Corpo Europeo di Solidarietà: merita un bilancio separato da Erasmus+
Con una bozza di Risoluzione votata il 4 aprile 2017 dal Comitato Cultura ed Istruzione del Parlamento Europeo, è stato proposto che per il nuovo Corpo Europeo di Solidarietà si preveda un proprio bilancio separato, anziché finanziarlo tramite i programmi Erasmus+ o Europa per i Cittadini.
Ora il Comitato presenterà un’interrogazione alla Commissione Europea per una risposta orale durante la sessione plenaria di aprile. Dopo il dibattito la bozza di Risoluzione verrà messa ai voti in seduta plenaria.
La bozza di Risoluzione proposta invita ad una chiara distinzione tra attività di volontariato e impiego, a garanzia del fatto che le organizzazioni partecipanti non utilizzino i giovani come volontari non retribuiti laddove sono disponibili potenziali posti di lavoro di qualità.
Il Corpo Europeo di Solidarietà, proposto dalla Commissione nel dicembre 2016, permette ai giovani dai 17 ai 30 anni di partecipare a numerose attività di solidarietà in settori quali l’istruzione, la salute, l’accoglienza e l’integrazione dei migranti, il mercato del lavoro, l’integrazione sociale e la tutela dell’ambiente. Si stima che entro il 2020 circa 100.000 giovani potrebbero partecipare a questa iniziativa, sia attraverso il volontariato che il lavoro.
La Commissione intende mettere sul tavolo una proposta legislativa completa entro maggio. Tuttavia, la fase iniziale del Corpo Europeo di Solidarietà nel 2017 è già stata lanciata e la Commissione intende finanziarla con oltre 58 milioni di euro, inizialmente stanziati per i programmi Erasmus+ e Europa per i Cittadini.
Il Parlamento Europeo sottolinea che le attività del Corpo devono in primo luogo rispondere alle esigenze locali e poggiare su programmi di volontariato già esistenti e consolidati. Le organizzazioni di accoglienza devono aderire ad una carta di qualità che fissa obiettivi e principi condivisi.
Per andare incontro ai giovani nel mercato del lavoro, le competenze acquisite durante l’esperienza devono essere riconosciute e convalidate.
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