss, come un grande fratello che tutto vede e tutto governa, regola le vite degli individui con i suoi slogan (“Tutto va bene”) e comandamenti in una eterna oscillazione tra gratificazione e castigo, premio e punizione. Tra commissioni e mance la vita dei cittadini è premiata sotto forma di crediti alimentari, sanitari, ricreativi, ma ogni infrazione comporta la riduzione dei crediti sino alla cancellazione.
Candido sente i colleghi lamentarsi dei lunghi orari, dei salari bassi, dei rigidi controlli, della concorrenza sfrenata col rischio del licenziamento. Al contrario Candido crede nella liberalizzazione del mercato del lavoro, nelle buone intenzioni del sistema, ma per una serie di tragicomici eventi perde i suoi crediti, si preoccupa solo di non riuscire a chattare con Cunegonda, viene addirittura licenziato, sottoposto ad un periodo di rieducazione e diventa, senza accorgersene, un ingranaggio del sistema. Tuttavia, grazie alla frequentazione della libreria del quartiere (metafora della cultura e della libera informazione), capisce di vivere in una società ipercontrollata, dominata dalla concorrenza, dalla necessità di primeggiare. Emblematico a questo proposito è il sussidio disciplinare di cittadinanza fornito dal potere se si rispetta ciò che l’algoritmo impone.
Guido Maria Brera (cofondatore del gruppo finanziario Kairos) e il collettivo “I Diavoli” (laboratorio di scritture diverse per esplorare il presente e cogliere le tendenze future) conducono dal di dentro una critica spietata al nuovo ordine economico: il cosiddetto capitalismo di sorveglianza. Per fare questo ricorrono ad una vicenda paradigmatica: la guerra dei riders che pedalano senza sosta sulle loro biciclette senza alcuna tutela legale e sociale e la cui attività si è enormemente sviluppata nel periodo della pandemia: A loro dedicano questo libro che con amara ironia vuole smascherare il potere.
Il romanzo, che ricorda tanto anche “1984” di G. Orwell. Risulta interessante e inquietante: vuole ribaltare la fiducia cieca nella tecnologia, evidenziare le contraddizioni del capitalismo contemporaneo che in maniera subdola sorveglia i nostri comportamenti, i nostri gusti e, forse, addirittura giungerà a far pensare agli individui quello che l’algoritmo vuole.
a cura di Giuseppina Calzolari (Redazione CSV Brescia)