A Natale nessuno resti solo
Testimonianze. Un numero speciale sui volontari presenti anche nelle feste
Avevamo già dedicato il numero prenatalizio di Diogene al mondo del volontariato. Due anni fa raccogliemmo decine di volti, di storie, di parole, di emozioni di comasche e comaschi che dedicano una fetta della loro vita agli altri. Quest’anno abbiamo voluto tornare a parlare di loro, i volontari, le persone che popolano quell’immenso Terzo Settore senza il quale il nostro Paese – e la nostra provincia – sarebbe infinitamente più povero. In queste pagine diamo la parola a coloro che a Natale o durante le feste trascorreranno parte del loro tempo al servizio di chi è più sfortunato. Un viaggio tra chi quotidianamente sta accanto ai tantissimi senzatetto della città, tra chi continua ad offrire un pasto caldo ai poveri, tra chi fa sorridere i bambini ricoverati in ospedale anche in questo periodo di festa, tra coloro che restano accanto alle persone giunte alla fine della vita, tra chi trascorrerà il Natale accanto a un’ambulanza pronta a prestare soccorso, tra chi svolge la propria missione di volontariato all’estero, tra chi pensa anche ai randagi, tra chi sa che la parrocchia è un
punto di riferimento per un’intera comunità, tra chi nel dedicare tempo agli altri ha trovato e creato nuove amicizie. Il mondo del volontariato è estremamente eterogeneo e pensare di riuscire a farlo stare tutto in un numero di Diogene è follia. Ma le storie che raccontiamo oggi in queste pagine, hanno l’auspicio di poter comunque essere rappresentative di un mondo infinitamente più vasto che ogni settimana, su queste colonne, cerchiamo di raccontare. Non solo, le pagine che seguono sono anche un modo per omaggiare con gli auguri di Diogene tutti coloro che, nel Comasco, fanno parte del Terzo Settore. Senza il quale la sanità, il sociale, i servizi, l’ambiente, la cultura, la ricerca e tutti quei settori essenziali per la vita di tutti i giorni sicuramente non potrebbero funzionare. A tutto questo meraviglioso mondo, i più cari auguri di un sereno Natale. Sempre al servizio del dono.
di Diogene
I Legàmi che non hanno limiti
Neppure sotto l’albero
Senza dimora
L’arte di Legàmi nel creare rapporti tra le persone non ha limiti, né di tempo né di spazio. Il gruppo di giovani che ormai da anni scende per le strade di Como una volta alla settimana per incontrare le persone senza dimora infatti si è fatto sempre più numeroso e aperto a nuove esperienze. Nel corso dell’ultimo anno in particolare i ragazzi di Legàmi sono entrati nelle scuole per portare la propria testimonianza di volontari agli studenti più giovani, mostrando loro cosa significhi guardare l’altro come un fratello nella maniera che sempre è stata loro più immediata: il dialogo. «Il nostro desiderio è da sempre quello di mettere in relazione i giovani con le situazioni di grave marginalità – spiega Valeria – e abbiamo voluto portare questo incontro anche nelle scuole, perché diventi un modello di cittadinanza attiva nella consapevolezza che questi incontri sono un regalo reciproco tra le persone». Infatti, in occasione di Natale il gruppo di Legàmi ha organizzato due appuntamenti pensati per accompagnare gli studenti a sperimentare questi incontri, fuori dalle mura scolastiche. Nelle serate del 14 e del 18 dicembre gli studenti hanno percorso le vie di Como per incontrare le persone che ne abitano gli angoli meno osservati, con l’idea di raccogliere i loro desideri natalizi. Come spiega Valeria la proposta è partita da un progetto di We for the Planet – associazione studentesca attenta alla sostenibilità ecologica e sociale – per una raccolta pacchi natalizia che grazie all’apporto di Legàmi si è trasformata in un Secret Santa per le strade della città: «Agli studenti delle scuole abbiamo chiesto di raccogliere i desideri delle persone per strada: non le loro esigenze, ma i loro desideri, perché ciascuno possa poi ricevere per Natale un regalo pensato su misura e non un pacco anonimo». A questa iniziativa si aggiunge l’idea di organizzare per il 22 dicembre una cena in cui saranno proprio gli studenti a fare una lista degli invitati, sulla base degli incontri e delle amicizie strette in questi mesi con le persone senza dimora. Sfondo della cena natalizia sarà Casa Legàmi, in piazza Camerlata, dove un gruppo di giovani ha fatto la scelta di vivere in fraternità, condividendo spazi e ritmi quotidiani. «Non mi piace fare distinzioni tra il volontariato e la vita, il volontariato è un modo di vivere la vita e lo vedo in tutte le relazioni che stringo ogni giorno, in ogni ambito. La potenza di questi incontri è di una bellezza pazzesca e il Natale è il momento in cui ancora di più vedo quanto questo sguardo di amore fraterno per l’altro deve essere il centro della nostra vita. Non si smette mai di essere volontari, tantomeno a Natale». Natale in Casa Legàmi è più che un giorno di festa: è un periodo in cui più che mai le porte si aprono alla relazione, partendo proprio da questi giovani che insieme hanno deciso di condividere uno stile di cura l’uno verso l’altro che insegna quotidianamente a prendersi poi cura di chi è più solo.
Di Martina Toppi
Per gentile concessione della redazione de La Provincia
La cena? In mensa con i poveri Il turno è al 25 e non si salta
Incroci
«Il turno, quest’anno, cade la sera di Natale. E non è che si possa saltare solo perché è festa». Paola Sella e Claudio Marcolini sono marito e moglie e abitano a Lecco. Da diversi anni sono volontari d’Incroci, il gruppo di persone che gestisce da vent’anni la mensa serale. Il giorno scelto da loro per il servizio è il sabato sera. Così, dopo il pranzo di Natale, si metteranno in macchina per raggiungere Como. «I nostri amici lo sanno da tempo – racconta Marcolini – prima delle nove di sera, noi non ci siamo». L’incontro con l’associazione lariana è arrivato dieci anni fa: «Abbiamo cominciato insieme – aggiunge Sella – una volta diventati grandi i figli, ho parlato con mio marito, manifestando la volontà d’andare a servire alla mensa dei poveri. Inizialmente ho provato a sentire le realtà di Milano poiché avevo i contatti. Poi, mi sono mossa su Lecco e infine Como: ecco, quest’ultima città ci ha proprio accolti». È cominciato tutto con una telefonata: «Mi ricordo bene – continua la signora – era la sera prima dell’epifania. Ho chiamato e mi hanno risposto “venite qui stasera”. Così abbiamo iniziato e da dieci anni, il sabato, veniamo a Como». È capitato, magari sotto le feste, di “coprire” altre serate, anche la vigilia di Natale: «Durante le feste i volontari possono essere di meno – precisa Marcolini – noi abitiamo lontano, altrimenti se fossimo di Como faremmo almeno due o tre turni». Chiunque abbia passato il giorno di Natale con i senza dimora, ricorda con un sorriso la tombola all’Enaip, preceduta dal pranzo servito dai ragazzi della scuola professionale. Era davvero un bel modo di stare insieme: i numeri venivano chiamati in diverse lingue, alla fine tutti vincevano qualcosa. Anche chi ha un carattere difficile, si lasciava andare e si scioglieva. Purtroppo il Covid si è portato via questa bella tradizione. Quest’anno i pasti saranno distribuiti a casa Nazareth in via Guanella, la struttura di proprietà della congregazione delle suore adoratrici del Santissimo Sacramento che è stata affidata alla diocesi e, da quest’ultima, messa a disposizione della Caritas. «Abbiamo trovato persone accoglienti e ci siamo trovati bene – spiegano i due coniugi – per noi, è come se fosse un’altra famiglia. Ci si affeziona davvero alle persone: sembra banale dirlo, ma abbiamo ricevuto di più rispetto a quanto abbiamo dato. Questo discorso vale sia per i volontari e sia per gli ospiti». Così, nessun rimpianto per la presa di servizio sotto le feste, anzi. «Il turno, quest’anno, cade il giorno di Natale. E non è che si possa saltare solo perché è festa – concludono – l’anno prossimo, per esempio, sarà Santo Stefano. Per noi, ormai, è parte della nostra vita».
Di Andrea Quadroni
Per gentile concessione della redazione de La Provincia