Sanità: interviene l’Alleanza contro la Povertà di Cremona
Pubblichiamo per intero l’appello diramato dall’Alleanza contro la Povertà di Cremona | I partner dell’Alleanza contro la Povertà di Cremona, soggetti in contatto quotidiano con i cittadini e con le fasce più deboli della società, esprimono la loro preoccupazione per come si declina oggi nel nostro territorio il diritto alla salute, indicato come fondamentale dall’articolo 32 della costituzione, tanto per i malati di COVID quanto per i portatori di tutte altre le patologie. In particolare ci sembra assai grave la situazione sia di persone in povertà di risorse e di competenze che di fasce di popolazione oggi in pesante difficoltà a causa di una forte contrazione del reddito a causa dell’emergenza COVID.
Le associazione di III settore che hanno svolto e stanno svolgendo un ruolo fondamentale durante e dopo l’emergenza sottolineano come la rinuncia alle prestazioni mediche e l’impossibilità di occuparsi della propria salute è dovuta non più solo al costo, ma ad una reale impossibilità di avere interlocutori raggiungibili e operatori in grado di dare risposte certe e non contrastanti in tempi ragionevoli sia agli utenti che ai volontari; infatti i centri di prenotazioni CUP non rispondono più alle richieste dei cittadini e non informano gli stessi sulle alternative pubbliche e private convenzionate sul territorio. Sfuggono alle cure soprattutto minori e anziani che vengono lasciati privi di assistenza, le associazioni, i cui volontari non hanno le tutele necessarie se non a carico delle associazioni stesse, spesso si devono accollare la spesa di farmaci, di esami diagnostici e visite specialistiche, non sempre in convenzione. Molti si spostano nelle città vicine con aggravio di spese per i trasporti.
Gli ambulatori del nostro Ospedale non hanno ripreso tutti i servizi, è ancora chiuso il reparto di radiologia per le normali prestazioni, vi sono notevoli ritardi o soppressioni nei controlli per malattie oncologiche e cronicità, non si comprende quando saranno esaurite le liste d’attesa.
Il duro periodo del COVID pare non essere la sola causa di questa situazione, sembrano concorrere anche fattori di mancata organizzazione interna e di carenza di personale. L’assenza di poliambulatori pubblici esterni all’ospedale fa si che gli utenti si debbano rivolgere alle cliniche private accreditate. Questo quadro ci risulta ulteriormente preoccupante vista la decisione di dichiarare gli ospedali di Cremona e Casalmaggiore hub COVID.
Ci sembra necessario costruire un modello di medicina territoriale che non si esaurisca nel solo svolgimento dell’attività del MMG, ma abbia come valore l’integrazione e la collaborazione con ogni nodo della rete territoriale, coinvolgendo: consultori, servizi di salute mentale e per fragilità e cronicità, continuità assistenziale, servizi sociali territoriali ed il III settore.
Ci rivolgiamo ai sindaci ai direttori di ATS e ASST, a Regione Lombardia per otenere risposte concrete individuate attraverso azioni programmatiche lungimiranti e di valore sociale, condivise, che guardino ai bisogni di tutti.