Per il Mese della Pace, giovedì 30 al Gloria
Il programmaNel corso della serata di giovedì 30 gennaio, ore 21.00 allo Spazio Gloria a Como, interverranno: il giornalista Lorenzo Tondo (The Guardian), don Carmelo La Magra, parroco di Lampedusa, Calogero Santoro, presidente de I Girasoli, Mohammed Sissoko, protagonista del film documentario, Nonò Salomone, cantastorie, Matteo Mandressi, CGIL Como.
Modera l’incontro il giornalista Andrea Quadroni.
La storia
In equilibrio tra la realtà di una Sicilia di frontiera e la narrazione personale del regista, il film documentario “I miracoli del Monte di Gesso” racconta la vicenda di Mohammed Sissoko, un giovane del Mali che dopo un lungo viaggio tra il deserto e il mar Mediterraneo sbarca in Sicilia e giunge nel piccoli comuni di Milena e Sutera, in provincia di Caltanissetta, dove viene accolto e curato dall’associazione I Girasoli onlus impegnata in un progetto di protezione dei migranti.
Passano gli anni, il ragazzo rifugiato diventa grande. Ha imparato la lingua italiana e un poco di dialetto siciliano, quantomeno lo comprende abbastanza bene. Parla inoltre francese, inglese e una lunga serie di dialetti e lingue africane che gli permettono di capire e di relazionarsi con i ragazzi che provengono da diverse parti del sud del mondo.
Inizia così la sua avventura, desiderata e consapevole, che lo condurrà da rifugiato a divenire educatore responsabile di una quindicina di bambini e ragazzi all’interno di uno SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti asilo e Rifugiati).
Tra i piccoli che gli vengono affidati perché possa aiutarli ad iniziare un processo linguistico, sociale e relazionale, incontra Temesgen: fragile, solo e spaventato e con una storia dolorosa alle spalle.
Le difficoltà di comunicazione e comprensione verso il giovane a lui affidato, ma soprattutto il silenzio prolungato di Temesgen spingono Mohammed a inventare un processo educativo speciale.
Cosi Mohammed inizia a raccontargli la Sicilia: vera, immaginata, fantastica, popolare e ribollente di contraddizioni e sentimenti. Ne nasce un racconto divertente e appassionante che attraverso la storia di un’esperienza educativa fuori dal comune, riesce a far brillare i lati più belli e segreti di una comunità che – tra mille contraddizioni – è capace di manifestare la sua cultura ospitale, generosa e coscientemente umana.
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Realizzato e prodotto dall’associazione I Girasoli Onlus di Mazzarino – Caltanissetta, il documentario rappresenta il punto di arrivo di un percorso che ha coinvolto in forme dirette e attive i ragazzi dello SPRAR di Milena e le comunità ospitate a Sutera nel lavoro di scrittura, recitazione e di registrazione audio/video del documentario. Quindi non solo soggetti del film perché protagonisti della storia, ma anche protagonisti della sua realizzazione attraverso un corso formativo e la partecipazione diretta nei vari ruoli previsti nei “set” realizzati al chiuso e all’aperto durante l’anno 2019.
Obiettivo dell’associazione I Girasoli di Mazarino è quello di trasformare l’accoglienza e l’ospitalità dei giovani di Sutera e Milena in soggetti attivi quotidianamente, non solo attraverso le varie e diversificate occasioni di lavoro che si prospettano, ma anche offrendo loro la possibilità di frequentare corsi dedicati alle arti e ai linguaggi dell’arte o di fare esperienze significative nel lavoro di realizzazione di prodotti culturali come spettacoli, performance e film.
“I miracoli del Monte di Gesso” è stato proiettato per la prima volta a Palermo, il 16 dicembre, al circolo Arci Tavola Tonda.
Giovedì 30 gennaio 2020 sarà invece allo Spazio Gloria di Como all’interno delle iniziative del Mese della Pace.
«La scelta di inserire il film documentario a quasi conclusione del Mese della Pace è nata dal desiderio di dare spazio alla riflessione sull’accoglienza – spiega Martino Villani, vice direttore di CSV Insubria – una accoglienza che si muove dalle istituzioni ma riesce a coinvolgere tutti i cittadini in una partecipazione attiva e consapevole. Attraverso la visione del film documentario si entra nel percorso che, attraverso le fatiche che comporta, conduce a mostrare la realtà di una accoglienza diffusa, efficace e possibile».