Quella metà di noi: la nostra recensione
Titolo: Quella metà di noi
Autori/curatori: Paola Cereda
Editore: Guido Perrone editore
Edizione: 2019
Il titolo fa riferimento a quella parte di noi, che resta nascosta, fatta di desideri, parole, frustrazioni, sentimenti mai confessati che, sia pure fra reticenze, l’autrice riesce a far emergere con una scrittura scorrevole e piacevole.
Tutti i personaggi hanno storie segrete, non dette per vergogna, per riserbo, per paura dei giudizi altrui; tutti sono soli in un clima di incomunicabilità che lacera i rapporti, in una società caratterizzata da contraddizioni (v. confine tra amore e dovere, tra affetto e obbligo) e difficoltà (immigrazione, malattie, ludopatia). “Chi non ha qualcosa da nascondere, ha almeno una verità da raccontare. E la verità, a volte, è il più grande di tutti i segreti”.
La trama attualissima vede al centro una figura di donna provata da tanti tipi di indifferenza, ma ancora capace di amare.
Matilde Mezzalama, maestra in pensione, vedova, vive a Barriera di Milano nella periferia di Torino in un quartiere che un tempo era abitato da meridionali ed oggi è multietnico, un “impasto di lingue e spezie”. Tre anni dopo il pensionamento, avendo contratto un debito importante (per ragioni esplicitate solo alla fine del romanzo) è costretta a ricominciare a lavorare come badante di un ingegnere che vive in centro città e col quale instaura un rapporto di comprensione, affetto, confidenza. La protagonista si trova così a vivere nel mezzo di due case (quartiere operaio di periferia e casa elegante nel centro), di barriere che dividono ma anche rassicurano, nel mezzo di due vite (la propria con una figlia piena di pretese e quella dell’ingegnere con una moglie sempre arrabbiata e scontenta), nel mezzo di decisioni ancora da prendere in una società frammentata in continuo cambiamento.
Ma Matilde, apparentemente fragile perchè prigioniera di una scelta che non ha avuto il coraggio di fare, alla fine riesce ad unire le sue due metà anche dopo il crollo dell’ultima illusione.
“Si vive per essere felici almeno un po’, si muore per non essere infelici per sempre”.
(a cura di Giuseppina Calzolari, Redazione CSV Brescia)