Innesti Inattesi/4. Mantova: nipoti alla ricerca di nonni
Metti il periodo di lockdown, Mantova e non, un gruppo di giovani, un’idea comune. Adotta un nonno, questo l’Innesto Inatteso nato durante la pandemia.
È fine marzo 2020 ed è pieno lockdown, le persone sono obbligate a restare a casa per cercare di contenere il contagio da Covid-19. Le persone, sì, tutte: giovani, adulti e anziani. Siamo a Mantova quando un giorno, Sofia, durante la consueta telefonata alla nonna, inizia a pensare a come sarebbe bello utilizzare il tempo – ora libero dalle tante attività di studio, lavoro, sport, sociali – per tenere compagnia alle persone sole.
Da qui l’idea: “Usare il tempo che i giovani avevano improvvisamente riacquisto con la quarantena per telefonare alle persone anziane che vivono da sole”. Questo lo spunto alla base del Progetto Adotta un nonno raccontato da Clelia Zardini nella video intervista di Innesti Inattesi.
Clelia prosegue spiegando che “l’idea era stabilire legami adottivi tra nipoti, che non erano altro che giovani universitari e non, con la voglia di mettere a disposizione un po’ del loro tempo e nonni, persone anziane che tutto d’un tratto si sono trovate improvvisamente a non avere nessun contatto sociale”.
Il passaggio è stato veloce, dall’idea lanciata sui social, al quale hanno aderito circa 40 ragazzi e ragazze da varie regioni e città italiane, alla necessità di organizzarsi e dare forma all’immaginazione. Poi le consultazioni e il sentire comune a tutto il gruppo per mettere in contatto giovani da tutta Italia con nonni di tutta Italia. E allora via! Seppure in modo informale e fluido, cioè non organizzato in una forma associativa, i “nipoti” hanno iniziato a stendere alcune linee guida da presentare ad amministrazioni locali ed associazioni di Mantova (per esempio Comune e AUSER di Mantova) e non. E così i primi contatti, i primi “nonni”, le prime telefonate e i primi feedback attraverso un questionario.
“Com’è andata la giornata? Come stai?” queste alcune delle domande che accompagnavano le due, tre telefonate a settimana di circa 15 minuti; ciascuna metteva in contatto 8/9 ragazzi/e di Mantova, Ferrara e Terni con altrettanti nonni di Mantova, Ferrara e Terni scambiando le città di appartenenza. E l’immaginazione iniziò a divenire realtà.
Il “nipoti” si sono resi conto di poter realizzare iniziative di questo stampo e di potersi relazionare con pubbliche amministrazioni e associazioni specifiche che da sempre muovono il loro quotidiano in queste tematiche. Adotta un nonno ha avuto un’evoluzione lenta ma nonostante questo si è caratterizzata da una gestione orizzontale, democratica, con nessun tipo di gerarchia e soprattutto ha fatto capire agli stessi giovani che “…anche ragazzi non organizzati possono dar vita a nuovi progetti nel momento in cui questi sono frutto della volontà di mettere in atto azioni di solidarietà” questo, continua Clelia, “grazie al riscoperto senso di un motore sociale che magari in una situazione di normalità non sarebbe partito”.
Il progetto, iniziato in piena FASE1, si è e si sta evolvendo in base al contesto in cui viviamo e alle differenti esigenze. Dapprima, quando non era possibile uscire, gli anziani si trovavano a condividere con sé stessi le mura di casa, ora i ragazzi e le famiglie possono raggiungerli e per tanto portare a loro un saluto. Adotta un nonno prosegue mantenendo i contatti in essere e nel contempo approfondisce con associazioni e istituzioni locali, le notizie raccolte per riflettere insieme sulle possibili evoluzioni.
Il progetto ha lasciato ai “nipoti” un nuovo modo di pensare, di immaginare e sviluppare idee contemporaneamente ha permesso loro di scoprire il senso di sicurezza nell’essere ascoltati e considerati dagli ‘addetti ai lavori’. Questo ha consentito un raccordo tra forze nuove, associazioni e istituzioni.
Clelia conclude segnalando che questa esperienza ha creato in loro la “convinzione che qualcuno li voglia ascoltare e che valga la pena tirar fuori idee e provare strade non battute anche senza sapere come sarà il percorso. Un’azione facilitata dal momento, che era per tutti, una pagina bianca sulla quale iniziare a scrivere una storia nuova. Così nacque il coraggio del gruppo di ‘buttarsi’ e iniziare. Questo ci consente di dirci e di ricordarci che… c’è sempre spazio per scrivere.”
Contatti: Adotta un nonno – mail adottaunnonno.italia@gmail.com
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