Giunge a conclusione il progetto Non vogliamo la luna
Alla fine del 2020, si è concluso “NON VOGLIAMO LA LUNA”, un progetto finanziato all’interno del Bando “Disagio giovanile 2015” emanato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri in collaborazione con il Dipartimento della Gioventù e del Servizio civile Nazionale e il Dipartimento per le Politiche Antidroga.
“NON VOGLIAMO LA LUNA”, promosso dall’Istituto delle Suore delle Poverelle-Istituto Palazzolo in partenariato con il CSV di Brescia, si è proposto di attivare azioni di prevenzione e contrasto al disagio giovanile, finalizzate alla ricostruzione di un tessuto sociale inclusivo e partecipativo e di costruire una rete di pensiero e di lavoro finalizzata alla costruzione di percorsi per la promozione dell’empowerment di giovani e giovani donne in uscita dai centri residenziali e centri diurni dell’Istituto. Volontariato e lavoro e formazione e azione sono le parole chiave che hanno accompagnato questi due anni di progetto.
NON VOGLIAMO LA LUNA ha messo in rete 4 regioni (Lombardia, Veneto, Calabria e Sardegna) da Nord a Sud e 5 provincie (Bergamo, Brescia, Vicenza, Catanzaro e Sassari) facendo emergere potenzialità e fragilità territoriali. Comunità differenti a confronto con l’obiettivo di offrire opportunità di partecipazione attiva e lavorative ai tanti ragazzi e donne accolte.
Raccontare gli esiti di un progetto richiede fornire dei numeri, delle statistiche… Eccone alcuni:
3 CSV coinvolti: Brescia, Bergamo e Catanzaro
19 enti solidali coinvolti nei progetti di volontariato
21 enti impegnati nella realizzazione di esperienze formative e borse lavoro
45 ragazzi destinatari delle proposte di volontariato
40 progetti di volontariato realizzati
50 ragazzi e donne destinatari di percorsi di formazione propedeutici al lavoro
10 borse lavoro attivate di cui
3 trasformate in contratti di lavoro
3 quaderni operativi redatti
Ma Non Vogliamo la Luna non sono solo numeri…
Raccontare Non Vogliamo la Luna significa raccontare le tante storie incontrate e la grande soddisfazione nel vedere realizzarsi progetti che hanno visto protagonisti ragazzi e donne con storie di profonda fragilità.
Raccontare della cordata di operatrici in connessione tra Nord e Sud.
Dentro la parola CSV e ente solidale, si vede la possibilità di venire a contatto con una parte della società civile che si rende attiva, si scorge la possibilità della società civile di entrare nelle nostre case e rendersi testimoni del dono della solidarietà…c’è la possibilità di entrare a far parte dei tavoli di quartiere…
Dentro la parola enti accreditati, ci sono diverse ragazze e ragazzi che hanno ora tra le loro mani attestati di partecipazione a HACCP, Sicurezza lavoro…tutte vie d’accesso al mondo del lavoro…
Dentro la parola progetti volontariato ci sono esperienze positive di ricchezza valoriale e relazionale come la storia di una giovane mamma che si è avvicinata a un mercatino dell’usato e ha trovato una famiglia amica…
Dentro la parola borsa lavoro ci sono 11 donne e ragazzi che possono arricchire il loro cv e collezionare una prima esperienza di approccio al mondo del lavoro.
Il Covid di certo non ha aiutato ma alla fine, comunque, questi progetti ci raccontano che si può fare… ll volontariato e l’inserimento nel modo del lavoro possono fare da volano verso la costruzione di percorsi di vita rigenerati …. Non dobbiamo smettere di immaginare e di sognare.