La libertà individuale come impegno sociale: la nostra recensione
Titolo: La libertà individuale come impegno sociale
Autore: Amartya Sen
Editore: Laterza
Anno edizione: 2011
Genere: Etica, economia sociale, scienze sociali
Note sull’autore: Amartya K. Sen è un economista, filosofo e professore presso la Harvard University. Nel 1998 ha ricevuto il Premio Nobel per l’economia.
Nasce nello stato indiano del Bengala occidentale, all’interno di un campus universitario; studia al Presidency College di Calcutta e al Trinity College di Cambridge.
Ha insegnato in numerose e prestigiose università tra le quali Harvard, Oxford, Cambridge e Londra. È membro del Gruppo Spinelli per il rilancio dell’integrazione europea. Nel 2005 ha ricevuto una laurea honoris causa in economia, politica e istituzioni internazionali dall’Università degli Studi di Pavia.
Quale pensabilità del futuro nel campo del welfare?
“L’approccio delle capacità” è la formula famosa entrata nel panorama delle scienze sociali a partire da una teoria elaborata dall’economista e filosofo Amartya Sen ed è esposta in questo libro in maniera semplice e accessibile a tutti.
Per comprendere l’approccio delle capacità nella teoria di Sen è indispensabile mettere in luce i significati dei suoi termini chiave capacità e funzionamenti e delineare la sua posizione di fronte all’utilitarismo, la principale teoria etica in opposizione alla quale Sen delinea la sua.
Nel libro La libertà individuale come impegno sociale l’economista dedica un accurata riflessione al concetto di libertà, da cui deriva poi in seguito il concetto di capability (capacità e opportunità): infatti dire che qualcuno è capace di fare qualcosa significa innanzitutto dire che è libero di farla.
La teoria utilitarista si presenta caratterizzata da due elementi: il metodo di valutazione ovvero la concentrazione sui risultati (consequenzionalismo) e la modalità con cui avviene la valutazione secondo solo certe condizioni soggettive (quali il piacere o il desiderio) delle persone interessate; ed è proprio a questo secondo elemento che Sen rivolge le critiche.
Assumere solo questa prospettiva nasconde molto spesso le distorsioni che si generano quando le condizioni soggettive di desiderio e piacere si adeguano a situazioni di persistente diseguaglianza sociale: spesso infatti chi vive in condizioni di privazione manca anche del desiderio di cambiamento o di nuove prospettive. Un esempio lampante dell’inefficacia del calcolo utilitaristico come unico parametro è il caso della diseguaglianza tra i sessi in India: in alcuni campi dalla salute, dell’alimentazione e dell’istruzione le indagini hanno evidenziato come in India specialmente nelle zone rurali la donne vive in una condizione svantaggiata rispetto agli uomini. Spesso queste indagini hanno anche portato a superficie la questione che molte di queste donne non desiderano alcun cambiamento e neanche si dichiarano scontente del loro ruolo all’interno della società indiana, questa considerazione empirica ha sollevato alcuni dubbi sulla correttezza di avviare dei cambiamenti. Assumere in questo caso la prospettiva dei desideri porterebbe a trascurare le pressioni culturali che ostacolano in queste donne il desiderio di una migliore educazione o accesso alla salute e mantenere lo status quo, al contrario se mettiamo al centro la libertà individuale come valore di valutazione del singolo si tenderà a fornire alle donne le condizioni per aspirare ad una maggiore libertà individuale
Concludendo perché leggerlo o meglio, perché questo libro è una lettura consigliata per chi si affaccia e opera nel sociale?
Secondo noi confrontarci con la prospettiva delle capacità di Sen ci porta ad ampliare le domande e dare nuove letture su cosa sono effettivamente capaci di essere e fare la persone, cosa è capace di immaginare e desiderare, come creare le condizioni e realizzare nuove aspirazioni. Questa posizione declinata nei contesti locali rappresenta senza dubbio una interessante soluzione nel dibattito etico e politico contemporaneo.
Michela Mivida Di Meo (redazione CSV)