In dialogo con la solitudine: la nostra recensione
Titolo: IN DIALOGO CON LA SOLITUDINE
Autore: Borgna Eugenio
Editore: Einaudi TO
Edizione: 2021
Questo breve saggio, con taglio divulgativo, suggerisce un itinerario di riflessione sulla solitudine e sui caratteri che la accompagnano, come il silenzio.
L’autore, psichiatra di 91 anni, riprende questo tema da lui già affrontato e che la pandemia ci ha fatto sperimentare nelle forme della quarantena, del distanziamento, della reclusione forzata chiudendoci in una solitudine disperata dove età, malattie, condizioni economiche, paure non ci consentivano di darle un senso.
In questo volumetto ci troviamo di fronte non tanto e solo alle considerazioni di uno specialista esperto, quanto piuttosto al bilancio di un anziano che, dopo anni di studio e pratica professionale, mette a frutto la propria esperienza facendo molti riferimenti autobiografici e confrontandosi con filosofi, psichiatri, romanzieri e, soprattutto, poeti.
L’obiettivo principale di questa riflessione è quello di togliere alla solitudine la visione negativa di chiusura, di malessere da cui è spesso circondata. Per questo è preliminare distinguere la solitudine creatrice (che apre al mondo e alla relazione con gli altri) dall’isolamento (che ci chiude in noi stessi, nell’individualismo, nell’indifferenza, nel rifiuto del dialogo e della solidarietà).
La solitudine si differenzia dall’isolamento come il silenzio si distingue dal mutismo: mutismo è quando non si ha nulla da dire o non si ha il desiderio di comunicare, silenzio non è solo non parlare, è anche ascoltare ed entrare in sintonia con la nostra interiorità (v. la contemplazione o la preghiera). La solitudine ha una funzione maieutica: è uno stato d’animo che ci porta a riflettere sulle nostre emozioni, sulle relazioni con gli altri, sulle nostre fragilità, è un temporaneo allontanarsi dal mondo, dalle parole banali e inutili, ma è anche un modello di vita che dà valore all’ascolto, al raccoglimento, all’impegno etico nella politica, nel rispetto delle persone, nel riconoscere e accettare la solitudine che è negli altri. Purtroppo tutto questo diventa difficile in un mondo assediato da TV sempre accese, dal parlare continuo attraverso i cellulari, dalla fretta nelle relazioni.
L’autore, pur partendo dal presupposto che la solitudine è comune a tutte le generazioni, ci invita a guardare ai mille volti della solitudine: nell’adolescenza (prestando attenzione alla timidezza diffusa in tanti giovani nel nostro mondo segnato da impazienza e volgarità), nella condizione anziana (v. le case di riposo), nella sofferenza psichica (specie di un bambino), nella malattia, nella morte, nelle persone che giungono da terre lontane, distanti da noi per lingua e abitudini.
In conclusione Borgna rivaluta la solitudine come esperienza interiore che ci aiuta a dare un senso alla vita di ogni giorno.
a cura di Giuseppina Calzolari (Redazione CSV Brescia)