Dai buoni spesa ai servizi a domicilio, una fotografia dell’emergenza sociale
Si è conclusa nei giorni scorsi l’erogazione dei buoni spesa previsti dall’Ordinanza del Capo Dipartimento della Protezione Civile che prevedeva un sostegno immediato e concreto alle famiglie in difficoltà a seguito dell’emergenza sanitaria da Covid-19.
Il Comune di Cremona ha ricevuto un contributo dal Governo di 385.317,68 euro, a questi sono stati aggiunti ulteriori 79.000 euro per far fronte alle numerose richieste pervenute. Nel dettaglio: 2.321 sono le domande presentate, 1.781 quelle inserite nell’apposito sistema di verifica (escluse le 540 risultate doppie o non compilate), 1.529 le domande ritenute valide (escluse le 252 presentate da persone appartenenti allo stesso nucleo o da persone non residenti), 1.218 quelle finanziate in prima istanza, 311 in seconda istanza.
I buoni spesa sono stati erogati in quattro formati: da 10 euro – da 20 euro, gift card da 5 euro – gift card da 50 euro da spendere entro il 30 aprile nei 27 esercizi convenzionati, di cui 12 anche per la gift card. Tenendo conto che la maggior parte dei nuclei famigliari era composta da quattro persone, la media dei buoni spesa erogati è di 350 euro.
Per la prima fase sono stati organizzati 11 punti di distribuzione dislocati in città e nelle zone periferiche oltre alla consegna a domicilio per chi risultasse in quarantena o impossibilitato ad uscire. Per la seconda fase, conclusasi lunedì 20 aprile, sono stati due i punti di distribuzione collocati presso la sede del Settore Politiche Sociali, oltre alla possibilità di consegna a domicilio.
Per l’organizzazione della raccolta delle domande, la valutazione, il contatto telefonico per il ritiro, il presidio dei punti di erogazione, sono stati coinvolti 31 dipendenti comunali e 20 volontari (questi intervenuti nella fase della distribuzione). A tutti loro un ringraziamento per l’impegno e la velocità di esecuzione considerate le difficoltà operative del contesto.
Per la maggior parte i buoni sono stati erogati a famiglie con quattro componenti (45,7%) per un importo pari a 350 euro. Più della metà delle domande sono pervenute dal quartiere Centro (303), dal quartiere S.Ambrogio-Risorgimento-Incrociatello (156) e dal quartiere San Bernardo-Borgo Loreto-Naviglio (156).
La stragrande maggioranza delle domande (993) è motivata dall’interruzione lavorativa, a seguire dall’attesa della cassa integrazione, oppure si tratta di partite IVA. Mediamente l’età dei destinatari si attesta tra i 37 e i 55 anni.
Le 311 domande finanziate nella seconda fase riguardano 48 persone o nuclei non in carico ai Servizi Sociali, mentre le restanti 263 si riferiscono a persone o nuclei già note.
All’attività di erogazione dei buoni spesa si aggiunge da quasi ormai due mesi l’attività coordinata dai Servizi Sociali con la Protezione Civile, i volontari e le associazioni aderenti all’iniziativa promossa dal Comune CremonAiuta per sostenere le persone a domicilio. Sono 220 le persone segnalate direttamente ai Servizi Sociali. Questo ha permesso di effettuare 201 consegne di spesa, 35 di farmaci e trasporti realizzati dai volontari delle associazioni Gianni e Massimiliano, AVAL e La Città dell’Uomo. Tra queste vi sono 81 singoli (36,65%), 38 nuclei famigliari composti da adulti (17,64%), e 101 nuclei con figli minori (45,70%). Quasi la metà (88) non erano situazioni note ai Servizi Sociali o alle reti di volontariato.
A questo si aggiunge l’attività coordinata con l’AUSER Cremona che in un mese ha effettuato 527 consegne di spesa a domicilio e 107 consegne di farmaci. In collaborazione con la San Vincenzo sono stati distribuiti 194 pacchi alimentari.
Dal quadro delineato appare evidente quante sono le famiglie che si trovano in difficoltà e quante nuove famiglie sono coinvolte in questa nuova e difficilissima situazione. Dovranno essere sostenute nei prossimi mesi, in modo che la loro attuale condizione non diventi permanente anche se in presenza di un reddito, ma comunque non sufficiente per vivere in maniera dignitosa.
Attraverso la rete costruita in queste settimane il Comune, la città, il mondo del terzo settore e anche quello economico, tutti insieme, confrontandosi su come agire, dovranno continuare a porre in atto strumenti e percorsi da consolidare per sostenere, aiutare queste persone a reinserirsi ed affrontare così il graduale ritorno alla normalità.