Innesti Inattesi /10. Lodi, orizzonti Informatici al tempo del Covid-19
L’emergenza vissuta nei mesi scorsi ha evidenziato anche un bisogno di supporto e aiuto nell’utilizzo della tecnologia. Molte persone hanno provato a rispondere a questa necessità
Omar, informatico di Sant’Angelo Lodigiano e membro dell’Associazione Amici del Museo dei Combattenti, durante il lockdown si è accorto che molti cittadini avevano problemi di connessione, c’era un gap tecnologico che andava colmato in qualche modo per cercare di rimanere in contatto con i propri cari almeno in modo virtuale. Contattando, in modo autonomo, le persone che chiedevano aiuto sui social, Omar ha aiutato persone, ma anche scuole e aziende. Nessuno, prima della pandemia, avrebbe mai pensato di utilizzare la tecnologia in modo così strutturato: inizialmente venivano usati strumenti alla portata di tutti ma poi è stato necessario adottare sistemi più performanti e utili. Omar si è accorto di non essere il solo a portare avanti questa attività di aiuto, dai social si è reso conto che altri colleghi informatici in Italia e non solo facevano lo stesso, spinti dal dovere civile di aiutare gli altri. È stata una sorta di “chiamata alle armi” del settore informatico, una collettiva riscoperta della tecnologia. L’esperienza è stata positiva, pur nell’emergenza che stavamo vivendo.
L’Associazione Amici del Museo dei Combattenti gestisce il museo storico che è un luogo di memoria e raccolta di testimonianze delle due guerre mondiali e nel momento del lockdown le sue attività culturali, composte da presentazione di libri o incontri storici si sono necessariamente fermate. Esiste una dicotomia tra l’attività svolta durante il periodo di chiusura totale e l’attività classica svolta dal volontariato, la seconda è ovviamente di tipo sociale e fatta di rapporti umani diretti, mentre la prima è quasi totalmente virtuale; questa però, con gli incontri da remoto, ha portato in ogni caso dei vantaggi. Per esempio agli incontri erano presenti più persone, collegate anche dall’estero, da altre regioni italiane oppure anche persone che hanno difficoltà di movimento. Ciò ha permesso una sorta di “allargamento dell’offerta” intesa come ampliamento delle persone che posso seguire gli incontri. Di conseguenza c’è stato anche un vantaggioso ampliamento della comunità che doveva/poteva essere sperimentato e forzatamente è stato fatto, quindi è possibile dire che l’emergenza ha permesso di trovare altre vie di comunicazione e vicinanza. Ciò sta portando a pensare che questa esperienza sia spendibile per il futuro ma anche per il territorio, perché ha annullato le distanze e qualsiasi tipo di ostacolo. Tutto ciò non sostituisce gli incontri in presenza che a volte permetto scambi più produttivi, ma deve essere uno strumento che si affianca e quindi l’attività può essere parallelamente in presenza e da remoto.
Contatti:
Associazione Amici del Museo dei Combattenti
Viale dei Partigiani
Sant’Angelo Lodigiano
Omar Damiani
damiani.omar@gmail.com
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