Marcia per l’accoglienza 2021 – Oltre la crisi afghana
In marcia per il diritto di essere accolti delle persone in fuga e in pericolo.
Anche CSV Brescia ha aderito all’edizione 2021 della Marcia per l’Accoglienza, in programma a Brescia (la partenza sarà da Largo Formentone) sabato 13 novembre ore 14:30.
Il titolo della manifestazione sarà “Oltre la crisi afghana”.
Iniziativa promossa da: Io Accolgo Brescia, Consulta per la Cooperazione e la Pace del Comune di Brescia, Coordinamento provinciale degli Enti locali per la Pace e la Cooperazione Internazionale, Coordinamento SPRAR Provincia di Brescia, Forum Terzo Settore Brescia, con il patrocinio del Comune di Brescia e con l’adesione di numerosi Enti, Cooperative ed Associazioni.
La crisi Afghana, che si è concretizzata con la presa di Kabul da parte dei Talebani il 15 agosto, rappresenta l’epilogo di scelte politiche e militari sbagliate che rispondono a ragioni che nulla hanno a che vedere con il desiderio di giustizia.
In una delle sue ultime interviste Gino Strada affermò: «Gli americani se ne vanno con una sconfitta, dopo aver speso più di 2 mila miliardi di dollari e i talebani sono ancora lì. Gli afghani intanto sono più poveri del 2001, hanno avuto 4 milioni di profughi, un quarto della popolazione, più 150 mila morti, in prevalenza civili. Non si è speso per ricostruire un Paese ma per continuare una guerra. A cosa è servito? Zero».
Facciamo nostra la domanda di Gino Strada, ma anche le affermazioni di indignazione del Presidente Mattarella durante le celebrazioni degli 80 anni del Manifesto di Ventotene: “In questi giorni una cosa appare sconcertante e si registra nelle dichiarazioni di politici un po’ qua e là in Europa. Esprimono grande solidarietà agli afghani che perdono libertà e diritti, ma ‘che restino lì’, ‘non vengano qui perché non li accoglieremmo’. Questo non è all’altezza dei valori della Ue”.
Come cittadini e cittadine bresciani, italiani ed europei, come cittadini e cittadine del Mondo non vogliamo essere dalla parte di coloro che non si assumono le proprie responsabilità nel gestire l’ennesima crisi umanitaria voltando le spalle al dolore, alla sofferenza, alle restrizioni delle libertà individuali di tutte e tutti i civili, in particolare le donne e i bambini che vivono in Afghanistan.
“Le ragioni della pace sono più forti di ogni calcolo di interessi particolari e di ogni fiducia posta nell’uso delle armi”. Questa convinzione espressa nel 1963 da Giovanni XXIII nella lettera enciclica “Pacem in Terris” in un periodo di forte tensione internazionale e ripresa da Papa Francesco nell’enciclica “Fratelli tutti” è anche la nostra convinzione, per tale ragione dobbiamo mantenere un’attenzione e un impegno costante al fianco della lotta delle donne e degli uomini afghani per i diritti e le libertà individuali garantite, per tutelare le persone in pericolo o in fuga tramite la realizzazione di un ampio programma di trasferimenti/ricollocamenti dei cittadini afghani da attuarsi anche dai paesi di transito, per denunciare la violazione dei diritti fondamentali e gli orrori e soprusi che quotidianamente avvengono lungo le diverse rotte che percorrono le persone alla ricerca di un luogo accogliente.
Ci riconosciamo negli appelli di ASGI (Associazione Studi Giuridici per l’Immigrazione), del Tavolo Asilo Nazionale, della rete EuropAsilo, delle varie organizzazioni di donne resistenti in Afghanistan sostenuti dall’associazione CISDA (Coordinamento Italiana a Sostegno delle Donne Afghane) oltre a quello del Coordinamento Bresciano Progetti SPRAR/SAI Provincia di Brescia per l’allargamento della rete di accoglienza fuori dall’emergenza.