Verso la nascita del Csv Insubria
Si è avviato in questi giorni il percorso che porterà, con l’inizio del 2018, alla nascita del Centro di Servizio per il Volontariato dell’Insubria. Il nuovo CSV conserverà le attuali sedi sui due territori di Varese e Como, ma avrà una sola governance e sarà un’unica entità giuridica. A dare avvio al processo di unificazione sono state, il 14 e 15 novembre, le Assemblee straordinarie rispettivamente del Centro di Servizio per il Volontariato della provincia di Varese e di quello di Como nelle quali è stata deliberata la fusione tre i due Centri ed è stato approvato il nuovo statuto di quello che sarà il CSV Insubria. Nella serata del 15 novembre nella sede del CSV di Como in via Col di Lana si è conclusa l’esperienza ventennale dell’Associazione del Volontariato Comasco. Nella fine c’è al tempo stesso un inizio per il nuovo CSV. Davanti ad una platea numerosissima e attenta, Francesco Beretta, presidente di CSV Como, ha ricordato il presidente precedente, Gian Franco Garganigo, che con dedizione ha collaborato a costruire le premesse per il passaggio compiuto lo scorso mercoledì. La riorganizzazione tiene conto delle novità e delle indicazioni contenute nella Riforma del Terzo Settore, che ha stabilito la presenza di un CSV per ogni milione di abitanti e la messa a disposizione dei servizi per tutti i volontari degli Enti di Terzo Settore. Il 1° gennaio 2018 entreranno formalmente in funzione 6 centri lombardi invece dei precedenti 12. Il primo atto aveva riguardato l’accorpamento dei 3 Centri di Monza-Brianza, Lecco e Sondrio. È di pochi giorni fa la riduzione dei 4 Centri di servizio per il volontariato di Cremona, Lodi, Mantova e Pavia per formare il CSV Lombardia Sud Ets (Ente di terzo settore). Non cambierà nulla invece per i CSV di Milano, di Bergamo e di Brescia. È dunque la Lombardia – dopo un percorso durato oltre due anni – la prima regione a rivedere il suo assetto operativo dopo l’uscita del Codice del Terzo settore approvato lo scorso agosto. Questo prevede infatti la presenza di un CSV per ogni città metropolitana e uno per ogni milione di abitanti non residenti in questi ambiti, salvo deroghe. I Centri che nel 2018 risulteranno in Italia dopo la prevista razionalizzazione dovranno essere valutati dall’Organismo nazionale di controllo (Onc), la nuova autorità prevista dal Codice di cui si attende la costituzione entro quest’anno. Attualmente i CSV sono 71 e i servizi erogati sono oltre 215 mila all’anno. La riorganizzazione propone di rispondere al cambiamento richiesto ai CSV dalla riforma del Terzo settore, quello di essere non più al servizio delle sole Organizzazioni di volontariato (Odv) istituite dalla legge 266/91,ma dei volontari di tutti gli Enti del Terzo settore.