Un tandem linguistico senza frontiere combatte l’isolamento da Coronavirus
Metti una manciata di ragazzi da diversi Paesi europei bloccati in Italia dal Coronavirus: accade tra le province di Varese, Como e Cremona dove alcuni giovani sono rimasti bloccati nel nostro paese nel corso del loro progetto nei Corpi europei di solidarietà. Chiuse le frontiere e impossibilitati a svolgere le attività negli enti di riferimento, per Ada dalla Polonia, Maria dalla Grecia, Duc dalla Germania, Elise e Ronan dalla Francia, Luisa dalla Spagna è arrivato il tempo di progettare qualcosa per ridare senso al loro servizio. Nella foto ci sono tutti i loro volti, in uno scatto realizzato a Casa Grizzetti, la residenza che da qualche anno fa da dimora e punto di riferimento per i ragazzi del territorio di Varese e Como. Nella cornice che la unisce idealmente agli altri c’è anche Luisa, che sta a Cremona.
È nata così l’idea di questi ragazzi, grazie al tutoraggio dei Csv di riferimento, di un tandem linguistico on line: in pratica i giovani si sono resi disponibili per conversazioni in lingua madre (inglese, tedesco, greco, polacco, francese e spagnolo) via internet. Una bella occasione che va a vantaggio dei ragazzi italiani che si trovano a vivere un periodo scolastico particolare e che possono approfittare dell’occasione per allenarsi a parlare le lingue da loro imparate a livello scolastico. Un gesto gratuito che presuppone però una reciprocità: i giovani stranieri, infatti, chiedono a loro volta di poter dialogare anche in italiano, al fine di migliorare il loro rapporto con la nostra lingua.
«L’idea sottesa al progetto – spiega Ada Szpot – è un po’ la trasposizione on line dell’amico di penna, con il quale un tempo ci si scambiavano lettere per far pratica di una lingua straniera, con in più l’obiettivo di combattere anche l’isolamento a cui siamo tutti costretti in questo periodo». L’attivazione del Tandem avviene via mail (europa@progettoyouthlab.it): con un messaggio si apre infatti il contatto per attivare poi lo scambio linguistico, organizzando tempi ed incontri via web.
Il progetto è stato definito da Csv Insubria in partenariato con Csv Lombardia Sud (sede di Cremona), YouthLab ed Officina Caffè in seguito alla sospensione delle attività operative presso le organizzazioni locali d’accoglienza dei sei giovani volontari sulla base delle circostanze strettamente riferibili all’impatto dell’epidemia da Coronavirus.
Csv, ente che coordina tutti i progetti d’accoglienza, sta supportando i giovani a distanza tramite le strategie dello smart-working ed ha appunto elaborato insieme a loro un piano d’intervento e di coinvolgimento alternativo a quello inizialmente pianificato che prevede l’attivazione da casa attraverso pc e smartphone. L’obiettivo? Evitare l’isolamento e trovare il modo per fare in modo che le esperienze in atto con i Copri europei di solidarietà continuino ad essere un arricchimento per la comunità.