Diritto all’oblio, Dovere di memoria L’etica nella società della memoria: la nostra recensione
Titolo: Diritto all’oblio, Dovere di memoria L’etica nella società della memoria
Autori/curatori: Umberto Ambrosoli- Massimo Sideri
Editore: Bompiani
Edizione: 2017
Due sono gli autori di questo conciso saggio: Umberto Ambrosoli, avvocato penalista, presidente della Banca Popolare di Milano (e figlio di Giorgio Ambrosoli, commissario liquidatore della Banca Privata Italiana assassinato nel 1979 da un sicario di Sindona) e Massimo Sideri, editorialista del Corriere della Sera.
Il libro nasce da un dibattito pubblico tenuto a Trieste nel 2016 sull’importanza della memoria e verte sul delicato tema del rapporto tra il diritto all’oblio dei singoli e il dovere della memoria della collettività. Questo comporta una riflessione “etica nella società interconnessa” come dice il sottotitolo e vuole metterci in guardia da pericoli e rischi, benefici e criticità della svolta epocale offerta dalle nuove tecnologie che hanno velocemente allargato le possibilità o l’illusione di poter registrare, archiviare, richiamare enormi quantità di dati (informazioni, suoni, immagini, testi). Tuttavia basta un piccolo virus per eliminare definitivamente tutto, l’obsolescenza dei supporti informatici è così rapida che diventa difficile “leggere” i dati, le potenzialità degli strumenti aumentano tanto che buttiamo tutto in un serbatoio di memorie senza operare una cernita; di conseguenza conservare spesso si trasforma in dimenticare.
La Rete è diventata la fonte privilegiata di informazione sulla storia per gran parte della popolazione, anche se priva dell’autorità propria di una fonte storica e aperta alla possibilità di fake news e di post-verità.
I social network hanno inserito le piccole storie nella Storia e diffuso la convinzione che tutto possa diventare pubblico, anche ciò che è privato, e che si possa affidare tutto a una rete “l’archivio storico dell’uomo”.
Inoltre resta il dubbio se oggi sia possibile tecnicamente abbandonare una rete sociale: anche in caso di chiusura dell’account la legge non prevede la possibilità di rientrare in possesso esclusivo dei nostri dati personali.
L’evoluzione dei mezzi tecnologici ha così obbligato ad allargare il dibattito filosofico e normativo, nato alla fine del XIX secolo, sul diritto alla privacy (trattamento e circolazione dei dati personali), facendolo rientrare fra i diritti inviolabili dell’uomo e sul cosiddetto diritto all’oblio, cioè al diritto di essere cancellati dagli archivi digitali. La giurisprudenza europea sta regolando anche questo diritto per garantire il rispetto della vita privata in una sfida tra diritto di cronaca e diritto di riservatezza, per garantire ad una persona, macchiatasi di una colpa, di essere dimenticata in quanto ogni essere umano può diventare diverso da quello ricordato, ha cioè diritto alla riabilitazione. Nel 2014 la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha affermato che è diritto dei cittadini richiedere ai motori di ricerca online l’eliminazione di quei contenuti che non sono più rilevanti. Google ha risposto con una serie di criteri elaborati da una commissione di esperti.
A questo punto gli Autori, pur riconoscendo l’importanza dei diritti, ritengono che per capire la Storia ci sia il dovere civile e sociale della memoria, necessaria per garantire una ricostruzione completa dei fatti, soprattutto in un’epoca in cui le piattaforme di ricerca rappresentano la fonte primaria di conoscenza. Ricordare inoltre diventa una forma di rispetto per le vittime di una malvagità. In conclusione: per capire la Storia c’è il dovere della memoria e quindi il diritto del non oblio.
Nell’epoca della velocità questo breve volume merita una lettura lenta per mettere a fuoco i numerosi spunti di riflessione.
(a cura di Giuseppina Calzolari, Redazione CSV Brescia)